Vorrei, ma non posso

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Vorrei ma non posso: il dramma di inciampare nel peccato

C’era una volta un uomo di buona volontà, uno che voleva fare sempre la cosa giusta. Si svegliava la mattina con le migliori intenzioni: oggi sarò paziente, oggi non cadrò nella tentazione, oggi sarò fedele alla mia vocazione cristiana.
Eppure, alla fine della giornata, puntualmente si ritrovava a lottare contro le sue debolezze, contro le inclinazioni peccaminose che lo allontanavano da Dio.

Se ti sei mai sentito così, sappi che sei in ottima compagnia! L’uomo di cui parlo è niente meno che San Paolo, uno dei giganti della fede cristiana.
San Paolo ha vissuto lo stesso dilemma esistenziale. Nella Lettera ai Romani (7,14-25), ci regala una confessione che suona incredibilmente attuale: “Non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio”. Noi, oggi, diremmo più probabilmente: “Vorrei ma non posso”.

Il paradosso di chi vuole seguire Cristo (e fallisce clamorosamente)

Immaginiamo San Paolo che lotta interiormente. Da una parte, la sua anima redenta in Cristo lo spinge a fare il bene, dall’altra la carne, la sua natura umana segnata dal peccato, lo trascina nella direzione opposta.
La battaglia spirituale che descrive è quella di ogni cristiano che desidera seguire il Vangelo ma si scontra con le proprie fragilità.

Paolo non ci gira troppo intorno. Ammette che la legge di Dio è buona e giusta, ma dentro di lui c’è una battaglia tra la volontà di fare il bene e la realtà del peccato che abita in lui. È

come se due forze opposte lottassero per il controllo della sua vita: lo Spirito che lo chiama alla santità e la carne che lo tenta con il peccato.

“Vorrei ma non posso”: il tormentone della vita cristiana

Questo concetto non è solo teologico, è l’essenza della lotta quotidiana di chi vuole essere fedele a Cristo ma si scontra con la sua umanità caduta. Pensiamo a tutte le situazioni in cui questo conflitto interiore si manifesta:

  • Il desiderio di pregare e la distrazione: “Vorrei dedicare tempo alla preghiera, ma trovo mille scuse per rimandare.”
  • Il desiderio di amare il prossimo e l’egoismo: “Vorrei essere generoso e paziente, ma alla prima difficoltà mi chiudo in me stesso.”
  • Il desiderio di purezza e la tentazione: “Vorrei vivere nella castità e nella rettitudine, ma il mondo mi offre continuamente occasioni di cadere.”

San Paolo, con il suo dilemma interiore, ci mostra che questa è una lotta che riguarda tutti, dai santi ai peccatori più incalliti.

La speranza: non siamo soli in questa battaglia

A questo punto potremmo sentirci tentati di alzare le mani e dire: “Se anche San Paolo ha avuto questo problema, figuriamoci noi!”. Ma qui arriva il colpo di scena: Paolo non si limita a lamentarsi.

Alla fine del suo discorso drammatico sul non riuscire a fare il bene che vorrebbe, esclama: “Chi mi libererà da questo corpo votato alla morte? Siano rese grazie a Dio per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore! (Rm 7,24-25).

Ecco il punto: se fosse solo un problema di forza di volontà, saremmo tutti spacciati. Non ci sarebbe guru o personal coach o metodo motivazionale che tenga. Prima o poi, ci scontreremmo con le nostre difficoltà.
Ma Paolo ci ricorda che la soluzione non sta nel diventare perfetti da soli, bensì nell’affidarci a Dio. Solo con la grazia di Cristo possiamo vincere questa battaglia interiore e camminare verso la santità.

Vorrei ma non posso è la lotta del cristiano e la vittoria della grazia

Quindi, la prossima volta che ti trovi a dire “Vorrei ma non posso”, ricorda che non sei solo. Anche i più grandi della fede hanno combattuto la stessa battaglia.
La vita cristiana non è l’assenza di cadute, ma la certezza che con Cristo possiamo rialzarci ogni volta. Non è questione di forza umana, ma di grazia divina.

Perciò, invece di abbatterci, confidiamo in Dio. Il nostro “vorrei ma non posso” diventa, con la sua misericordia, un “con Cristo tutto è possibile”.

Vorrei ma non posso
il Blog di Anna Porchetti, rigorosamente vista mare!