L’estate non è questione di calendario

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L’estate è finita … ma non quella dello spirito!

E’ ufficiale: l’estate è ormai finita, siamo in autunno! Scollinata la data del 23 settembre, entriamo nella stagione delle mille sfumature di arancione, giallo e marrone. L’aria si fa sempre più fresca e il sole sempre più pallido. E’ la stagione delle castagne, delle prime nebbie, del tramonto che ruba sempre più minuti al giorno.

Il passaggio alla stagione di mezzo

A molti la stagione di mezzo piace. Ad altri meno, carica com’è di nostalgia e malinconia. Quasi fosse sospesa tra il “non più” dei mesi precedenti e il “non ancora” di quelli successivi.   Non è solo il calendario a dirci che, ormai, la cosiddetta bella stagione è solo un ricordo. Quest’anno le temperature si sono abbassate presto e di colpo, con buona pace del martellante mantra “è stata l’estate più calda di sempre”, che ci sentiamo ripetere ogni anno. 

La fine dell’estate meteorologica non significa che sta finendo – o è finita – questa stagione bellissima per lo spirito. Proprio a cavallo tra fine settembre e inizio ottobre, la Chiesa è ricca di ricorrenze e festività che ci permettono di tenere ben sveglia e in esercizio la nostra spiritualità. Esse ci spingono non tanto e non solo ad un “nuovo inizio di stagione” – come le tante serie tv che incominciano proprio in queste settimane – ma a progredire con slancio in un cammino meraviglioso verso il quale tutti siamo chiamati. Pensiamo, per esempio, al 27 settembre, giorno in cui si ricorda il grande San Vincenzo De Paoli. O al 29, festa dei Santi Arcangeli; alle novene a Santa Teresa del Bambin Gesù (che si ricorda il 1° ottobre). Infine a San Francesco d’Assisi, patrono d’Italia (per prepararci al 4 ottobre) e così via. 

La Chiesa è sempre in festa, non solo in estate!

La Sposa di Cristo, insomma, è costantemente in marcia e costantemente sveglia. Indipendentemente dal clima e dal periodo perché costantemente ci invita. Ci accoglie e ci sprona nel pellegrinaggio della vita con una miriade di spunti, di preghiere, di riflessioni e di tappe all’interno delle quali ognuno può cogliere quanto – più e meglio – può far bene alla propria anima, a seconda del cammino spirituale che sta percorrendo.

Come ci ha mirabilmente ricordato San Paolo: “La parola di Cristo abiti tra voi nella sua ricchezza. Con ogni sapienza istruitevi e ammonitevi a vicenda con salmi, inni e canti ispirati, con gratitudine, cantando a Dio nei vostri cuori. E qualunque cosa facciate, in parole e in opere, tutto avvenga nel nome del Signore Gesù, rendendo grazie per mezzo di lui a Dio Padre” (Col 3, 16-17). E se qualcuno partisse da zero? C’è posto per tutti, nell’abbraccio di Gesù, e nel suo volto visibile che è la Chiesa!

La fede non è – o meglio, non dovrebbe essere – solo un susseguirsi di devozioni. E’ innanzitutto il vivere l’amore di Dio, con Dio e da Dio. Ossia testimoniare, in opere e parole, tutto ciò che da Lui si è ricevuto (e si riceve, ogni giorno!). Trasmetterlo agli altri, al prossimo con cui siamo in relazione nella famiglia, nel lavoro e in tutte le situazioni – e le età – dell’esistenza.

L’estate dello spirito non finisce mai

L’estate dello spirito, insomma, non finisce mai se rimaniamo attaccati allo scoglio, a Dio, proprio come i simpatici granchietti che vediamo al mare! Ci potranno essere momenti difficili – che anche i più grandi santi hanno avuto – ma l’inverno dell’anima, la cosiddetta “notte dello spirito”, non potrà mai sovrastarci completamente. Il Sole di giustizia non mancherà di illuminare anche le tenebre più buie e portare la Sua luce di verità, giustizia e bontà.

E’ importante, oserei dire fondamentale, parlare a tutti. Ma soprattutto dimostrare la bellezza, la pienezza e la gioia di essere alla sequela di Gesù perché solo così daremo visibilità al mondo, un “mondo perso” – come ha detto più volte Maria Santissima a Medjugorje – che potrà anche arrivare la stagione fredda, come effettivamente arriva ogni anno, ma il gelo non avrà mai la meglio sul calore, il male sul bene e la menzogna sulla certezza che Dio c’è e che le sorti dell’umanità sono nelle Sue mani perché la morte è già stata sconfitta da Gesù in Croce.

Il male non prevarrà

Il “Non praevalebunt” (cioè il versetto del Vangelo di San Marco in cui leggiamo: “E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa” Mt 16, 18). Prima che essere un solido incoraggiamento umano, è Parola di Dio quindi onnipotente ed eterna; per questo motivo non facciamoci scoraggiare dalle brutture che riempiono, e a volte scorticano i nostri cuori. Il male c’è, purtroppo! Ma non ha e non avrà mai l’ultima parola se vivremo nella certezza che Dio è con noi. L’estate del Bene non finirà, in virtù del fatto che Egli è l’alfa e l’omega, della nostra vita e di quella di tutti gli uomini e le donne di tutti i tempi. Se crediamo questo, autunno e inverno possono attendere!

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