Sant’Alessandro

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Sant’Alessandro di Alessandria: Il Vescovo che Disse “No, Grazie” all’Arianesimo

Sant’Alessandro di Alessandria, vissuto tra il III e il IV secolo d.C., è una figura che merita di essere ricordata non solo per il suo ruolo di vescovo, ma anche per la sua epica lotta teologica contro l’arianesimo.
No, non parliamo di un’antica dieta mediterranea né di una moda passeggera, ma di una dottrina cristologica che stava facendo impazzire la Chiesa dell’epoca.

Il Vescovo con Nome da Città

Innanzitutto, Sant’Alessandro ha un record piuttosto interessante: non solo era il vescovo di Alessandria, ma si chiamava pure così. Una coincidenza? Difficile dirlo. Sicuramente, i suoi concittadini non avevano problemi a ricordarsi il suo nome. Anche perché questo santo ha dalla sua molte grandiose imprese. Una su tutte: la difesa della dottrina.

La Grande Sfida: Sant’Alessandro vs. Ario

Il nemico numero uno di Sant’Alessandro era Ario, un prete carismatico che, se fosse vissuto oggi, probabilmente avrebbe avuto un canale YouTube con milioni di iscritti. Ario sosteneva che Gesù non fosse Dio allo stesso livello del Padre, e questa idea si diffuse come il video di un gattino che suona il pianoforte.

Ma Alessandro non ci stava. Per lui, la Trinità era una cosa seria e non ammetteva variazioni sul tema. Ario diffondeva eresie pericolose e andava confutato e allontanato.

Così, convocò un bel sinodo ad Alessandria. Non esattamente una vacanza organizzata, più una convention tematica. In quella occasione dichiarò Ario un eretico, cacciandolo fuori dalla Chiesa.

Ma Ario non era tipo da arrendersi e iniziò a diffondere le sue idee ovunque. La cosa diventò così seria che l’imperatore Costantino dovette convocare il celebre Concilio di Nicea nel 325 d.C.

Questo Concilio è stato un evento di portata storica. E non solo per la Chiesa dei primi secoli, ma in generale per la dottrina cattolica. Lì si decise, una volta per tutte, che Gesù e Dio erano “consustanziali”, e questa formula si trova ben spiegata nel credo di Nicea, una versione con upgrade al credo già esistente degli apostoli. Questo spiega perché, nel credo di Nicea, recitiamo: “unigenito figlio di Dio, nato dal Padre, prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre”.
A buon intenditor poche parole!

Il Concilio di Nicea: Quando la Teologia Diventa un Thriller

Immaginatevi la scena: un raduno di vescovi barbuti, in tuniche lunghe, che discutono animatamente su questioni di metafisica e natura divina.
Nicea fu il primo grande evento ecclesiastico della storia, e Alessandro fu uno dei protagonisti, una delle First star, affiancato dal suo giovane pupillo Atanasio, che avrebbe poi preso il suo posto come vescovo e continuato la lotta contro l’arianesimo.

Si dice che le discussioni fossero così accese che a un certo punto San Nicola (sì, proprio quello che poi diventerà Babbo Natale) prese a schiaffi Ario. Non sappiamo se sia andata davvero così, ma l’immagine è sicuramente d’effetto!

Il Trionfo di Sant’Alessandro e l’Eredità

Sant’Alessandro morì poco dopo il Concilio, nel 328 d.C. Chissà se la battaglia tenace contro l’eredità fu così forte da privarlo nel fisico e comprometterne la salute? Di sicuro, tutte queste battaglie teologiche lo avevano impegnato molto.

Ma il suo lavoro fu fondamentale: grazie a lui, la dottrina cristiana si consolidò e l’arianesimo venne messo al bando (anche se ci vollero ancora parecchie discussioni e qualche altro concilio e alcuni secoli, prima di seppellire l’arianesimo fra le eresie debellate).

Oggi, Sant’Alessandro di Alessandria è ricordato come un difensore della fede, un teologo di ferro e un vescovo con il nome più prevedibile della storia. Ma soprattutto, come l’uomo che non si lasciò convincere da discorsi arditi e rimase fedele ai suoi principi, senza bisogno di schiaffeggiare nessuno (almeno per quanto ne sappiamo).

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il Blog di Anna Porchetti, rigorosamente vista mare!