Santa Silvia: La Supermamma di Gregorio Magno
Santa Silvia di Roma ha dato un’impronta decisiva nella storia della Chiesa. Senza di lei non ci sarebbe stato Papa Gregorio Magno, uno dei Papi più influenti di tutti i tempi, santo, dottore della Chiesa. Io vorrei sapere che merende preparasse a suo figlio, Santa Silvia.
Perché, Se Gregorio è diventato “Magno”, lo deve in gran parte alla sua mamma. Santa Silvia, in fatto di maternità e fede, sapeva il fatto suo.
Santa Silvia: una mamma coi fiocchi
Partiamo dall’inizio: Silvia è romana, nata intorno all’anno 520 in una famiglia normale, non la nobile. Tuttavia, in famiglia non sono certo gli ultimi arrivati. Anzi, hanno una tradizione di famiglia di quelle davvero notevoli: la santità. Saranno sante anche le sue due sorelle, Emiliana e Tarsilla, sarà santo suo figlio.
Come tante ragazze dell’epoca, ha ricevuto un’educazione cristiana. Silvia si sposa con Gordiano, un uomo di buona famiglia. Il loro matrimonio non era probabilmente fondato sull’amore, abitudine che si è diffusa solo in tempi recenti. All’epoca, le premesse per sposarsi non erano sentimentali, ma Silvia sembra aver vissuto il suo matrimonio
con molta fede e pazienza. Del resto, una santa come lei sapeva bene che “del marito non si butta via niente”!
San Gregorio
Silvia e Gordiano diventano genitori di Gregorio e di un altro figlio (la storia su quest’ultimo resta un po’ vaga). Ma concentriamoci su Gregorio: che si trattasse di un figlio speciale, Silvia l’aveva capito subito.
E come ogni mamma, non gli ha solo cambiato i pannolini e preparato la pappa. Gli ha trasmesso una fede solida. Capace di resistere alle tempeste della vita. Se Gregorio è diventato un pontefice deciso e compassionevole, è merito di chi gli ha insegnato la pazienza e l’amore in casa.
Santa Silvia: molto più di una casalinga
Silvia non era solo attenta a mandare avanti la baracca (anche se sicuramente lo faceva alla grande). Dopo aver cresciuto Gregorio e aver perso il marito, sceglie di dedicarsi completamente a Dio.
Dopo aver svolto il suo ruolo di madre, decide che è ora di fare ancora di più per il Signore. Si trasferisce vicino al monastero fondato dal figlio, quello di Sant’Andrea al Celio, e trasforma la sua casa in una sorta di luogo di preghiera e raccoglimento. Per dirla in modo semplice: Silvia vive la sua fede 24 ore su 24.
Pensateci: invece di godersi un po’ di riposo (giustamente meritato), Silvia sceglie di dedicare il suo tempo alla preghiera, al digiuno e alla carità. Una donna che oggi definiremmo senza dubbio “energica” e “determinata”.
Ma cosa ci insegna Silvia?
La figura di Santa Silvia ci ricorda che la santità non sta solo in atti clamorosi o imprese da prima pagina. Non servono effetti speciali per essere santi. Silvia è la patrona di tutte quelle persone che fanno il loro dovere con amore e costanza, anche quando nessuno se ne accorge.
Ha educato un figlio che ha cambiato il corso della Chiesa. Lo ha fatto senza trofei o fanfare, con la discrezione tipica di chi sa che è nei piccoli gesti quotidiani che si costruisce la grandezza.
Cosa direbbe oggi?
Probabilmente oggi ci direbbe che per cambiare il mondo, basta fare bene il proprio “pezzo di strada”. Ci inviterebbe a prendere sul serio il nostro ruolo, ma senza prenderci troppo sul serio.
Insomma, c’è una certa umiltà pratica, che traspare dalla sua figura. Forse sorriderebbe vedendo come oggi siamo così frenetici nel cercare l’eccezionalità. Lei ci ricorderebbe che la santità è tutta un’altra cosa.
Oggi Santa Silvia viene celebrata il 3 novembre. Anche se non è una santa circondata da clamore (in fondo, non sarebbe nel suo stile), resta un simbolo di maternità cristiana, pazienza e amore verso il prossimo.
Lei ci mostra che, a volte, il ruolo più semplice – quello di madre, di moglie, di credente – può fare la differenza, anche se in modo silenzioso.
Santa Silvia ci insegna che i grandi santi non nascono dal nulla: dietro a ogni grande persona c’è qualcuno che ha saputo seminare in silenzio, con pazienza e costanza. In questo, Santa Silvia resta una vera supermamma.
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