Anno nuovo, solita vita? I buoni propositi

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Buoni propositi ne abbiamo?

Anno nuovo, vita nuova! O meglio, anno nuovo, stessi buoni propositi dell’anno scorso. Un usato sicuro, solo che questa volta ho una rinnovata e ingenua speranza di farcela.
Almeno credo.

Quest’anno, ci impegniamo davvero! Forse. Ecco un resoconto dei miei nobili (e ambiziosi) buoni propositi per il 2025, pronti a sfidare la mia innata tendenza a cedere alla cioccolata e all’entropia universale.

Andare a letto presto e svegliarmi presto

Si dice che: “il mattino ha l’oro in bocca”. E io ci credo, anche se finora l’unica cosa che ho trovato al mattino è la bocca impastata dal sonno e una voglia irrefrenabile di spegnere la sveglia.
Ma quest’anno cambio registro: a letto alle dieci e sveglia alle sei! L’immagine di me stessa come persona fresca, energica e produttiva è così irresistibile che sono già tentata di metterla sul curriculum.

Poi penso al “dramma delle 22:01”, quando un libro mi chiede se voglio continuare a leggerlo, ché siamo proprio al clou. Oppure ho un articolo da finire per il blog, e la sindrome del foglio bianco. O, infine, devo ancora finire di lavare piatti e pentole (ecco un altro buon proposito: trovare una lavastoviglie che duri qualche anno). Ecco, è tardi, eppure, e già sento che sarà dura andare a letto!

Buoni propositi che riducono l’entropia dell’universo: Smettere di perdere tutto in giro

Se ci fosse una medaglia d’oro per le sparizioni misteriose, sarei già campionessa olimpica.
Il telefono? Sempre in modalità “nascondino professionale”.

Gli occhiali? Ritrovati puntualmente sulla mia testa dopo un’ora di panico. E

non parliamo delle chiavi, che sembrano avere una vita segreta e viaggiare per conto loro. Quest’anno, fra i buoni propositi, prometto di organizzarmi meglio. Esiterà pure qualcuno di quei gadget tecnologici che suonano, quando hai bisogno di trovarli! Qualche intelligenza artificiale che ti svela all’orecchio dove hai lasciato la borsa, se non la trovi. Anche se, conoscendomi, perderei pure il gadget tecnologico!

Buoni propositi spirituali: Pregare di più

E al di là dei miei particolari difetti ed errori ricorrenti, tutti profani, conviene inserire alcuni buoni propositi spirituali. Per esempio, pregare di più!
La preghiera è fondamentale, e lo so bene. Il problema è che nella mia mente funziona così: “Ora mi metto a pregare! … Aspetta, chi era quel santo che faceva il digiuno? … Ma il digiuno significa niente panini con la mortadella? No, dai, io e la mortadella siamo inseparabili. A proposito, ho messo in carica il telefono?”
E mentre i pensieri vagano, mi ritrovo a chiedermi se sia il caso di pregare anche per la mia capacità di rimanere concentrata. Quest’anno, però, vorrei davvero dedicare più tempo a Dio e meno ai miei voli pindarici. Una sfida degna di un eremita del XXI secolo. Né, insomma, non esageriamo.
Io il raccoglimento eremitico lo vivo solo, pochi minuti al giorno, in coda in tangenziale. Quando non ci sono figli, né lavoro a richiamare la tua attenzione. E nemmeno sempre, eh! Perché ogni tanto c’è chi usa il clacsono come un’arma di distrazione di massa. O ti taglia la strada. Ma magari, almeno quei minuti posso impiegarli così.

Smettere di dichiararmi a dieta e poi trangugiare tavolette di cioccolata

Ecco il più realistico dei miei buoni propositi: accettare che, tra me e il cioccolato, non sarà mai una separazione consensuale.
Però, almeno, potrei smetterla di mentire spudoratamente a me stessa e agli altri. “Sono a dieta”, proclamo con orgoglio davanti a un’insalata.

E poi, a tarda notte, lontana da testimoni scomodi, nella casa silenziosa e addormentata, mi trovo ad aggredire una tavoletta di cioccolato. Quest’anno, il piano è: meno bugie, più moderazione. Ce la farò? Sì, certo, mentre volo su un unicorno.

Leggere i libri che ho in arretrato, soprattutto alcune vite di santi

Il mio comodino è un monumento all’ambizione letteraria: pile di libri che sembrano dire “quando hai intenzione di leggerci?”.

Tra saggi e biografie di santi, il messaggio è chiaro: vorrei trovare ispirazione per la mia vita. E magari anche imparare qualcosa da chi, prima di me, ha trovato modi creativi per non procrastinare (e per vivere con santità).
Il fatto è che, per quanto santo e operatori di miracoli, non potranno farmi giungere le loro sante vite per osmosi, solo tenendo le loro biografie sul comodino.

Bisognerà proprio trovare il modo di leggerli, questi libri. Si? Ma quando?

Se solo non ci fosse quell’amica che chiama o quella figlia che ha bisogno di aiuto o qualunque altro imprevisto! Toccherà far spazio.

L’ultimo dei miei buoni propositi: Ricordare più spesso che tutto è un dono di Dio

A volte mi dimentico che, in mezzo a corse, impegni e distrazioni, la vita è davvero un dono. Questo è davvero il più importante dei buoni propositi di quest’anno. Coltivare la gratitudine. È una idea che mi piace particolarmente.

Implica fermarsi e apprezzare le piccole cose: una giornata di sole, una risata condivisa, una cioccolata calda (eh sì, torna sempre).

Devo esercitarmi a mettere da parte l’ansia di “fare tutto”. Imparare a vivere con più gratitudine.
Anche se questo potrebbe voler dire ringraziare Dio persino per la sveglia del mattino (ma su questo ci sto ancora lavorando).

Troppo spesso dimentico che tutto quello che vivo è un dono. Non c’è nulla che mi sia meritata in proprio. I doni vanno apprezzati, il donatore va ringraziato.

In conclusione: ce la farò a mantenere questi propositi? Probabilmente no. Ma l’importante è provarci, con il giusto mix di allegria, preghiera e cioccolata.
Del resto, se anche i santi hanno avuto momenti difficili, chi sono io per giudicarmi troppo severamente? Anno nuovo, nuovi tentativi… di onorare i buoni propositi e magari qualche passo in più verso una versione migliore di me stessa!

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