San Giovanni Battista: la Voce che Grida e non Smette di Parlare
Ogni 24 giugno, la Chiesa celebra San Giovanni Battista. Un santo che, pur vissuto nel deserto, non è rimasto affatto isolato, né sconosciuto. Al contrario, ha lasciato un’impronta indelebile nella storia della salvezza.
Figura magnetica, ascetica e coraggiosa, Giovanni non è solo il cugino di Gesù, ma il suo araldo, l’“amico dello sposo”, il ponte tra Antico e Nuovo Testamento. Scopriamo insieme chi era davvero quest’uomo vestito di peli di cammello e nutrito a cavallette e miele selvatico!
Chi era Giovanni Battista?
Figlio del sacerdote Zaccaria e di Elisabetta (la “cugina” di Maria), Giovanni nasce per miracolo. Infatti, i suoi genitori erano anziani e sterili, ma l’annuncio arriva per bocca dell’arcangelo Gabriele, lo stesso che visiterà Maria pochi mesi dopo.
Il suo nome, “Giovanni”, significa Dio è misericordioso, e già dal grembo materno riconosce la presenza di Gesù saltando di gioia.
Secondo il Vangelo di Luca, Giovanni cresce nel deserto, dove matura la sua vocazione profetica. Non segue il culto ufficiale del Tempio, ma una vita radicale, in comunione con Dio, in attesa del Messia.
È un personaggio scomodo e diretto: non accetta compromessi, non cerca consensi, ma invita tutti alla conversione.
La missione di Giovanni Battista: voce nel deserto
La sua voce è quella profetica che rompe il silenzio dopo 400 anni senza profeti in Israele. Giovanni predica nel deserto di Giuda, sulle rive del Giordano, un battesimo di metanoia, di conversione vera, concreta, “per il perdono dei peccati”.
Il suo stile? Minimalista, ruvido e potentemente autentico. Raccoglie folle, scuote le coscienze, chiama serpenti i farisei e ammonisce anche i soldati e i pubblicani. Ma soprattutto, prepara il terreno per qualcosa – anzi, per Qualcuno – che è più grande di lui: Gesù di Nazaret.
Giovanni Battista e Gesù: cugini, maestri, amici
Il loro legame è profondo e misterioso. Sono parenti, certo, ma anche simbolicamente legati: Giovanni rappresenta l’Antico Testamento che si consuma nell’annuncio del Nuovo. Quando Gesù si presenta al Giordano per farsi battezzare, Giovanni inizialmente si rifiuta: “Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te!”. Ma Gesù insiste: “Conviene che adempiamo ogni giustizia”.
Quel gesto – il battesimo di Gesù – segna l’inizio della sua vita pubblica. E Giovanni, da vero profeta, sa farsi da parte: “Lui deve crescere, io invece diminuire”. È la frase-simbolo della sua umiltà e del suo ruolo unico: indicare, e poi lasciare la scena. Un grande nel Regno, pur sapendo di essere solo la voce, non la Parola.
Una fine profetica e tragica
Ma i profeti, si sa, non finiscono mai comodamente. Giovanni viene arrestato da Erode Antipa per aver osato denunciare pubblicamente la sua unione illecita con Erodiade, moglie del fratello.
La scena della sua fine è teatrale e crudele: durante una festa, la figlia di Erodiade danza per Erode, che, ubriaco e compiaciuto, le promette qualsiasi cosa. Lei, su suggerimento della madre, chiede la testa del Battista su un piatto. E così avviene.
Una morte ingiusta, ma profetica fino all’ultimo: Giovanni non ha mai taciuto la verità, neanche a costo della vita.
Il protettore dai mille volti
San Giovanni Battista è venerato in tutto il mondo cristiano: è l’unico, oltre a Maria, di cui si celebra non solo la morte, ma anche la nascita. È patrono di decine di città (tra cui Torino, Firenze e Genova) e protettore di:
- artigiani e conciatori,
- pastori,
- monaci e penitenti,
- e persino degli agnelli (non a caso Gesù fu da lui chiamato “Agnello di Dio”).
È considerato anche protettore contro malattie e febbri, e in molte culture popolari si accendono fuochi di San Giovanni nella notte del 23 giugno: un rito antico che simboleggia la luce che decresce dopo il solstizio d’estate (mentre la luce di Cristo aumenterà, con il Natale, sei mesi dopo).
Come è ricordato oggi
Giovanni Battista è icona di coerenza, coraggio, autenticità. È l’uomo che non ha mai cercato il proprio tornaconto. I Vangeli ne parlano con grande stima: Gesù stesso dice che “tra i nati di donna non è sorto uno più grande di Giovanni”.
Oggi è ricordato in liturgie solenni, ma anche in modi semplici e popolari: falò, processioni, erbe di San Giovanni raccolte nella rugiada del mattino (si dice che abbiano poteri curativi!), e persino banchetti con piatti tipici. Ma più di tutto, Giovanni è ricordato ogni volta che qualcuno ha il coraggio di dire la verità con amore e senza paura.
In conclusione
San Giovanni Battista è più attuale che mai. In un mondo che spesso premia il compromesso e il rumore, lui resta la voce nel deserto che ci chiama a tornare all’essenziale, a prepararci per qualcosa di più grande di noi. Con lui, il cristianesimo impara a non mettere sé al centro, ma a indicare il vero protagonista: Gesù.
E tu? Hai il coraggio di essere voce… anche nel deserto?
