San Domenico Savio: il santo adolescente con la faccia d’angelo e il cuore da supereroe
Sapete chi era San Domenico Savio? Un super eroe. Dimenticatevi Spider-Man o Harry Potter. Se cercate un giovane con superpoteri veri (tipo pazienza infinita, fede incrollabile e capacità di sopportare compagni molesti senza mai perdere la calma), allora è lui!
È arrivato il momento di ricordare San Domenico Savio, l’adolescente che ha preso sul serio la santità… ma con il sorriso.
Chi era Domenico Savio?
Correva l’anno 1842 e in un paesino del Piemonte, con più mucche che abitanti, nasce Domenico Savio. Uno di quei bambini che a otto anni già sembrava avere un abbonamento con profilo VIP con il cielo.
Alla sua prima Comunione scrisse un piano di vita che manco Steve Jobs nei suoi keynote: “Voglio farmi santo, costi quel che costi”. E non stava scherzando.
Il Batman di Don Bosco
Domenico entrò nell’oratorio di Don Bosco, che lo prese subito in simpatia. Lo descriveva come “allegro, sempre sorridente, ma serio quando si trattava di cose importanti”.
Un po’ come un Batman in versione catechista: niente mantello, ma un’agenda spirituale serratissima. Dimenticatevi le paturnie degli adolescenti, gli sbalzi d’umore, i picchi ormonali. San Domenico Savio era proprio così: savio (saggio) di nome e di fatto.
Tra le sue imprese più epiche:
- Separava le risse tra compagni con la diplomazia di un premio Nobel.
- Organizzava squadre chiamate “Compagnia dell’Immacolata” (più cool di quanto sembri) per aiutare i più deboli.
- Si offriva per scontare le punizioni al posto degli altri (santo, sì, ma anche un po’ marziano).
Una vita breve, ma piena
Morì a soli 14 anni, ma non prima di aver dimostrato che non serve una barba lunga o una tonaca per essere santi. La sua santità era fatta di piccole cose: obbedienza, amicizia, studio… e zero capricci. Un vero unicorno dell’adolescenza, insomma.
Ricorda un altro santo giovanissimo dei tempi moderni: Carlo Acutis. Anche lui determinato a farsi santo e anche lui scomparso prematuramente in giovane eta’. Ma non senza aver lasciato una traccia significativa nel mondo!
Perché ci piace Domenico Savio?
Perché era normale. Non faceva miracoli che mettevano in ombra i compiti in classe, ma viveva ogni giorno come se fosse un’occasione per migliorare il mondo — anche solo con un sorriso, una buona azione, o trattenendosi dal lanciare un libro al compagno che gli faceva cadere l’inchiostro.
In un mondo dove gli idoli dei ragazzi sono spesso tiktoker con più filtri che contenuti, San Domenico Savio è un reminder vivente (anzi, celestiale) che anche un adolescente può diventare un gigante… senza dover crescere troppo in fretta.
