Cancellare il battesimo: lo sbattezzo

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Cancellare il battesimo con lo sbattezzo

Caro Padre, ho sentito parlare dello sbattezza, si può davvero cancellare il Battesimo?

La domanda di questa settimana è molto più diffusa di quanto si possa pensare.

Il diffuso anticlericalismo – che spesso cavalca l’onda di un sentimento non sempre ingiustificato (si pensi agli scandali che hanno travolto e travolgono la Chiesa di Dio) porta alcuni – con una certa superficialità – a chiedere il cosiddetto “sbattezzo”. 

Non sono rare, infatti, le richieste inviate a parrocchie o curie diocesane a cui è richiesta la “cancellazione del battesimo”.

In realtà non si tratta di eliminare il sacramento: questo è impossibile considerato che il battesimo imprime un sigillo sull’anima che non è possibile cancellare.

Non è un caso, infatti, che nella teologia, per parlare del sigillo impresso dal sacramento del Battesimo all’animo umano, usi l’espressione greca σφραγίς “sphragis”(sigillo). 

Per avere un’idea di cosa sia, si pensi al marchio che portavano gli schiavi, o meglio, quello dei soldati romani (SPQR),un vero e proprio tatuaggio. Ad alcuni potrebbe risultare nota la scena del famoso film, Il Gladiatore, in cui, dopo essere riuscito a scappare dalla morte, Massimo Decimo Meridio, il Generale cercadi cancellare il marchio attestante l’appartenenza all’Impero Romano, in quanto soldato di Roma. Un’immagine che ci aiuta acoglierne il significato, ma non sufficiente.

Annullare il battesimo è impossibile

Nel nostro caso, la dichiarazione apposta sui registri parrocchiali attesta un fatto storico, quindi, indubbio. Contra facta non sunt argumenta, si dicevano in latino (massima che si trova anche in altre formulazioni e che ricorda come non si possa negare qualcosa che è realmente accaduto). 
In soldoni: la storia non si può cancellare o cambiare.

Quello che al massimo si può fare, allora, è evitare di rilasciare certificati che attestino l’avvenuto battesimo. Ecco che, alla richiesta di “sbattezzo” ne consegue l’annotazione sul registro di battesimo dell’actus formalis defectionis ab Ecclesia Catholicasecondo il quale non si debbano più rilasciare certificati di battesimo.

Lo sbattezzo non modifica l’azione sacramentale

La Santa Sede, negli ultimi tempi, ha ulteriormente chiarito la questione con una nota esplicativa del Dicastero per i Testi Legislativi, sul divieto di cancellazioni nel Registro parrocchiale dei battesimi«Il Registro dei Battesimi rappresenta il riscontro oggettivo di azioni sacramentali, o relative ai sacramenti, compiute storicamente dalla Chiesa. Si tratta di fatti storici ecclesiali di cui occorre tener conto agli effetti del buon ordine amministrativo-pastorale, per motivi teologici, per la sicurezza giuridica, e anche per l’eventuale tutela dei diritti della persona coinvolta e di soggetti terzi».

Infatti, su tale registro si annota l’avvenuto matrimonio, la professione religiosa o l’ordinazione sacerdotale che servono anche, per l’appunto, a tutelare terzi onde evitare che alcuni attentino al matrimonio se già impegnati in altri vincoli.

L’appartenenza alla Chiesa non dipende dai registri

In definitiva, comunque, un ultimo chiarimento ci sembra obbligatorio.

Il problema non è essere o meno inscritti su un registro, ma se si vive oppure no la propria appartenenza alla Chiesa, se si vive oppure non da battezzati.

Su questa rubrica, tempo fa, abbiamo dato spazio ad una domanda che trattava dei padrini: in questo caso, come allora, la differenza essenziale sta nel desiderio di vivere della vita di Cristo o, come direbbe il sempre necessario Apostolo di Tarso, avere in noi «gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù» (Fil 2,5) senza i quali, si possono avere tutti i sigilli di questo mondo, ma si rischia di non avere quella necessaria identificazione al Figlio di Dio per essere, agli occhi di Dio Padre, figli nell’unigenito Figlio.