La confessione, istruzioni per l’uso

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La confessione

Caro Padre, ho una domanda a proposito della confessione. Quando devo confessarmi mi vergogno molto, perché il mio parroco mi conosce da quando ero ragazzo e conosce anche i miei genitori. Come mi devo comportare?

Ogni battezzato può confessare i propri peccati ad un sacerdote (che abbia le debite
facoltà) o vescovo validamente ordinato: questo per chiarire!
Quando si parla di facoltà per confessare, si sta facendo riferimento, per dirla in modo semplice, a quella specifica autorizzazione che la Chiesa concede per esercitare validamente e lecitamente il ministero della confessione ed impartire l’assoluzione sacramentale.

E’ una sorta di requisito aggiuntivo che ogni sacerdote ha o in forza del servizio che svolge (ad esempio se è un parroco) o in forza di una concessione ulteriore (se, ad esempio, ha compiti di curia, insegna, è ancora uno studente, o altro). Non vi è, quindi, nessun obbligo particolare nel confessarsi con il proprio parroco.

L’importanza della confessione

È vero, non mi voglio nascondere dietro una foglia di fico. Anche io, sempre più spesso, sento dire che è difficile trovare un sacerdote per confessarsi: ma questa è una mezza verità. E mi spiego. È una verità parziale, perché da un lato non è facile trovare, entrando in una chiesa, il confessionale illuminato che ti invita a deporre i peccati in quel tribunale di misericordia. Ma è anche vero che, se ci si impegna, si trova un luogo dove trovare sempre qualcuno disponibile: e questo vale sia nelle grandi città che nei piccoli paesini.

Magari non il tuo, ma in quello accanto troverai sempre un vecchio prete o un religioso che fa del ministero della confessione la sua strada per il Paradiso.
Molti non mi crederanno ma di santi sacerdoti ne è pieno il mondo ed io ne conosco tanti; sono un po’ come tesori nascosti che bisogna scovare e, come per ogni tesoro, la caccia non è semplice, richiede impegno, perseveranza e volontà decisa.


Cosa significa avere una volontà decisa? Semplice! Per capire se hai la volontà di trovare un confessore che ti aiuti, vale, in parte, quanto detto qualche settimana fa per il direttore spirituale: ci devi pregare! Chiediamoci: «ho mai chiesto a Dio, il Padre che da cose buone ai Suoi figli, di darmi la grazia di un santo confessore? O mi accontento del primo che capita?»


A tal proposito, aggiungo una nota sulla confessione durante la celebrazione eucaristica.
Fermo restando che durante la Santa Messa ci si possa confessare, resta però che se uno
lo fa sistematicamente – si confessa sempre durante la Messa – vuol dire che sta vivendo
l’etica del “due per uno” cioè Messa e Confessione nello stesso tempo. E così non va
bene!

La pulizia dell’anima

Ci può essere la necessità di doversi confessare, una volta tanto, ma nell’epoca in cui anche i barbieri hanno le app per prendere appuntamento, penso sia opportuno ritagliarsi il tempo per la “pulizia” dell’anima così come avere del tempo per partecipare al Sacrificio di Cristo in modo esclusivo e non con intermezzi di altri sacramenti.

Infine, per stare al cuore della domanda: provi vergogna per i tuoi peccati? Quella vergogna è benedetta! Vuol dire che la tua coscienza non si è ancora assuefatta al male compiuto. In fondo la contrizione richiesta può e deve portare a provar vergogna.

È tanta e insopportabile? Allora vai da un altro a confessarti nella consapevolezza, comunque, che
non serve che un sacerdote sia santo, che ti stia simpatico, che sia sempre lo stesso o sia
di nostro gradimento: quello che serve è che abbia, come sopra detto, le facoltà di
assolvere validamente.


E, se non bastasse, il desiderio della Chiesa di salvare le anime è talmente grande,
sull’esempio del suo Signore e Maestro, il Cristo, che, se anche un sacerdote fosse per qualche ragione impedito dal concedere l’assoluzione, essa sarebbe validamente concessa in caso di pericolo di morte, nella drammatica consapevolezza di cosa potrebbe significa che un’anima si possa perdere morendo in peccato mortale.


In fondo, a ben pensarci, la vergogna provata è essa stessa un momento di espiazione,
occasione di una coscienza che vuol risorgere alla luce santificante del Cristo.

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