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Dilexit nos, l’enciclica del Papa

Caro Padre, nelle ultime settimane ho sentito parlare di un’enciclica papale: Dilexit nos, di cosa tratta questa enciclica e a cosa serve un’enciclica?

Sì, nelle ultime settimane (il 24 ottobre 2024) è stata pubblicata la quarta enciclica di Papa Francesco, dal titolo Dilexit Nos: le tre precedenti encicliche sono state Lumen Fidei (29 giugno 2013, scritta a quattro mani con Papa Benedetto XVI), Laudato si’ (24 maggio 2015) e Fratelli tutti (3 ottobre 2020).

Diciamo subito, per chi non lo sapesse, che solitamente le encicliche prendono il nome dalle prime parole del testo in latino.

L’enciclica ultima parla «sull’amore umano e divino del Cuore di Gesù Cristo» ed ha colpito molti essendo in controtendenza rispetto al genere argomentativo delle precedenti encicliche di Papa Francesco focalizzate su specifici temi di dottrina sociale.

I motivi della Dilexit nos

I motivi dell’enciclica li indica lo stesso Papa «Ciò che questo documento esprime ci permette di scoprire che quanto è scritto nelle Encicliche sociali Laudato si’ e Fratelli tutti non è estraneo al nostro incontro con l’amore di Gesù Cristo, perché, abbeverandoci a questo amore, diventiamo capaci di tessere legami fraterni, di riconoscere la dignità di ogni essere umano e di prenderci cura insieme della nostra casa comune» (Dilexit nos, 217).

E poi, al n° 31 aggiunge: «questo Cuore Sacro è il principio unificatore della realtà, perché “Cristo è il cuore del mondo; la sua Pasqua di morte e risurrezione è il centro della storia, che grazie a Lui è storia di salvezza”. Tutte le creature “avanzano, insieme a noi e attraverso di noi, verso la meta comune, che è Dio, in una pienezza trascendente dove Cristo risorto abbraccia e illumina tutto”. Davanti al Cuore di Cristo, chiedo al Signore di avere ancora una volta compassione di questa terra ferita, che Lui ha voluto abitare come uno di noi. Che riversi i tesori della sua luce e del suo amore, affinché il nostro mondo, che sopravvive tra le guerre, gli squilibri socioeconomici, il consumismo e l’uso anti-umano della tecnologia, possa recuperare ciò che è più importante e necessario: il cuore».

Le frequenti e lunghe citazioni di questa mia risposta desiderano spronare alla lettura diretta dell’enciclica. È abitudine (cattiva) diffusa abbeverarsi dei commenti presenti sui social, dei titoli giornalistici non sempre obiettivi, se non, addirittura, ideologizzati e pregni di preconcetti. Questo vale per un’enciclica, certo, ma anche in ogni altro ambito: andare alla fonte è dovere di ognuno qualora si decida a metter bocca su un argomento onde evitare di cadere nell’errore e trascinarvi gli altri.

L’importanza delle enciclice

Un’enciclica è magistero pontificio ordinario e universale. Rino Fisichella ci ricorda che nelle encicliche si trattano le «questioni che toccano i contenuti della fede e della morale, e si indirizzano a tutta la Chiesa sparsa nel mondo. Scopo di un’enciclica è di educare il popolo cristiano alla maturità della fede dinanzi alle diverse sfide che le mutate condizioni storiche provocano, così da permanere sempre nell’unità della fede confermata dal servizio apostolico reso visibile dall’insegnamento del successore di Pietro». Da qui nasce il dovere di ogni battezzato di leggerla.

Dilexit nos e la pietà popolare

Tra i punti che mi hanno colpito di questa enciclica desidero condividere il richiamo del Papa al n° 160: «Chiedo che nessuno si faccia beffe delle espressioni di fervore credente del santo popolo fedele di Dio, che nella sua pietà popolare cerca di consolare Cristo. E invito ciascuno a chiedersi se non ci sia più razionalità, più verità e più saggezza in certe manifestazioni di questo amore che cerca di consolare il Signore che non nei freddi, distanti, calcolati e minimi atti d’amore di cui siamo capaci noi che pretendiamo di possedere una fede più riflessiva, coltivata e matura».

Nell’epoca dell’esaltazione delle emozioni, quando il desiderio prende il sopravvento sulla razionalità al punto di dettar legge, ritornare al Cuore che tanto amò il mondo può solo farci bene. E chissà che, aiutati nell’approfondire una devozione solo apparentemente anacronistica, si prenda consapevolezza, invece, della sua robustezza e virilità, in un mondo che sta dimenticando di abbeverarsi ogni giorno alla fonte dell’Amore divino.

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