San Dionigi

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Storia di San Dionigi

Oggi si ricorda San Dionigi, vescovo e martire. Il santo forse non è così conosciuto in Italia, ma è molto amato in Francia. È stato il primo vescovo di Parigi, nell’allora Gallia romana. E’ vissuto nel III secolo, quando la religione cristiana è ancora perseguitata. Non si sa molto, della sua esistenza terrena. Non è certa nemmeno la data della morte, che la tradizione colloca fra il 250 e il 285. 

Secondo la tradizione, dopo il martirio per decapitazione, san Dionigi si rialzò. Prese la sua testa fra le mani e si mise in marcia. Circa sei chilometri dopo, consegnò la propria testa a una donna pia della nobiltà romana, Catulla, prima di morire.

Secondo un’altra versione agiografica, Catulla recuperò i corpi martirizzati di san Dionigi e dei due compagni Eleuterio e Rustico, perché non fossero gettati nella Senna e diede loro una adeguata sepoltura.

L’eredità spirituale di San Dionigi

Non sappiamo di più di questo santo. Tuttavia, San Dionigi ha lasciato una grande eredità. I semi da lui piantati hanno germogliato e dato molto frutto.

Nel luogo dove è sepolto sorgerà una prima piccola necropoli e una chiesa. Infatti, nei primi secoli, i cristiani desideravano essere seppelliti vicino ai santi, per ottenerne l’intercessione. La prima regina di cui si abbia notizia, sepolta vicino a San Dionigi è la regina Aregonda. Si tratta della moglie del re merovingio Clotario I, morta ne decennio fra il 570 e il 580.

Bisogna attendere altri 50 anni, perché nasca la prima vera basilica, fondata dal re merovingio Dagoberto I, fra il 628 e il 637. 

Circa centocinquanta anni dopo, il luogo di culto è caduto in rovina. Si fonda allora una nuova e più grande basilica. I regnanti francesi autori del recupero, sono della dinastia carolingia. Sorge una nuova basilica, in stile romanico. La sua consacrazione avviene il 24 febbraio 775, alla presenza di Carlo Magno.

Tuttavia, la basilica di San Dionigi avrà il massimo fulgore nel XIII secolo, quando la dinastia Capetingia provvederà al suo ampliamento. 

Cimitero di lusso

La chiesa diventa il sacrario dei re di Francia. Tutti i sovrani, fino al 1789, a eccezione di tre, sono sepolti in San Dionigi. L’abbazia contiene anche alcuni splendidi monumenti sepolcrali.

Si calcola che 43 re, 32 regine, 60 fra principi e principesse abbiano trovato sepoltura nella basilica dedicata a san Dionigi.

Le sculture dei monumenti sepolcrali raffigurano i sovrani nell’atto di giacere, sul letto di morte. Oppure essi sono ritratti in vita, con tutti gli attributi della loro maestà.

Nel rinascimento si diffonde l’uso di monumenti funerari a due piani. In quello inferiore, il sovrano viene ritratto sul letto di morte, in quello superiore, è vivo. 

La furia dei rivoluzionari contro San Dionigi

Nell’ottobre 1793, i rivoluzionari francesi profanano le tombe reali. Sperano di impossessarsi di gioielli, metallo e oggetti preziosi, custoditi nei sepolcri. I resti di tutte le dinastie reali Francesi, dal VII al XVIII secolo, vengono dispersi e in seguito accatastati in una fossa comune.

Luigi XVIII, nel 1817, fa ricomporre i resti. I corpi vengono trasferiti in un ossario, nella cripta, dove sono tutt’ora conservati. Naturalmente, non c’è più modo di individuare le singole identità delle reliquie.

Nella basilica di San Dionigi riposano anche i corpi del re Luigi XVI e della moglie Maria Antonietta, assassinati durante la rivoluzione. Il loro discendente, Luigi XVIII, provvede a recuperarli e ricongiungerli pietosamente, insieme a tutti i loro predecessori. 

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