Il cibo dell’anima

Vai al blog

I miei articoli:

L’anima si nutre

La frase di oggi non ci parla solo di cibo ma di anima.

Non di solo pane vive l’uomo” –dice Gesù, dopo 40 giorni di digiuno nel deserto. Ma cosa voleva dire? La frase ha un significato molto più profondo di quello letterale. Gesù non sta suggerendo una nuova moda alimentare tipo la dieta chetogenica.

Non ci parla di carboidrati raffinati o di digiuno intermittente, ma di una fame ben più profonda: quella dell’anima.

Ora, mettiamoci nei suoi sandali per un attimo. Dopo quaranta giorni senza cibo, la tentazione del diavolo di trasformare le pietre in pagnotte deve essere stata un colpo basso.
Per chiunque altro, il discorso sarebbe finito lì: pietra, magia, baguette.

Ma Gesù non cede e con una risposta secca – e piuttosto elegante – ci ricorda che l’essere umano non è fatto solo di stomaco, ma anche di anima e spirito.

Quaresima vs. Deserto: chi è il vero campione?

Oggi, molti di noi affrontano la Quaresima con l’eroismo di chi ha appena deciso di rinunciare al cioccolato o al caffè (salvo poi lamentarsene ogni giorno sui social). Ma se paragoniamo le nostre piccole rinunce con il digiuno di Cristo, il confronto è impietoso. Noi molliamo alla prima tentazione di una brioche al bar, Lui ha resistito al diavolo in persona.

Eppure, il messaggio resta essenziale, al di lá dei nostri limiti spirituali. C’è una fame che il pane (anche il più appetitoso) non può saziare. Il cibo è essenziale, ma non basta. Serve anche nutrire l’anima con qualcosa di più grande: amore, fede, ricerca del bene.

L’anima ai tempi di Instagram

In un’epoca in cui la dieta è religione, le ricette rituali liturgici e il cibo viene fotografato più che gustato, forse dovremmo chiederci: di cosa ci nutriamo davvero?
Se la risposta è “solo di pane” (o di sushi, o di avocado toast), forse è il caso di rivedere la dieta… non tanto quella alimentare, ma quella dell’anima.

Forse cerchiamo di saziare l’anima con “junk food” esistenziale? Ovvero ore sui social, shopping compulsivo, serie TV a raffica?

Nulla di male in tutto questo, ma quando diventa la nostra unica fonte di appagamento, ci troviamo più sazi fuori che dentro.

La frase di Gesù ci spinge a domandarci: con cosa sto nutrendo la mia anima?
Se la risposta è solo intrattenimento, distrazioni o cose materiali, forse è il momento di aggiungere al “menù” della nostra vita qualcosa di più sostanzioso.

Il cibo dell’anima: che sapore ha?

Se il pane nutre il corpo, cosa nutre l’anima? Ognuno può trovare la sua risposta, ma ecco qualche suggerimento:

  • Il silenzio e la riflessione: in un mondo rumoroso, fermarsi a pensare è un lusso che dovremmo concederci più spesso.
  • La bellezza: l’arte, la natura, la musica elevano l’anima a riconoscere l’opera del Creatore
  • Le relazioni vere: amare e rispettare il prossimo è più nutriente di qualunque superfood.
  • La fede e la spiritualità: per chi crede, la preghiera o la meditazione sono come pane caldo per il cuore.

Insomma, Gesù nel deserto non ci stava dicendo di rinunciare al pane (grazie al cielo!), ma di non fermarci solo a quello.
Perché un corpo sazio con un’anima affamata è come un banchetto senza gusto: riempie, ma non soddisfa davvero.

Dunque, la prossima volta che ci troviamo a lamentarci perché abbiamo saltato la merenda, pensiamo a Gesù nel deserto e chiediamoci: cosa sto facendo per nutrire anche la mia anima? Se la risposta è “niente”, forse è tempo di un digiuno… dai troppi scroll sui social.

Anima