Ma che festa è il Corpus domini
Il Corpus Domini – o Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo – è una festa cattolica che celebra la presenza reale di Gesù nell’Eucaristia.
Non simboli, non metafore, non analogie poetiche: Gesù è davvero lì, nel pane e nel vino consacrati.
Se ci pensi un attimo, è un’idea piuttosto sconvolgente. Un Dio che non si limita a parlare, guarire o apparire… ma entra nel pane. E lo fa per farsi mangiare.
Cioè, letteralmente: Dio si è inventato il modo di restare con noi… passando dalla tavola.
Un po’ di storia del Corpus domini
L’origine della festa risale al XIII secolo, quando una suora belga, Giuliana di Cornillon, ebbe delle visioni. Una luna piena con una macchia, simbolo della liturgia che “mancava” di una festa dedicata esclusivamente all’Eucaristia.
Nel 1264, Papa Urbano IV istituì ufficialmente la festa con la bolla Transiturus, e chiese nientemeno che a san Tommaso d’Aquino di scrivere i testi liturgici.
Risultato? Alcuni dei più bei canti della Chiesa: “Pange lingua”, “Tantum ergo”, “Adoro te devote” – roba da Grammy spirituale.
Ma allora… cosa si festeggia?
In parole semplici: si festeggia che Gesù è rimasto.
Non ha fatto un’apparizione e poi sparito come una rockstar dietro le quinte.
No. Ha detto:
“Questo è il mio corpo… questo è il mio sangue… fate questo in memoria di me.”
E ha scelto il pane e il vino, cioè le cose più quotidiane, semplici, universali. Cose da tavola. Da famiglia. Da fame e da condivisione.
La processione: portare Dio in giro per il quartiere
Il momento clou del Corpus Domini è la processione eucaristica.
Il sacerdote porta l’ostensorio con Gesù Eucaristia per le strade, tra petali, canti, incenso e bambini con la tunica troppo lunga.
È un gesto potentissimo: portare Dio fuori dalla chiesa, dentro la vita vera.
Come a dire:
“Dio non sta solo sull’altare: viene con te, nelle strade storte, nei palazzi scrostati, nei silenzi del tuo palazzo. Anche lì vuole stare.”
Eucaristia: sacramento e mistero
Pensiamoci: è un pezzo di pane, ma è Dio.
Lo puoi tenere tra le mani tremanti. Lo puoi adorare in silenzio. Lo puoi ricevere con timore e amore.
Eppure resta l’atto più assurdo e meraviglioso della fede cristiana: Dio si fa cibo.
Come diceva sant’Agostino:
“Tu non lo assimili a te, come con il cibo normale, ma è Lui che assimila te a sé.”
In altre parole: quando lo ricevi, non sei tu che digerisci Gesù, ma è Lui che “ti trasforma” piano piano.
Una rifecon leggerezza
Il Corpus Domini è come un messaggio in codice, ma chiarissimo:
“Io non voglio solo regnare nei cieli. Voglio stare dentro di te. Voglio farti vivere di me.”
E mentre il mondo corre verso fast food spirituali e snack di felicità istantanea, l’Eucaristia è un pasto lento, fedele, profondo. È il contrario del “usa e getta”.
È Dio che resta anche quando tu scappi.
È la comunione vera, molto più che i like su Instagram.
Conclusione: Dio non è un’idea. È il Pane.
Il Corpus Domini è la risposta di Dio a chi ha fame: fame di senso, fame d’amore, fame di pace.
E Dio non dice:
“Ti spiego cosa devi fare.”
Ma dice:
“Prendi e mangia. Io sono per te.”
È una festa fatta di incenso e petali, canti antichi e cuore semplice, adorazione e pane spezzato.
Ma più di tutto, è la festa dove Dio ti guarda e dice:
“Voglio entrare nella tua vita… passando dalla tua bocca.”
E noi possiamo solo rispondere:
“Amen.”
Che, tradotto dal cuore, significa:
“Sì, ho fame di Te.”
