Santa Elisabetta del Portogallo: la regina che spegneva guerre con il rosario in mano
Elisabetta del Portogallo non era una di quelle regine che passano il tempo a corte, dedicandosi a feste e balli.
Lei era il tipo di donna che si infilava tra due eserciti in guerra… e li faceva desistere con una preghiera.
Una santa sì, ma con i nervi d’acciaio e un’anima da pacificatrice. Nata nel 1271 a Saragozza, Elisabetta d’Aragona era figlia del re Pietro III e, come buona parte delle nobildonne del tempo, fin da piccola sapeva che sarebbe diventata una pedina strategica nel grande scacchiere politico europeo.
Ma, nel suo caso, Elisabetta del Portogallo è stata assai più che una pedina. Lei aveva un grande cuore e la vocazione da santa.
Regina per dovere, santa per scelta
A soli 12 anni, il padre promette Elisabetta in sposa a Dionigi I del Portogallo, noto come “il Re Agricoltore”. Dionigi passerà alla storia anche per la sua sregolatezza matrimoniale. Dionigi è intelligente, colto, ma anche un incallito donnaiolo.
Eppure Elisabetta accetta di buon grado il ruolo di regina e di moglie, con tutte le responsabilità del caso, nonostante sia appena un’adolescente.
La sua guida trasforma la corte di Coimbra in un piccolo laboratorio di santità e giustizia sociale.
Elisabetta del Portogallo sopporta con pazienza i tradimenti del marito, si prende cura dei figli illegittimi di lui come se fossero suoi, e si dedica alla carità in modo radicale. Fonda ospedali, conventi, doti per le ragazze povere, pane per i bisognosi. Tutte queste opere passano dalle sue mani. Lei non lascia indietro nessuno.
E quando c’è da digiunare, Elisabetta lo face senza pensarci due volte.
Elisabetta del Portogallo: la santa che fermava guerre
E qui arriviamo alla parte più incredibile: Elisabetta non è solo dolce e devota. Lei è anche una campionessa di diplomazia e coraggio.
Quando scoppia la guerra tra il marito Dionigi e il figlio Alfonso, Elisabetta si mette letteralmente in mezzo ai due eserciti, a cavallo e con il crocifisso al collo, rischiando la vita. Risultato? Pace fatta.
Lo stesso succede anni dopo, quando il figlio ormai re scatena una guerra contro il genero. Di nuovo, Elisabetta corre sul campo, prega, parla, calma gli animi… e torna al castello con la pace in tasca. O meglio, nel cuore.
Il miracolo delle rose
Ma si può parlare di una santa senza miracoli? Certo che no! Ecco allora il celebre miracolo delle rose. Un giorno, mentre portava pane ai poveri di nascosto, il marito le chiese cosa nascondesse nel grembiule. Lei rispose: “Sono rose, mio signore”. Dionigi, incredulo (era inverno!), la costrinse a mostrare il contenuto… e il pane si era trasformato davvero in rose profumatissime.
Miracolo? Forse. O forse era solo il modo in cui Dio firmava le opere di una donna straordinaria.
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Santa Elisabetta del Portogallo: una regina luminosa
Dopo la morte del marito, Elisabetta si ritira in un convento francescano da lei stessa fondato, vivendo come una terziaria. Non si chiude però in clausura: continua a viaggiare per fare pace, aiutare, consolare. Muore nel 1336 a Estremoz, proprio durante un’altra missione diplomatica. Per lei, la santità non era fatta di estasi e visioni, ma di gesti concreti, intelligenti e coraggiosi.
Elisabetta è beatificata nel 1516 da Papa Leone X e canonizzata nel 1625 da Papa Urbano VIII. La Chiesa la celebra il 4 luglio.
È riconosciuta come patrona dei mediatori di pace, delle famiglie in conflitto e delle regine cristiane. La sua figura rimane attuale per chi desidera vivere la fede con gesti concreti di misericordia, giustizia e riconciliazione.
I meriti di Elisabetta del Portogallo
