Il miracolo eucaristico nella storia

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Il Miracolo Eucaristico: quando l’Invisibile si fa vedere

Cos’è il miracolo eucaristico? Quando sono avvenuti nella storia, dove, come? Prima di rispondere a queste domande, facciamo una riflessione.

L’Eucaristia è il cuore del cristianesimo cattolico: un pezzo di pane che diventa il corpo di Cristo. Una trasformazione invisibile, misteriosa, accolta per fede.
In alcuni casi, questo mistero decide di farsi vedere, di rompere le regole del silenzio e sorprendere anche i più scettici. È qui che entrano in scena i miracoli eucaristici. Eventi straordinari, documentati nel tempo, che ancora oggi interrogano credenti e non.

Lanciano: il miracolo eucaristico da cui “inizia tutto”

Siamo a Lanciano, in Abruzzo, VIII secolo. Un monaco basiliano sta celebrando la Messa. È in crisi di fede, si chiede se davvero quel pane e quel vino si trasformino nel corpo e nel sangue di Cristo. Ma durante la consacrazione succede qualcosa che lo lascia senza parole. L’ostia diventa carne, il vino si trasforma in sangue. Letteralmente. Niente simbolismi o metafore.

La carne e il sangue vengono conservati. E restano lì, ancora oggi, custoditi nel Santuario del Miracolo Eucaristico.
Non si deteriorano, non marciscono, e la scienza ci mette becco: analisi degli anni ’70 confermano che si tratta di vero tessuto miocardico umano e sangue di gruppo AB.

Coincidenza? Mistero? Il dibattito è aperto, ma il fascino resta.

Cascia: il miracolo eucaristico che viaggia

Andiamo a Cascia, Umbria. Qui il miracolo ha un inizio “fuori sede”: accade nel 1330, a Siena. Un sacerdote viene chiamato per portare l’Eucaristia a un moribondo, ma lo fa con poca cura. Infila l’ostia consacrata tra le pagine del breviario. Quando arriva a destinazione e lo apre, la trova macchiata di sangue. Non sa cosa dire, la riporta a Siena, e da lì parte il passaparola.

Alla fine, il corporale (cioè il lino su cui è poggiata l’ostia) viene portato a Cascia, dove si conserva ancora oggi, nel Santuario di Santa Rita. Il sangue è ancora visibile. È diventato una tappa per chi vuole toccare con mano una fede che, in quel momento, ha deciso di sporcarsi le mani con la realtà.

Buenos Aires: quando il miracolo eucaristico parla alle città moderne

Non serve tornare nel Medioevo per parlare di miracoli. A Buenos Aires, nel 1996, accade qualcosa che porta il dibattito nel cuore del mondo moderno. Durante la Messa, un’ostia cade a terra. Il sacerdote la mette in un contenitore con acqua, come prevede il rito, per farla sciogliere. Ma dopo alcuni giorni, l’ostia non si dissolve: diventa una sostanza rossa, simile a carne.

Il caso finisce sotto la lente della scienza. Un’équipe medica, all’insaputa dell’origine, analizza il campione: è tessuto muscolare del cuore umano, sofferente, di una persona viva. Il caso scuote molti. L’arcivescovo di Buenos Aires di allora si chiama Jorge Mario Bergoglio. Oggi è Papa Francesco.

Bolsena e Orvieto: il miracolo che cambia la storia

Anno 1263. A Bolsena, un sacerdote boemo ha forti dubbi sulla presenza reale di Cristo nell’Eucaristia. Durante la Messa, al momento della consacrazione, l’ostia sanguina, macchiando il corporale e l’altare. Il Papa, Urbano IV, è a Orvieto, poco lontano. Viene informato, fa portare il corporale insanguinato e decide: è il momento di istituire la festa del Corpus Domini, che si celebra ancora oggi.

Quel corporale è conservato nel Duomo di Orvieto, dentro un reliquiario dorato che è un capolavoro del gotico italiano. Il miracolo, in questo caso, non solo stupisce, ma cambia la liturgia della Chiesa.

Miracolo o no? La questione resta aperta

I miracoli eucaristici non sono dogmi di fede: nessuno è obbligato a crederci, nemmeno i cattolici. Eppure restano lì, come segni fuori dall’ordinario, come misteri che sfidano la logica e aprono domande.

Alcuni li liquidano come leggende o fenomeni psicosomatici. Altri vedono in essi una carezza del cielo, un richiamo forte a riscoprire ciò che spesso si dà per scontato.

Quel pezzetto di pane, per chi crede, è Dio che si fa vicino. E se ogni tanto decide di mostrarsi con un po’ più di evidenza, forse è solo per dire: “Sì, sono davvero qui”.

Miracolo eucaristico