Per introdurre la citazione di oggi, sull’amore di Dio per i piccoli, vorrei parlarvi di un libro che ho amato molto.
Qual è il miglior libro mai scritto sull’uomo, i suoi bisogni, le sue lotte, le sue debolezze e il suo potenziale? È la Bibbia, ovviamente.
Smettiamola di saccheggiare gli scaffali delle librerie, alla ricerca dell’ultimo e definitivo manuale di auto aiuto. La Bibbia è una straordinaria opera ispirata da Dio. Ma non parla solo di Dio. Anche perché lí, ci sarebbero pochi colpi di scena.
Cosa vuoi raccontare di uno che è perfettissimo, onnisciente, onnipotente, misericordioso, infallibile, eterno, eccetera eccetera?
La Bibbia e l’umanità
Invece la Bibbia parla, e a lungo, dell’umanità. Di uomini e donne peccatori, santi, re, pastori, madri di famiglia. Uomini e donne che incontrano il divino nella vita quotidiana, che dialogano con Dio, lo pregano, lo invocano, si lamentano con lui di questo e quello.
La Bibbia ci attrae così tanto perché le storie di quegli uomini e donne e della loro fede, imperfetta o tenacissima, ci parlano molto di noi.
E, all’interno della Bibbia, amiamo Gesù. Molto più di qualunque star, supereroe o personaggio pubblico, Gesù è una guida. Traccia quel comportamento ideale che dovremmo adottare da credenti e da cui siamo spesso lontani.
Anche qui ci possiamo immedesimare: nei discepoli, che lo amano, anche se non sempre lo capiscono e nell’umanita varia di pubblicani, centurioni, samaritane, ciechi, zoppi, lebbrosi.
I piccoli e il Regno
Proprio in questo contesto si inserisce la citazione evangelica della settimana, che mi è stata inviata da Donatella Ranieri:
“Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché ai piccoli hai rivelato i misteri del Regno”
Si tratta del Vangelo di Matteo (Mt, 11-25). Un passo importantissimo, che sottolinea proprio come noi piccola umanità ordinaria, siamo al centro dell’amore di Dio.
Non occorre essere re, sapienti, gente in vista. La nostra fede in Lui è tutto quello che serve, perché ci si aprano le porte del regno di Dio. Dio non è elitario, snob, desideroso di relazionarsi solo con i VIP. Lui è popolare, nel senso più nobile del termine. Ana il suo popolo.
Lui non ha bisogno, per amarci, che gli dimostriamo qualcuna delle abilità e dei successi che ci valgono ammirazione da parte degli uomini. Al contrario, essere semplici, ingenui, umili, sono caratteristiche che ci rendono amati.
Dice Donatella:
I piccoli per me sono: gli occhi dell’ammalato; sono gli occhi di chi ha paura; sono gli occhi di chi è smarrito; sono gli occhi di chi è perduto. Nella malattia ho abbracciato Gesù perché la Sua Croce mi ha tracciato il cammino.
E dunque, noi piccoli non abbiamo orgoglio o testardaggine che ci impediscano di metterci nelle mani di Dio. E lui ci guida, ci sostiene, fa il tifo perché riusciamo a entrare in quel regno, di cui vuole rivelarci il mistero.
