Caro Padre, a cosa servono le reliquie?
Ricercando qualche informazione per rispondere a questa domanda, nel desiderio di bilanciare sempre la semplicità di esposizione con la certezza delle informazioni, mi ha colpito una definizione del termine “reliquia” da intendersi come “ciò che resta” (evidentemente del corpo umano o parte di esse).
Queste parole non provengono da sprovveduti, sono prese in prestito dalsito dell’Associazione Italiana di Professori di Storia della Chiesa. La definizione che ho citato, ha il sapore del legame profondo che ci può essere con qualcuno che, almeno corporalmente, non c’è più. Ciò mi ha riportato alla memoria quel sentimento di profonda custodia, che tutti abbiamo di ricordi e oggetti appartenuti a persone a noi care.
Sì, perché, la prima cosa da precisare – nel parlare di reliquie – è che si tratta di qualcuno (o di qualcosa appartenuto a qualcuno)che non c’è più. Si tratta di persone “speciali”, personaggi distintisi nell’essere stati «tempio vivo dello Spirito Santo e strumenti nelle mani di Dio».
Come tali sono riconosciuti dalla Chiesa.
La definizione di reliquie
Una definizione più precisa, quindi, sarebbe: «Resti corporali, oggetti d’uso, prodotti o tracce di personaggi d’importanza religiosa, o attribuiti a essi, custoditi in luoghi sacri e venerati nel culto; in particolare, nella tradizione cristiana, i resti mortali del corpo (o il sangue custodito in ampolla) dei martiri della fede, gli strumenti del loro martirio, o anche il corpo di un santo».
Sgombriamo, allora, il campo dal pensiero che le reliquie possano essere anacronistiche, fuori tempo (e, magari, anche fuori luogo).
Se qualcuno dovesse affermare ciò, starebbe di fatto dichiarando il proprio razionalismo (tutti gli “ismo” ci devono spaventare!) e palesando una profonda mancanza di fede.
Direi che non è un caso che nell’epoca in cui i sentimenti la fanno da padrone, le reliquie, prove materiali di una Presenza, devonoricevere particolare attenzione da parte nostra.
La Chiesa distingue tra reliquie insigni (il corpo dei Beati e dei Santi o le parti notevoli dei corpi stessi oppure l’intero volume delle ceneri derivanti dalla loro cremazione) e non insigni (piccoli frammenti del corpo dei Beati e dei Santi o anche oggetti che sono stati a contatto diretto con le loro persone).
Il patrimonio italiano
Pochi sanno, ad esempio, che l’Italia ha un vero patrimonio di reliquie.
È piena di corpi di santi che, a distanza di secoli, si presentano come incorrotti (cioè non hanno subito il normale deterioramento fisico dovuto all’inesorabilità del tempo che passa). Si pensi, tanto per fare un esempio, a Santa Caterina da Bologna, morta il 9 marzo 1463 e incorrotta (sono più di 500 anni…).
A chi la osserva seduta comodamente in poltrona, mostra tutta la “sua” gloria. Sembra prendere in giro, con un gioco provvidenziale del destino, coloro che fanno spallucce ad un fenomeno che manifesta la grandezza di Dio. Non è un caso, infatti, che sulla sua testa si trovi la scritta latina «Et gloria eius in te videbitur», «in te vedranno la Sua Gloria»(quella di Dio, per l’appunto!).
Le parole sono una profezia fattale da Chi già sapeva quanto nei secoli avremmo ammirato a bocca aperta.
Le reliquie sono, espressione della grandezza, maestosità e gloria divina di cui, i santi sono i principali testimoni in questa vita.
La città di Roma – tanto per fare un esempio (anche se per tutta la nazione italiana si potrebbe dire lo stesso) – è “sfacciatamente” ricca di reliquie.
Ne ha di quelle più insigni fino a quelle – solo apparentemente – più insignificanti. Pensate alle reliquie della Santa Croce custodite nella Basilica di Santa Croce in Gerusalemme, ad esempio.
Oppure ai corpi di santi e martiri di epoche e secoli diversi, disseminati (letteralmente) nelle innumerevoli chiese della Città Eterna.
Punto centrale, comunque, resta il fatto che sin dall’antichità i cristiani hanno custodito e accresciuto il culto per le reliquie a testimonianza di uno dei misteri centrali della fede: la Risurrezione. Tale culto ci permette, oggi, di indentificare luoghi di martirio, tombe di santi su cui sono state costruite le più belle, ricche e spettacolari cattedrali del mondo oltre a spazi geograficamente definiti che raccontano di una Storia che sembra non voler tramontare.
Le reliquie non hanno prezzo: non si comprano e non si vendono. Comprare o vendere reliquie corrisponde a simonia, peccato molto grave agli occhi di Dio.
Qualcuno, magari senza saperlo, ne conserva alcune ereditate inconsapevolmente da nonni o zii. Ebbene: sappiate che avete con voi un tesoro inestimabile da custodire con cura e profonda venerazione.
