Tutto chiede salvezza: la storia di Nirvana

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Nirvana è morta. Nella sua relativamente breve esistenza, cinquantasette anni, ha vissuto molte vite. È nata a Fiume, ha vissuto in Germania. A poco meno di quarant’anni è arrivata a Como. Non si sa molto di questo ultimo periodo.

Nirvana non possedeva nulla, nemmeno affetti o amicizie. Mangiava alla mensa della Caritas e pare che pregasse molto. Forse solo i volontari della Caritas scambiavano qualche parola con lei. 

Viveva in una casa di proprietà del comune. Nirvana viveva alla giornata, di provvidenza. Ma non è la povertà la vera protagonista di questa tragedia.

Morire in solitudine o di solitudine?

Nirvana è morta sola, dopo essere vissuta in un’ancora più profonda solitudine. Un’ombra, una presenza quasi invisibile.
Nirvana non aveva amici, né parenti. Nessuno che tenesse a lei, che si sia interessato alla sua vita, né alla sua morte.

Nirvana ha vissuto una vita intera, come se fosse di troppo. 
Senza amicizie, né una sola persona cara con cui dividere le sue emozioni, le sue necessità, i suoi problemi. 

Nessuno che sentisse la sua mancanza. Ci sono voluti nove mesi, per scoprire la sua morte. Solo quando il cattivo odore si è fatto insopportabile, i vicini hanno dato l’allarme.

L’urlo di Nirvana


Nirvana forse è morta di fame, di stenti, di tristezza. L’hanno trovata così, senza apparenti segni di malattia o violenza. 

Morta in silenzio, come in silenzio ha vissuto.

Un funerale quasi deserto, il suo. Solo trenta persone. Un ultimo saluto, popolato solo dagli habitué della messa delle nove del mattino.

Nessuno che fosse lì solo per lei. Che volesse ricordare Nirvana, versare una lacrima per lei.

Nei vent’anni passati a Como, avrà cercato inutilmente di trovare la sua strada. 

A darle conforto solo un crocifisso, che portava al collo, con cui l’hanno trovata. Un’unica compagnia, in un deserto di indifferenza e anonimato. 

La vita è stata spietata con lei, e Nirvana si è attaccata all’unico che non ti abbandona mai. A quel Dio che, come dicono i salmi: è roccia, fortezza, liberatore, rupe in cui rifugiarsi (Sal 18, 3).

Dietro al ciondolo col crocifisso, Nirvana aveva un biglietto con un urlo disperato: “salvatemi”. Un urlo che chi le passava accanto non ha saputo o voluto ascoltare.

Adesso non sarà più sola.

Tutto chiede salvezza, e solo Dio risponde. 

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