Marciare nella fede

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Antonella Palmisano, l’atleta che vuole marciare nella fede

Cosa abbiamo in comune, Antonella Palmisano, oro olimpico nella marcia e io?

Non molto in apparenza. Lei ha vent’anni meno di me, è un’atleta di calibro mondiale, destinata ad altre grandi vittorie, io sono una cinquantenne che fa un lavoro di ufficio e ogni tanto indossa le scarpette da corsa, per sfogare un’antica passione.

Invece, al di là della passione per lo sport, abbiamo altro in comune! Sia la provenienza (entrambe di Taranto, città sfortunata e nota principalmente per aspetti dolorosi), sia la fede.
Certo, in fatto di sport, lei rimane parecchie lunghezze avanti, ma entrambe crediamo che la vita sia marciare nella fede verso i nostri obiettivi.

Antonella Palmisano porta la Madonna sul podio

Quando Antonella Palmisano ha tagliato il traguardo della 20 km alle Olimpiadi di Tokyo il 6 agosto 2021, io mi sono commossa. Non solo per la medaglia.

Cioè, anche, ovviamente: una tarantina che vince l’oro olimpico nella marcia, mica il torneo di freccette del dopolavoro delle ferrovia!

Medaglia nella marcia, che per tanti è “quella camminata strana”, ma per chi la pratica è disciplina, fatica, cuore e polmoni.

Ma la vera botta emotiva me l’ha data quando l’ho sentita dire grazie. Alla Madonna.

Non un ringraziamento generico al “destino” o all’“energia dell’universo”, ma proprio alla Madonna delle Sette Lampade. La Vergine venerata nella sua (e mia) terra, in una delle chiese rupestri più belle e poetiche che abbiamo. Non è una roba che si improvvisa: è fede vera, tenace come lei.

Poi, qualche giorno fa, leggo che Antonella ha dichiarato alla rivista Credere:

“I sogni si realizzano solo camminando nella fede.”

E lì ho pensato: ok, questa donna è un patrimonio spirituale nazionale.

La vocazione a marciare nella fede (e verso il traguardo)

C’è chi marcia verso il podio, volendo marciare nella fede, verso il cielo. Lei fa entrambe le cose con lo stesso passo regolare, la stessa tenacia e lo stesso entusiasmo.

Antonella Palmisano nasce a Mottola il 6 agosto 1991 (sì, ha vinto l’oro olimpico proprio il giorno del suo compleanno: quando si dice regalo dal cielo!), figlia di Carmine, motociclista appassionato, e di Maria, sarta con il cuore da atleta.

Cresce con lo sport in casa e un talento precoce. Comincia con il motocross e la pallavolo, ma poi un giorno si imbatte nella marcia e ci si incolla con la tenacia di chi ha trovato la sua vocazione. Vocazione che non è disgiunta da una vocazione più profonda: quella di camminare, anzi, marciare nella fede!

Nel 2010 entra nelle Fiamme Gialle, e da lì è tutta una progressione: bronzo mondiale nel 2017, argento europeo nel 2018, record italiano nel 2020.

Fino al trionfo del 2021 a Tokyo, dove parte piano piano (beh, per modo di dire), poi accelera e distacca tutte. Quando taglia il traguardo, si ferma, si inginocchia, si segna e ringrazia la Madonna.

E non solo a parole: chiede al padre di accendere sette ceri nella chiesa rupestre di Mottola, uno per ogni lampada sacra.

Ecco, io in quel momento ho pensato: “C’è ancora speranza”. Sì, perché in un mondo dove lo sport spesso diventa esibizione, egocentrismo e sponsor, arriva lei, che ringrazia Dio. Che non si prende tutta la gloria. Che dice: “Sì, ho marciato. Ma non da sola.”

Una storia di fede e speranza

In un’intervista, Antonella Palmisano dice:

“Cammino nella fede. Prima di ogni gara mi affido alla Madonna.”

Non è una frase fatta: è il suo carburante spirituale, più potente delle barrette proteiche.

Ma attenzione: non immaginatevi una monaca in tuta. Antonella è pure spiritosa, colorata, ironica, cambia taglio di capelli come le medaglie, ama la fotografia, l’interior design, le moto (eredità di papà) e ha studiato grafica pubblicitaria. È una donna vera, moderna, che sa che si può essere forti e devote, competitive e riconoscenti.

Nel 2023 si è operata all’anca, ha temuto di dover smettere. E invece? Boom: bronzo mondiale a Budapest, e nel 2024 si prende pure l’oro europeo a Roma, correndo come se la Madonna le avesse messo le ali ai piedi.

Insomma, non è solo un’atleta. È una testimone. Una che ti fa venir voglia di ringraziare anche tu, anche solo per non aver perso il tram. Perché, come dice lei, “i sogni si realizzano solo camminando nella fede” – e nel suo caso, proprio letteralmente.

Antonella Palmisano: la marciatrice col fiore, il passo da campionessa, e lo sguardo rivolto in alto. Una speranza in movimento. E per noi tarantini, un orgoglio che brilla più di qualsiasi medaglia.

Antonella Palmisano