La Messa senza la comunione

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LA MESSA SENZA LA COMUNIONE

Caro padre, mi è capitato di partecipare ad una Messa ed il sacerdote diceva che andare alla Messa senza la comunione era come essere invitati a cena e non mangiare…

Sorridendo mi viene in mente che qualche settimana fa, invitato a cena dalle suore che desideravano ringraziarmi per un servizio svolto, ho praticamente digiunato (ho preso solo formaggio e un po’ di dolce) perché tutta la cena era a base di un alimento che, per motivi di intolleranza, non potevo mangiare… Ovviamente sono rimasto lo stesso: non solo! Ho, poi, ringraziato Dio per la serata di comunione donatami dalla fantasiosa provvidenza divina.

Forse basterebbe questa mia “disavventura” alimentare per rispondere alla domanda. Ma deploriamo l’essere eccessivamente banali anche se, quanto meno, ci aiuta a capire che non è obbligatorio …se si è indisposti.

Perché il punto è questo: tutti siamo invitati, ma non tutti siamo nello stato di poter gustare con frutto quanto offertoci alla Cena del Signore.

L’eucaristia non è una panacea

Di sacerdoti che insistono sul fatto che l’Eucaristia è il farmaco per i malati ne conosco anch’io: ma io – e non solo! – so che non tutti i farmaci possono aiutare alla guarigione.

E, stando in questa linea di similitudine, possiamo comprendere come ci sia un ordine, di dosi, momenti e condizioni anche per accedere all’Eucaristia. Tutto il cibo è fatto per conservare la vita, ma nessuno si sognerebbe di dare una bistecca di manzo ad un neonato: e con l’Eucaristia può capitare lo stesso. Errata, quindi, è la prospettiva. 

Questo tipo di ragionamento – e le conseguenti ragioni – partono da desideri elevati a pseudo diritti: ed è normale! Siamo figli di untempo che vuole realizzato ogni desiderio al punto da renderlocriterio di scelta e decisione: ma qui il diritto è di un Altro, in questo caso di Cristo.

Alcuni si potranno meravigliare ma non esiste un diritto all’Eucaristia: questo sacramento, come tutti i sacramenti, sono doni della munifica provvidenza divina che li pone a nostra disposizione senza, però, eliminarne le opportune condizioni.

Le disposizioni ecclesiali invitano il fedele a fare la comunione almeno a Pasqua, ma questo non esime dall’essere sempre e comunque in grazia di Dio. 

Perché la messa senza comunione è sconsigliata

Andando al Catechismo della Chiesa Cattolica, testo fondamentale per noi, leggiamo al n. 1389, che «la Chiesa fa obbligo ai fedeli di “partecipare alla divina liturgia la domenica e le feste” e di ricevere almeno una volta all’anno l’Eucaristia, possibilmente nel tempo pasquale, preparati dal sacramento della Riconciliazione.

La Chiesa tuttavia raccomanda vivamente ai fedeli di ricevere la santa Eucaristia la domenica e i giorni festivi, o ancora più spesso, anche tutti i giorni». L’invito ad essere “preparati” fa la differenza. Partecipare a Messa è obbligatorio in ogni domenica e festa di precetto, mentre non lo è fare la comunione. E se ne raccomanda la dovuta preparazione attraverso il sacramento della confessione (e non mi dilungo oltre perché in questa stessa rubrica sono stati riportati tutti i canoni che chiariscono i doveri dei fedeli al riguardo).

Andando al dunque, quindi, a Messa bisogna andarci: sempre e comunque. Fare la comunione, no! È necessario essere in grazia di Dio, avere quella che si definisce “certezza morale” per poter dire a se stessi “posso fare la comunione” (e non basta il solo desiderio, sentimento del momento o impressione personale: c’è un’oggettività che si misura sui comandamenti divini).

A Messa possono partecipare tutti: ma fare la comunione è solo per coloro che sono preparati.

E Dio solo sa quanto sia grande il desiderio del Cuore di Cristo che ognuno di noi fosse sempre in condizione di potersi unire a Lui nel sacramento dell’Eucaristia.

Messa senza comunione