Te Deum, il vero discorso fine anno più … una sorpresa!
A fine anno, si sa, ci si scambiano ringraziamenti e buoni auspici, si fanno bilanci e previsioni, tirando un po’ le somme dei trecentosessanta cinque (o trecentosessantasei, dipende se l’anno è bisestile, com’è stato questo 2024) passati. Senza dimenticare i discorsi: si fanno, si leggono, si ascoltano.
Ma c’è n’è uno, in particolare, che dovrebbe diventare davvero la prima e più bella abitudine. È il discorso di fine anno con Nostro Signore, il vero Presidente delle nostre anime, delle nostre vite, dei nostri cuori.
Dovremmo proprio prenderci del tempo per stare con Lui, per parlare con Lui, per confidarci con Lui, per dirgli “grazie” ma anche “scusa”. Per assicurargli “ci voglio provare davvero nell’anno nuovo che mi stai per donare”, per garantirgli che “anche se sarà difficile, camminerò con Te”.
Un discorso intimo, personale, profondo. Un discorso vero, senza maschere né fronzoli, senza abbellimenti o inutili giri di parole, senza false promesse, senza compromessi.
Fine anno, un tempo per…
Un tempo da trascorrere insieme, senza dimenticare mai che Dio è il Signore del tempo quindi ogni mese, settimana, giorno, ora o minuto che abbiamo vissuto e che ancora vivremo hanno un artefice. Uno e uno soltanto.
La Chiesa ha una vera e propria liturgia di fine anno, pregata il 31 dicembre.
È il Te Deum laudamus, espressione latina. Significa “Noi ti lodiamo Dio”, nota semplicemente come Te Deum.
Vale la pena riportare integralmente almeno la traduzione in lingua italiana (l’originale in latino, spesso cantata, si trova con molta facilità su internet):
Noi ti lodiamo, Dio, ti proclamiamo Signore. O eterno Padre, tutta la terra ti adora. A te cantano gli angeli e tutte le potenze dei cieli: Santo, Santo, Santo il Signore Dio dell’universo. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Ti acclama il coro degli apostoli e la candida schiera dei martiri; le voci dei profeti si uniscono nella lode;
la santa Chiesa proclama la tua gloria,adora il tuo unico Figlio e lo Spirito Santo Paraclito. O Cristo, re della gloria, eterno Figlio del Padre,tu nascesti dalla Vergine Madre per la salvezza dell’uomo. Vincitore della morte,
hai aperto ai credenti il regno dei cieli. Tu siedi alla destra di Dio, nella gloria del Padre. Verrai a giudicare il mondo alla fine dei tempi. Soccorri i tuoi figli, Signore, che hai redento col tuo Sangue prezioso. Accoglici nella tua gloria nell’assemblea dei santi. Salva il tuo popolo, Signore, guida e proteggi i tuoi figli. Ogni giorno ti benediciamo, lodiamo il tuo nome per sempre. Degnati oggi, Signore, di custodirci senza peccato. Sia sempre con noi la tua misericordia: in te abbiamo sperato. Pietà di noi, Signore, pietà di noi. Tu sei la nostra speranza,
non saremo confusi in eterno.
Origini del Te deum
Le origini di questa meravigliosa preghiera sono incerte; alcuni lo attribuiscono a Sant’Ambrogio e Sant’Agostino, che l’avrebbero composta in occasione del battesimo di quest’ultimo, avvenuto a Milano nel 386.
Altri, invece, ritengono sia stata scritta da San Niceta, vescovo di Remesiana (nome dell’attuale cittadina serba di Pela Balanka).
Quello che conta, più del o degli autori, è il senso, il contenuto di questa lode. Mi piace definirla un “Credo esteso”, dato che contiene tutti gli elementi “base” del credo cattolico più i riferimenti al Sangue di Cristo, al nome di Gesù, alla Misericordia.
Questo sì che è un bel discorso di fine anno!
Il fine anno dei credenti
Un ringraziamento senza tempo, antico e pure sempre attuale, modernissimo, e che sempre deve spingerci a farci delle domande, a porci degli interrogativi: abbiamo dato spazio a Dio, in quest’anno?
Abbiamo vissuto con Lui o come se non esistesse? Lo abbiamo testimoniato? Abbiamo cercato di parlarne in famiglia, con i coniuge, i figli? Lo abbiamo fatto con i colleghi, gli amici, i vicini di casa?
Sempre e comunque, anche quando rischiavamo di essere presi in giro?
Salutiamo il fine anno
Un paio d’anni fa ho trovato nei social una bellissima riflessione in spagnolo che si chiama, in italiano, “Preghiera per salutare l’anno”. Va la traduco qui di seguito, di modo che ciascuno possa farla propria, diffonderla, inspirarsi.
“Signore Gesù, prima di terminare l’anno desidero ringraziarti per tutto quello che ho ricevuto durante questo [2024, ecc …]. Grazie per ciascun giorno di vita, per i doni ricevuti, l’amore, la famiglia, il lavoro … per le allegrie e le tristezze, per quello che è stato e per quello che non è potuto essere. Grazie per ciascuna persona che hai messo sul mio cammino.
Grazie per l’effusione della tua Grazia, per il tuo amore, misericordia e pace … ma anche per ciascun deserto. Grazie per venirmi incontro e aspettare con pazienza ogni ritorno. Grazie per ciascun secondo anche quando non sempre ne sono stato cosciente …
Grazie per chiamarmi a servirti e lasciar che io sia tuo strumento. Perdonami per le opere vuote, senza entusiasmo o senza sforzo. Perdonami per le volte in cui ti ho evitato e in cui ho disperso il mio tempo.
Ti consegno questo anno che inizia, Signore, padrone della vita e del tempo. Voglio camminare nella tua mano, con ottimismo e bontà, confidando nella tua volontà a provvidenza. Accresci, giorno dopo giorno, la mia fedeltà a te e il mio desiderio di santità. Che tutto sia sempre per la tua gloria. Amen”.
Spero che questa sorpresa finale vi sia piaciuta! Ne approfitto per augurare, a tutti e a ciascuno, un Santo Anno Nuovo con Gesù e Maria.
Fabrizia Perrachon
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