Gesù e la verità

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Gesù ci invita alla verità

Nel brano di oggi, tratto dal Vangelo secondo Matteo (5,33-37) Gesù parla della verità. E dice:

“Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia il vostro parlare: ‘sì, sì’, ‘no, no’; il di più viene dal Maligno.”

Non siamo nessuno per fare giuramenti solenni. Tuttavia, siamo chiamati a riconoscere la verità. Professarla per quella che è, senza parole vuote che la diluiscano.

C’è un tipo di cristianesimo — e non è poi così raro — che ha sempre pronto il dizionario diplomatico.

Quello delle parole vaghe, delle frasi ambigue, quello che ha paura di dire come stanno le cose.
Discorsi lunghi e annacquati, fatti per non scontentare gli altri, per non apparire ruvidi e impopolari, per evitare discussioni.

Eppure Gesù, oggi, ci smaschera e ci dice con una chiarezza disarmante:

“Dì sì, quando è sì. Dì no, quando è no. Punto.”

Tutto il resto, le scuse, le parafrasi, le acrobazie verbali… non contengono la verità, ma altro. E no, non è solo un problema di scarsa chiarezza. Gesù spiega che questa manipolazione della verità “viene dal Maligno” . Ovvero fa del male a noi e ad altri. Forte, vero?

Il coraggio di dire la verità

Non sempre ci allontaniamo dalla verità con malizia. Spesso non abbiamo il coraggio di dire le cose come stanno.

E così, i “sì” diventano dei “ni”, i “no” si trasformano in un silenzio complice, e la verità viene diluita come una bibita annacquata. Va bene a tutti… ma non disseta nessuno.

Gesù ci chiede qualcosa di rivoluzionario: essere trasparenti. Non nel senso di dire tutto quello che ci passa per la testa (non è sincerità, è imprudenza), ma di non piegare la verità per convenienza.

È un appello forte anche a noi cattolici “di forma”:

Puoi conoscere il catechismo a memoria, partecipare a ogni messa e difendere la dottrina…

…ma se al momento giusto non hai il coraggio di dire un “sì” chiaro al Vangelo, o un “no” deciso al compromesso, stai solo costruendo castelli di sabbia.

Un Vangelo che smaschera

Questo Vangelo oggi è una spina nel fianco per chi si nasconde dietro il “politicamente corretto” anche quando sa che il Vangelo dice altro.

Ricorda a chi preferisce non esporsi, perché “non è il momento”, che il momento non arriverà mai, perché è solo una scusa. La verità non segue una sceneggiatura, non c’è un momento giusto e uno sbagliato.

Qualcuno teme di ferire la sensibilità altrui, mettendo il prossimo di fronte alla verità.

La verità, quando è detta con carità, non ferisce: libera.

La verità, detta con chiarezza, non divide: chiarisce. Divide il bene dal male, per questo nascondere la verità apre le porte alle menzogne del maligno.

La verità, vissuta con coerenza, non rende soli: rende credibili.

In che ambiti stiamo dicendo “forse” dove Dio ci chiede un “sì” o un “no”?

Dove stiamo usando parole morbide per non disturbare nessuno, ma stiamo tradendo la Parola?

Siamo più preoccupati di essere accettati dal mondo… o fedeli al Vangelo?

Meno zucchero, più sale!

Appena qualche giorno fa, nel Vangelo, Gesù ci invitava ad essere il sale della terra. Oggi ci invita a non addolcire la verità: meno zucchero e più sale!

Gesù oggi ci fa riscoprire la bellezza del parlare semplice, vero, luminoso.

Non un linguaggio rozzo, ma netto. Non urlato, ma saldo.

Perché la verità ha già la sua forza: non va truccata, va testimoniata.

La fede non è fatta per i funamboli del linguaggio. È fatta per chi ha il coraggio di dire con dolce fermezza:

“Sì, credo.”

“No, questo non è il bene.”

E quando la parola sarà limpida, la luce farà il resto.

Buona giornata, e che i tuoi “sì” abbiano la forza del Vangelo… e i tuoi “no” la libertà dei figli di Dio!

Verità