La luce della Medaglia Miracolosa di Santa Caterina Labouré (di Fabrizia Perrachon)

Vai al blog

I miei articoli:

Novembre, la Medaglia Miracolosa, la storia di Santa Caterina Labouré

Novembre è un mese buio, freddo, nebbioso e spesso malinconico. È in autunno ma strizza l’occhio all’inverno.
Le ore di luce si riducono drasticamente, così come l’entusiasmo degli amanti del sole, del caldo e dell’estate.

Novembre sembra fatto apposta per fermarsi, riflettere, rallentare. E, per quanto personalmente sia uno di quelli che – dal punto di vista meteorologico – mi piacciono meno, è un mese straordinario.

Un mese di comunione tra Cielo e terra nella luce della Medaglia Miracolosa e la sua storia straordinaria. Una storia che coinvolga e una giovane suora, divenuta più santa: Caterina Labouré.

La Medaglia Miracolosa è la storia di Caterina Labouré


Nella scarsità di luce di questo periodo, infatti, brilla preziosa la presenza di quello che mi piace definire “il pegno” di Maria: la Medaglia Miracolosa, donata nel 1830 a Caterina Labourè. La giovane, all’epoca, era novizia nella Compagnia delle Figlie della Carità, nel convento parigino in Rue du Bac 140.

Leggendo delle Apparizioni forniteci direttamente da Caterina Labouré, notiamo che le manifestazioni di Maria avvengono in periodi del giorno – o della notte – nei quali il sole volge al declino. Oppure, non c’è proprio.

Il 18 luglio 1830 sono circa le 23:30 quando la giovane suora si sente chiamare da un bambino, prontamente identificato come il proprio angelo custode.

Le dice: “Alzati subito e vai nella cappella, la Santissima Vergine ti aspetta”. Fuori ci sono le tenebre ma la Vergine Santissima rischiara tutto con la sua luce celeste. Il piccolo compagno non lascia Caterina Labouré sulle spine.
Giunti in cappella le dice chiaramente “Ecco la Beatissima Vergine!”.

Proprio come una figlia fa con la madre, Caterina si accovaccia ai piedi di Maria, guardandola rapita e appoggiandole teneramente le mani sulle ginocchia. Nelle sue memorie, la suora scriverà che “Quel momento fu il più dolce della mia vita”.

L’apparizione a Caterina Labouré


Anche il 27 novembre il sole se n’è già andato. Sono le 17:30 quando, durante la preghiera in cappella, Caterina Labouré vede Maria in piedi sopra il mezzo globo terrestre.
La Vergine schiaccia con i piedi un serpente.
Le mani sono piene di anelli che emanano fasci di luce coloratissimi.

Caterina chiede spiegazioni e si sente rispondere che “Questi raggi sono il simbolo delle grazie che spargo sulle persone che me le chiedono”. Tale frase meravigliosa e potentissima – dimostrazione che Maria è onnipotente per Grazia – troneggia nella Cappella di Rue du Bac.

Mi ha sempre profondamente colpito. Non solo quando ho potuto ammirarla di persona, ma da fin dal momento in cui ne sono venuta a conoscenza.

La bellezza del messaggio materno

Approfittiamone! Diffondiamo la bellezza del messaggio materno, indossiamo e facciamo conoscere la Medaglia Miracolosa.
Non come un amuleto o pensando che Dio sia un jukebox del tipo “schiaccio il tasto e parte la Grazia”.

No, non funziona così! funziona che io mi affido in umiltà. Mi capacito che da solo posso poco e che ho bisogno di entrare in sintonia con il Cielo, fidarmi del Padre, abbandonarmi alla sua Volontà, facendola mia, desiderandola e perseguendola.

È così che arrivano i prodigi e, quando servono, anche i miracoli. In un disegno più alto, più vero e sempre improntato al Bene.

La luce di novembre


Ecco allora che il buio mese di novembre trova delle luci radiose in grado di rischiarare non solo le tenebre oggettive del periodo e ma anche quelle spirituali: la Medaglia Miracolosa e la Comunione dei Santi.

Già perché novembre non è semplicemente – e sbrigativamente – il “mese dei morti”.

È, piuttosto, un mese di comunione tra Cielo e terra, un periodo nel quale approfondire il significato della vita sulla terra e di quella nell’Aldilà, del rapporto tra i vivi e i defunti ma, soprattutto, chi siano veramente i vivi e chi i defunti.

Chi è, infatti, davvero morto? Colui che riposa al cimitero ma, magari, abita il Cielo o colui che, pur continuando a mangiare, respirare, ecc …, ha l’anima completamente immersa nel male?


La Mamma, che non solo ci ha donato la sua preziosa Medaglia ma che non ci lascia un solo istante, ha ribadito – ancora una volta – la preziosità e la grandezza del mistero della Comunione dei Santi nell’ultimo Messaggio donatoci attraverso la veggente Marja Pavlovic.

“Cari figli! In questo tempo, quando celebrate il giorno di tutti i Santi, chiedete la loro intercessione e preghiere, affinché nella comunione con loro, troviate la pace. I santi siano per voi intercessori ed esempi da imitare per vivere una vita santa. Io sono con voi ed intercedo presso Dio per ciascuno di voi. Grazie per aver risposto alla mia chiamata” (Messaggio del 25 ottobre 2024, con approvazione ecclesiastica).


Toh, ancora una volta dal buio alla luce, dall’affanno alla pace, dalla mediocrità del mondo alla santità del Cielo. Devo ricredermi: novembre è un mese bellissimo!
Fabrizia Perrachon

Seguimi sul Blog: www.annaporchetti.it

il mio libro si trova qui: https://amzn.to/3VqM5nu

per ricevere gli aggiornamenti su blog e podcast, iscriviti al canale Telegram: https://t.me/annaporchetti