Quello che Gesù ha insegnato
Coltiva te stesso!” (Sì, ma a quale prezzo?)
“Coltiva te stesso!”
VERSUS
“Chiunque voglia essere mio discepolo, rinneghi se stesso!” (Mt 16,24)**
Viviamo in un mondo che ci ripete sempre la stessa cosa: “Pensa a te stesso, curati, coccolati, diventa la versione migliore di te stesso.” E suona anche bene, no?
Ma dall’altra parte arriva un invito diverso. Gesù, che dice: “Vuoi essere mio discepolo? Rinnega te stesso!”. Boom. Uno schiaffo in faccia alle nostre ossessioni per lo sviluppo personale.
Ma cosa vuol dire “rinnegare se stessi”? Non è che Gesù ci vuole sconfitti o disinteressati a noi stessi, semplicemente ci chiede di mettere da parte l’ego per seguire un progetto più grande.
Non è una negazione del sé, è una trasformazione: meno “io, io, io” e più “noi”. Facile? Mica tanto. Ma chi l’ha detto che le cose buone sono facili?
“Persegui il successo” (Ma per cosa?)
“Persegui il successo”
VERSUS
“Che giova all’uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde la sua vita?” (Mt 16,26)**
Siamo bombardati da slogan che suonano un così: “Puoi essere tutto ciò che vuoi, punta in alto!”
Invece, ci ricorda il Vangelo: “Che giova all’uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde la sua vita?” Gesù ci invita a puntare su un altro tipo di successo, uno che non si misura in follower, né in denaro, vestiti, case lussuose.
Non è un invito a rimanere con le mani in mano, ma a chiederci: che tipo di successo sto inseguendo? Perché se il premio non è la vita eterna, forse abbiamo sbagliato strada.
“Datti da fare per il futuro” (Ma non dimenticare il presente)
“Datti da fare per il futuro”
VERSUS
“Non affannatevi per il domani, perché il domani avrà già le sue inquietudini” (Mt 6,34)**
Ora, la nostra società idolatra il “futuro”: prepara i tuoi piani, lavora duro, pensa a dove vuoi essere tra dieci anni. Non c’è nulla di male nel fare progetti, ma Gesù ci sussurra un’altra verità: “Non affannatevi per il domani, perché il domani avrà già le sue inquietudini.”
Viviamo in un costante stato di attesa, con l’ansia di quello che accadrà, con il desiderio spasmodico che il futuro ci dia di più, che dal futuro arrivino tutte le soddisfazioni e la felicità.
Cosi rischiamo di perderci ciò che abbiamo oggi. Non bisogna vivere alla giornata senza mai pensare al futuro, ma c’è una differenza tra pianificare e preoccuparsi. Forse, allora, la strada giusta è quella proposta dal Vangelo: vivere pienamente presente.
“Segui il tuo istinto” (ma anche no)
“Segui il tuo istinto”
VERSUS
“Io sono la Via, la Verità, la Vita.” (Gv 14,6)**
Quante volte ci hanno detto di “fidarsi dell’istinto”? Di dare retta alla pancia, alle good vibes, esclusivamente al nostro giudizio? Ma il Vangelo ci propone una strada diversa: “Io sono la via, la verità, la vita.” E chi parla è Gesù. Che strano, vero? Mentre tutti ci incoraggiano a fare affidamento sul nostro istinto, Lui ci invita a fidarci di qualcosa di più solido: il suo insegnamento.
Perché il cuore è instabile, ci sballotta a destra e a sinistra! Invece, a noi serve una guida stabile, l’unica bussola giusta per orientarsi.
La verità non è mutevole, relativa, soggettiva!
“Credi in te stesso” (Meglio credere in qualcosa di più grande)
“Credi in te stesso”
VERSUS
“Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me.” (Gv 14,1)**
Oh, questo è un classico: “Credi in te stesso!” Peccato che, certe volte, noi stessi siamo proprio la fonte dei nostri problemi. Perché spesso, credere in te stesso, non basta neanche a te stesso!
Per questo Gesù ci dice: “Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me.” La fede in sé è importante, certo, ma può portarci fuori strada. E poi mica tutto dipende da noi! Bisogna invece affidarsi al Dio a cui nulla è impossibile.
Soprattutto, Dio ha un piano rivolto al bene.
Meglio dire: “Sì, credo in me stesso, ma credo anche che Dio sappia meglio di me come farmi arrivare dove devo.”
“Hai sempre ragione” (Ma se non giudichi, è meglio)
“Hai sempre ragione”
VERSUS
“Non giudicate e non sarete giudicati” (Lc 6,37)**
Viviamo in un mondo che ci incoraggia a difendere sempre le nostre opinioni, a ritenerci sempre un passo avanti agli altri, più giusti, più bravi, miglior. Non si lascia mai spazio all’idea che… potremmo avere torto.
Ecco allora che il Vangelo ci mette di fronte alla sua saggezza semplice e disarmante: “Non giudicate e non sarete giudicati.” È uno scossone!
diciamoci la verità, quanto ci piace sentirci nel giusto? pensare che siano gli altri a sbagliare, se non si conformano alle nostre verità?
Gesù non ci invita a non avere opinioni, ma a non trasformare queste opinioni in pietre da lanciare agli altri. Il rispetto è più importante dell’avere sempre ragione, e il giudizio è una trappola da cui nessuno esce vincitore.
“Impegnati a primeggiare sugli altri” (Ma la vera gara non è questa)
“Impegnati a primeggiare sugli altri”
VERSUS
“Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi i primi” (Mc 10,31)**
L’idea di essere il migliore è ormai scolpita nel nostro DNA sociale. Sin da piccoli ci dicono di puntare al primo posto.
Ma Gesù fa un’inversione a U e ci svela: “Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi saranno primi.” Insomma, non conta chi arriva primo sulla linea di partenza, ma chi è disposto a lasciar passare avanti gli altri per aiutarli. La generosità batte l’arrivismo 10 a0. Ma anche 100, 1000, un milione a zero.
Questa è una sfida rivoluzionaria, perché ci richiede di cambiare prospettiva: non una corsa contro gli altri, ma una corsa insieme agli altri. E alla fine, siamo tutti un po’ primi, e tutti un po’ ultimi.
“Amati” (Ma ricordati anche degli altri)
“Amati”
VERSUS
“Ama il prossimo tuo come te stesso” (Mt 22,39)**
Siamo nell’era dell’autoreferenzialità: “Devi amarti!” Il Vangelo, però, ci spiega che amare se stessi è un passaggio, non un punto di arrivo.
Gesù ci invita a fare un passo in più: “Ama il prossimo tuo come te stesso.” Non ci sta dicendo di ignorare noi stessi, ma di equilibrare l’amore per noi e quello per gli altri. Non è amore sano se si dimentica del resto del mondo. Impariamo ad amare in modo più grande, a superare quel confine tra l’ego e il mondo intorno a noi.
Oggi spesso si sentono slogan sull’auto amore. Sul fatto che conviene essere emotivamente indipendenti. Ma invece di centrarsi su se stessi, servirebbe imparare ad amare e a farsi amare.
“Va’ dove ti porta il cuore” (Sì, ma segui una strada vera)
“Va’ dove ti porta il cuore”
VERSUS
“Se uno vuol venire dietro a me, prenda la sua croce e mi segua.” (Mt 16, 24-25)**
“Va’ dove ti porta il cuore” è una frase perfetta per un tatuaggio o un poster motivazionale. Ma la Bibbia ci dice qualcosa di diverso: “Se uno vuol venire dietro a me, prenda la sua croce e mi segua.”
Non è esattamente la stessa cosa. Il cuore è spesso capriccioso, mutevole, mentre prendere la propria croce e seguire Cristo è una scelta stabile, fondata, che ci dà la forza di andare avanti anche quando il cuore vacilla. Gesù non ci promette che seguire Lui sarà sempre una passeggiata, ma è una strada sicura, che non tradisce.
Scegliere di vivere in modo più profondo, autentico e in linea con i valori del Vangelo è un investimento a lungo termine che non si deprezza mai.
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