Santa Batilde: Da schiava a regina e poi santa.
Il 30 gennaio la Chiesa ricorda una santa: Batilde, regina dei Franchi. Una carriera da far impallidire qualunque guru delle risorse umane.
Avete presente la fiaba della ragazza umile, la serva, che sogna un finale diverso, per la sua vita di ristrettezze? perché, se si sogna, tanto vale farlo in grande.
Ecco, la storia di questa santa sembra una versione medievale di Cenerentola, ma con molta più spiritualità.
Se pensate che le vostre giornate siano complicate, aspettate di sentire la storia di Santa Batilde. Nata nel VII secolo, questa ragazza sembra davvero la protagonista di una fiaba o, come forse sarebbe più attuale oggi, di un film di Hollywood o da una serie di Netflix.
Nella vita passa dall’essere una schiava a diventare regina di Francia, con un finale a sorpresa di santità.
Il curriculum di Batilde: esperienze variegate
Batilde, è una straniera. Sappiamo poco della sua vita, prima che venga catturata e ridotta in schiavitù, appena bambina. Probabilmente è di origine anglosassone, della sua famiglia non si sa nulla. Batilde finisce schiava alla corte dei Franchi.
Probabilmente è stata venduta da qualche pirata che si era specializzato nel settore dell’import export di esseri umani. Ai tempi doveva essere un bel business, visto che aprire una startup non era ancora un’opzione.
La partenza non è quindi delle migliori. Batilde sembra destinata a una vita di umili servizi, priva di diritti e di protezione: è schiava, orfana e per di più straniera. Invece, la ragazza attira l’attenzione nientemeno che del re Clodoveo II.
E qui succede il prevedibile colpo di scena, degno delle migliori fiabe e film romantici: il re si innamora di lei.
La storia non rivela quei dettagli di cui saremmo curiosi. Niente resoconto del colpo di fulmine col re, del corteggiamento, della proposta di matrimonio. Quello che non è detto, possiamo tentare di immaginarlo.
Immaginiamo che Batilde sia bellissima e, probabilmente, anche di buon carattere. Carattere che le ha permesso di affrontare le durezze della sua condizione di vita e che di sicuro ha a che fare con la sua profonda fede.
Una romantica love story
Clodoveo potrebbe farne la sua amante: i re dei tempi antichi (forse pure quelli dei tempi attuali) spesso si concedono relazioni con dame o persino con serve e schiave.
Invece, contro ogni pronostico medievale, Clodoveo se la sposa. Sicuramente Batilde gli ha ispirato un amore nobile e romantico, che il re ha voluto onorare nell’unico modo possibile: col matrimonio.
D’altro canto, il bello di essere re è anche che puoi decidere quello che desideri, senza dover dare spiegazioni ad altri.
Da schiava a regina? Roba che farebbe impallidire qualsiasi storia di carriera su LinkedIn.
Batilde, regina con un’agenda piena
Diventata regina, Batilde non si limita a scegliere i tappeti per il palazzo. Gioca un ruolo attivo, il che ci fa pensare che il suo carattere, oltre che buono, deve essere stato deciso.
Batilde prende in mano la politica e comincia a fare riforme serie. La sua missione principale? Abolire la schiavitù e riscattare coloro che sono già schiavi nel suo regno, soprattutto i bambini.
Anche se è diventata regina, non ha certo dimenticato il suo recente passato e vuole ridare la piena dignità a chi vive da schiavo.
Un piano ambizioso, come se un ex pendolare riuscisse a eliminare il traffico in tangenziale e il ritardo sui treni, ma ancora meglio!
Non contenta, promuove la fondazione di monasteri e si prende cura dei poveri, aiuta i più deboli. Mostra che essere una sovrana non significa solo indossare bei vestiti e godersi la vita.
L’imprevedibile colpo di scena medievale
Il matrimonio con Clodoveo è felice e viene benedetto dalla nascita di eredi. Batilde e Clodoveo diventano genitori di tre maschi, che saranno tutti sovrani: i futuri re Clotatio III, Childerico IO e Teodorico III.
Ma qui scatta un altro colpo di scena: Clodoveo muore giovane, lasciando sola Batilde e i figli ancora bambini.
Batilde reggente di Francia
Batilde, da madre single in un’epoca molto turbolenta, deve rimboccarsi le maniche e lottare per il futuro dei figli. In molti, infatti, aspirano al trono di Francia e se ne impossesserebbero volentieri.
Dopo la morte del marito, Batilde fa da reggente per il figlio primogenito. Ma siccome il Medioevo senza intrighi di palazzo non sarebbe il Medioevo, alcuni nobili cercano di metterla da parte.
Lei, con la classe che la contraddistingue, non si fa coinvolgere in intrighi e guerre di potere. Attende che il figlio diventi maggiorenne e, quando questo avviene, decide di ritirarsi in convento a Chelles.
Una sorta di pensionamento anticipato, per meriti di servizio.
Santa per acclamazione
Nel monastero, Batilde si dedica a quello che realmente le sta a cuore: alla preghiera e all’assistenza ai bisognosi.
Lo fa con un’energia che farebbe impallidire qualsiasi influencer del volontariato. Dopo la sua morte, la sua fama di benefattrice cresce fino a farle guadagnare la canonizzazione.
Morale della storia? Se la vita vi mette alla prova, ricordatevi di Santa Batilde: da schiava a regina, moglie, madre e infine santa.
Una carriera degna di nota, e tutto senza bisogno di un profilo social, un master in America, né di una famiglia influente alle spalle.
