Maria ausiliatrice

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Maria Ausiliatrice: la donna che non ha mai smesso di aiutare

Maria Ausiliatrice è una figura che non ha bisogno di presentazioni… ma noi lo facciamo lo stesso, perché non tutti i santi e le sante possono vantare un titolo così eloquente: “Ausiliatrice”, colei che aiuta.

Non “consolatrice” o “interceditrice” (che pure lo è), ma proprio una mano operativa, una presenza attiva nei momenti in cui la vita sembra aver tolto il libretto di istruzioni.

Chi è Maria Ausiliatrice?

Tecnicamente è sempre lei: Maria, madre di Gesù, madre della Chiesa, figura centrale nel Nuovo Testamento e nel cuore dei cristiani. Ma qui porta un titolo specifico, nato in epoca turbolenta: nel 1571, dopo la vittoria di Lepanto contro l’Impero Ottomano, il papa attribuisce il trionfo all’intercessione di Maria, invocata come “Aiuto dei Cristiani”.
L’appellativo si diffonde, fino a quando, nel 1814, Papa Pio VII istituisce ufficialmente la festa di Maria Ausiliatrice il 24 maggio, dopo la sua liberazione dalla prigionia napoleonica. Insomma: quando i tempi si fanno duri, Maria prende il titolo di battaglia.

Don Bosco e la svolta pratica

Il vero boom però arriva con San Giovanni Bosco, che nel 1862 dichiara:

“La Madonna vuole che la onoriamo col titolo di Ausiliatrice; i tempi sono tanto tristi che abbiamo bisogno che la Vergine Santissima ci aiuti a conservare e difendere la fede cristiana.”

Da lì in poi, Maria Ausiliatrice diventa la protettrice degli oratori, delle scuole, dei giovani, degli esami, degli zaini dimenticati a casa, delle interrogazioni a sorpresa e – perché no – anche dei genitori esasperati.

A Torino, presso la Basilica a lei dedicata, continua a ricevere lettere, richieste, fotografie di maturandi e bigliettini infilati tra le fessure dei banchi. Chi ha detto che i miracoli non passano più per posta?

Oggi: cosa fa Maria Ausiliatrice?

Al presente storico, Maria Ausiliatrice non si riposa. Accoglie, accompagna, sorregge. È presente nei luoghi di missione, negli ospedali pediatrici, nelle periferie dimenticate, nei quartieri dove i ragazzi crescono con più coraggio che certezze. È nelle aule delle suore salesiane che insegnano con amore e ironia; è nelle comunità educative dove si impara che “aiuto” non è solo una parola dolce, ma una scelta di vita.

Maria Ausiliatrice non è un’icona da teca, è una stratega della tenerezza. Lavora in silenzio, ma non in segreto. È la madre che non impone, ma si fa trovare. Quando uno si perde, non manda messaggi col punto interrogativo. Lei viene a cercarti.

Una madre moderna (ma senza Wi-Fi)

In un mondo dove ci sentiamo connessi ma soli, Maria Ausiliatrice non usa algoritmi, ma cuore, ascolto, presenza. Non ha bisogno di notifiche push: lei arriva quando serve. E se chiedi aiuto, risponde. Magari non sempre come vorresti, ma sempre come serve.

Conclusione: non serve il GPS, basta dirlo

Invocarla è semplice. Non serve farlo in latino, né avere un piano tariffario particolare. Basta un pensiero, una parola, un gesto. “Maria, aiutaci”: tre parole che, da secoli, spostano le montagne. O almeno aiutano a scalarle senza restare senza fiato.

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