Francia: boom col battesimo degli adulti. Un ritorno al cuore della fede?
A Pasqua 2025, in Francia, più di 17.800 adulti hanno ricevuto il battesimo. È un dato sorprendente, non solo per il numero in sé – già straordinario, con un incremento del 45% rispetto al 2024 – ma perché arriva da un Paese che è stato a lungo laboratorio della secolarizzazione in Europa. Eppure, qualcosa si muove.
Non si tratta di una nuova consuetudine, ma di un ritorno all’origine.
D’altra parte il battesimo, non è un semplice rito di passaggio, né un atto “sociale”: è una vera immersione pasquale nella morte e risurrezione di Cristo. Ricorda l’apostolo Paolo:
“Non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte? (…) Se siamo morti con Cristo, crediamo che anche vivremo con lui” (Rm 6,3-8).
I catecumeni dell’antichità
Questa simbologia ha plasmato per secoli la prassi liturgica. I candidati, dopo un tempo di preparazione (il catecumenato), venivano battezzati nella notte in cui si celebra la vittoria sulla morte.
Fin dai primi secoli, la notte di Pasqua era il momento privilegiato per accogliere i nuovi cristiani. I catecumeni ricevevano infatti il battesimo in questa occasione, così densa di significato per i cristiani.
Un gesto che trasformava la vita, segnando un “prima” e un “dopo”.
Tra i più famosi battezzati di Pasqua c’è Agostino di Ippona, convertitosi dopo un lungo percorso di ricerca spirituale e intellettuale, e battezzato a Milano nella Veglia del 387 da sant’Ambrogio.
Nelle sue Confessioni, Agostino descrive il battesimo come un’esperienza di liberazione e rinascita: “Come fui liberato dal peso delle mie colpe, sentii una dolcezza mai provata prima”.
Cosa significa questo bisogno di battesimo per gli adulti?
Chi sono, oggi, questi adulti che hanno chiesto il battesimo? Secondo i dati della Conferenza episcopale francese, più della metà ha meno di 35 anni.
Molti non provengono da famiglie cristiane. Non si tratta quindi di un “ritorno” alla fede dei genitori, ma piuttosto di una scoperta nuova, frutto di un percorso personale.
Il sociologo Danièle Hervieu-Léger parla di “credenti senza appartenenza”. Questi adulti scelgono di appartenere: a una comunità, a una storia, a un’identità cristiana. In un’epoca in cui tutto è fluido, il battesimo appare quasi come una scelta “solida”, una contro-tendenza.
E il catecumenato – spesso della durata di uno o due anni – diventa uno spazio di accompagnamento profondo.
Lì si riscopre il volto umano della Chiesa: la Parola ascoltata insieme, la preghiera, le domande condivise, i passi fatti a ritmo lento.
Non è un’ondata, ma un segno
Certamente, non si tratta di un’inversione di tendenza generale, e i numeri della pratica religiosa in Europa restano bassi.
L’ultimo report sulla religione (Global religion -Ipsos: https://www.ipsos.com/sites/default/files/ct/news/documents/2023-05/Ipsos%20Global%20Advisor%20-%20Religion%202023%20Report%20-%2026%20countries.pdf)
svolto in 26 paesi, rivela che il 40% degli intervistati non crede in Dio oppure è incerto.
Fra coloro che credono, i vantaggi della fede sono riconosciuti in modo molto evidente:
- Il 76% afferma che la fede aiuta a superare crisi.
- Il 76% trova nella fede un significato per la vita.
- Il 71% ritiene che la fede li renda più felici.
Dunque il numero dei credenti non è elevatissimo, ma chi crede trova forti ragioni per farlo, trovando che la fede arricchisca di significati e gioia la propria vita.
Questa potrebbe essere la chiave di lettura per questi nuovi battezzati: persone che hanno scelto liberamente e in modo consapevole di aderire alla fede cattolica.
Hanno scoperto una buona notizia in mezzo al rumore del mondo. E, in fondo, questo è il cuore della fede.
In un tempo che sembra fatto solo di “crolli”, questo boom di battesimi dice che l’annuncio pasquale non è finito. La Chiesa – nonostante limiti e fragilità – può ancora essere luogo di incontro, di verità, di rinascita.
E la notizia più bella è che la risurrezione non smette di accadere.
