6 Salmi con il turbo: versetti che ti rimettono in piedi (anche nei giorni peggiori)
I Salmi non sono solo roba da chierichetti o colonna sonora per ritiri spirituali. Sono poesia viva, preghiera pura, grido e respiro. Dentro c’è tutta l’umanità: gioia, pianto, rabbia, fiducia, resa, forza. E soprattutto: speranza. Ecco sei versetti che sono come vitamine per l’anima. Da leggere, rileggere, e – perché no – tenere nel portafoglio accanto alla tessera del supermercato. Perche’ anche i Salmi permettono di guadagnare punti e far vincere premi. Non un set di coltelli o dei piatti da dessert, ma una grande gioia e speranza.
I Salmi: Salvagente per il credente
Ammetto che io stessa ho per anni sottovalutato il valore grandissimo che hanno i Salmi. Non si tratta di canzoncine per abbellire la liturgia. I salmi sono una miniera di speranza, conforto, significato per i credenti. Se solo li leggessimo piu’ spesso, se solo li meditassimo piu’ profondamente, quanto beneficio ne trarremmo. Ho raccolto 6 salmi che amo molto. La scelta non è stata facile. Una volta che scopri i Salmi, è difficile fare una selezione.
“Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla.” – Salmo 23,1
Questo fra i Salmi lo possiamo considerare il versetto-copertina della fiducia. Anche quando la vita sembra un campo minato, c’è un Pastore che guida, custodisce, conosce le nostre curve pericolose e le nostre salite a mani nude. Chi ama Dio non dice “avrò tutto”, ma “non manco di nulla”. Una differenza sottile ma potente. C’è tutto quello che serve, nel momento giusto. E il resto?
Arriva, o magari non serve davvero. Perche’ possedere non rende felici, mentre non mancare di nulla permette una vita dignitosa.
I salmi per ritrovare la speranza: “Quando mi trovo nell’angoscia, tu mi ridai vita.” – Salmo 138,7
Altro che frasi motivazionali: questo è un salvagente spirituale. I salmi in generale e questo in particolare, non fanno promesse che non possono mantenere. Non ci dicono che l’angoscia sparirà, ma che Dio ci permette di starci dentro. Non ci tira fuori come una gru celeste, ma ci rimette in piedi, ci dona la forza per restare in piedi nella tempesta. E questa è una buona notizia: non devi aspettare che tutto cambi fuori. Comincia da dentro. Dio ti è vicino. E la vita riparte.
“Pianto e lamento nella sera, ma al mattino ecco la gioia.” – Salmo 30,6
Tradotto: nessun dolore è per sempre. Nemmeno la sofferenza più cupa. Le lacrime hanno una scadenza, un ciclo vitale. Sono destinate a esaurirsi. Spesso la luce arriva quando meno te l’aspetti. Come il caffè che ti salva dopo una notte insonne, la gioia torna. Il sole è tramontato sulle nostre angosce, e sappiamo, perche’ ce lo ha detto l’evangelista Matteo, che a ogni giorno basta la sua pena. Ma poi arriva un nuovo giorno e Dio riporta la gioia nel cuore. Salmi come questo servono a ricordarci che il cambiamento arriva. Magari non fa rumore, ma arriva. E quando arriva, capisci che ogni notte, anche la più lunga, ha un’alba luminosa.
Uno dei miei salmi preferiti: “Il Signore è vicino a chi ha il cuore ferito.” – Salmo 34,19
Questo è uno dei miei salmi preferiti. Ti ricorda che non sei mai solo. Anche se ti senti così. Anche se intorno c’è silenzio e dentro una frattura. Spesso, quando sei ferito, ha il vuoto intorno. Diciamocelo, le persone che soffrono non sono di gran compagnia. In tanti, preferiscono frequentare gente piu’ lieta. Gente divertente, serena, di buon umore, a cui le cose vanno bene.
Dio, invece, non diserta i cuori spezzati: li abita. Non viene a giudicarli, ma a fasciarli, a curarli, a soccorrerli. Proprio come fa un medico con una ferita che fa male anche solo a guardarla. E la vicinanza di Dio, ha il volto di qualcuno che ti accoglie e ti ascolta amorevolmente, senza fretta.
“In Dio solo riposa l’anima mia, da lui la mia salvezza.” – Salmo 62,2
Abbiamo giornate frenetiche, mille cose in testa, tremila impegni e scadenze nella mente e un’agenda strapiena. La stanchezza del corpo si cura col riposo (a poterselo permettere). Ma l’anima?
Quella sa dove andare a riposare. In Dio. Non in uno slogan, non in una scorciatoia, ma in una Presenza che non riflette le angosce del giorno. Una presenza stabile, confortante, al di sopra delle beghe quotidiane. Questo versetto è un invito a rallentare e a trovare una pace che non è anestesia, non è resa, ma radice.
L’ultimo dei 6 salmi: “Hai mutato il mio lamento in danza.” – Salmo 30,12
Sì, l’hai letto bene: danza. Da Dio arriva non solo consolazione -che gia’ non sarebbe poco – ma festa. Dio non si limita a raccogliere i cocci. Li rimette insieme e li trasforma in qualcosa di nuovo, di bello, di significativo. Questa è la speranza vera. Quella che non si accontenta di “sopravvivere”, ma rinasce con ritmo e grazia. Anche se i passi all’inizio sono incerti.
Dio non si disgusta delle nostre debolezze, non è infastidito dai nostri lamenti, riesce invece a mutare il nostro umore e i nostri sentimenti, se solo mostriamo piena disponibilita’ ad accoglierlo. Che dire di un Dio che ci fa ballare dopo il pianto? E che vuoi di piu’ dalla vita? Questo sì che è Vangelo con il sorriso.
Conclusione:
I Salmi non sono antichi resti di un popolo del passato. Sono una playlist per l’anima. E quando la speranza vacilla, quando tutto sembra troppo, questi versetti sono lì. Fermi. Fedeli. Come una mano che ti afferra e dice: “Dai, alzati. Ce la facciamo”.
