Messa Gregoriana

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LA MESSA GREGORIANA

Caro Padre, ho sentito parlare, a volte, di Messa gregoriana: di cosa si tratta? Cosa ha di diverso dalla Messa quotidiana?

Per Messa gregoriana (alcuni usano dire al plurale Messe gregoriane) si intendono 30 Sante Messe celebrate per 30 giorni consecutivi, con l’intenzione di aiutare l’anima di un defunto a terminare il tempo di purificazione nel Purgatorio.

Non si celebra la Messa gregoriana (le 30 Messe consecutive) per una persona viva. Non è destinata a intenzioni particolari diverse da quella volta a liberare un’anima dal Purgatorio (Sacra Congregazione delle Indulgenze, 25 agosto 1888) e non è prevista per intenzioni cumulative (più defunti contemporaneamente).

La sua origine


L’origine è da attribuire a quanto riportato nel IV libro dei Dialoghi (LVII, 14-17) del santo Papa Gregorio Magno. La vicenda riguarda un monaco di nome Giusto, appartenente al convento di Sant’Andrea a Roma, e morto senza aver confessato un peccato di avarizia. È lo stesso san Gregorio a raccontare l’antefatto:

«Erano ormai passati trenta giorni dalla morte di Giusto ed io incominciai ad aver compassione di lui, pensando con grande dolore ai suoi supplizi, e mi chiedevo se vi fosse qualche mezzo per liberarlo.
Allora, chiamato il priore del nostro monastero, Prezioso, accorato gli dissi: “Da tanto tempo, ormai, quel nostro fratello deceduto è nel tormento del fuoco.

Gli è dovuto da parte nostra un atto di carità: dobbiamo cioè aiutarlo, per quanto è a noi possibile, ad essere liberato dalla pena espiatrice. Va’, dunque, e da oggi, per trenta giorni consecutivi, abbi cura di offrire per lui il santo Sacrificio; nessun giorno passi senza che venga immolata la Vittima della salvezza perché gli siano perdonati i peccati”.

Il priore se ne andò tosto ed obbedì. Tutto preso da altre preoccupazioni, io non feci il computo dei giorni. Ma ecco che una notte il monaco che era morto apparve in visione al fratello di sangue, Copioso, il quale, al vederlo, gli chiese: “Come mai, fratello? Che ne è di te?”. E Giusto a lui: “Fino adora fui nel tormento delle pene purificatrici, ma ora sono nella beatitudine: oggi, infatti, sono stato accolto nel consorzio dei santi”».

Lo stesso san Gregorio aggiunge che altri monaci, conteggiando i giorni e il numero delle Sante Messe celebrate, si resero conto che l’apparizione che testimoniava l’accesso al Paradiso era avvenuta proprio al termine della trentesima celebrazione.

La Messa Gregoriana non ha la garanzia: soddisfatti o rimborsati

Qualche precisazione è però d’obbligo.

Non bisogna assolutamente pensare che questa antica prassi corrisponda ad una sorta di automatismo secondo la logica del “do ut des”.

Indubbiamente la celebrazione della Messa ha un valore straordinario nell’intercedere a favore dei nostri defunti, ma è solo della provvidente sapienza divina sapere se una persona è o non è in Purgatorio e se è degna di aver applicati i meriti di tali celebrazioni.

A noi che celebriamo o facciamo celebrare Sante Messe per i defunti – che sia o meno gregoriana – fa bene ricordare che stiamo compiendo in ogni caso un’opera altamente meritoria.
San Tommaso d’Aquino afferma: «l’opera soddisfattoria giova non solo a colui al quale è destinata, ma molto di più a chi la compie» (Somma Teologica, Supplemento 71, 5). 

Questo ci fa capire quali grandi meriti consegue chi, con devozione e amore, si premura di far celebrare Messe in suffragio.

In merito alla celebrazione delle Messe Gregoriane la Chiesa nel cosiddetto “Tricenario Gregoriano”, un documento dell’allora Sacra Congregazione del Concilio, il 24 febbraio 1967 ha chiarito che «la serie delle trenta messe gregoriane, anche se viene interrotta per un improvviso impedimento (per es. una malattia) o per altra ragionevole causa (per es. celebrazione di una messa funebre o di un matrimonio), per disposizione della Chiesa conserva integri i suoi frutti di suffragio, che la prassi della Chiesa e la pietà dei fedeli le hanno finora riconosciuto.Resta tuttavia l’obbligo per il sacerdote celebrante di completare quanto prima la celebrazione delle trenta messe». 

La celebrazione continuata può anche essere interrotta se si è a cavallo del Triduo Pasquale, giorni particolarissimi dal punto di vista liturgico e che non permetterebbero a nessun sacerdote di continuare considerate le norme liturgiche vigenti.

La messa non è un servizio

Inoltre, è bene chiarire che non è obbligatorio che a celebrare le trenta Messe sia sempre lo stesso sacerdote.

Infine, faccio notare come a volte si discuta a riguardo dell’offerta legata alla celebrazione di una Messa gregoriana: è unanimemente accettato il fatto che si possa lascare un’offerta maggiore in proporzione alla celebrazione di una normale Messa considerato l’impegno dovuto.

Alcune diocesi o istituti religiosi disponibili alla celebrazione di Messe gregoriane hanno delle indicazioni in proposito. Fermo restando il principio che la Messa non si compra e non si paga, restiamo sempre nel campo della pura liberalità.

In fondo l’offerta è data al sacerdote per i suoi bisogni, non paga un servizio. La celebrazione della Santa Messa – come ogni altro sacramento – non prevedono una tariffa ma solo una libera elargizione.

Messa gregoriana
il Blog di Anna Porchetti, rigorosamente vista mare!