Cosa ci insegna l’11 settembre
23 anni dal quell’11 settembre. Dove eravate, cosa facevate? Io ero davanti alla TV. Ero in maternita’, la mia prima figlia era nata meno di tre mesi prima. Ricordo che lei dormiva, io stavo pranzando. Guardavo il telegiornale.
Quelle immagini dell’11 settembre sembravano scene di un film. Invece era tutto vero. Talvolta la realta’ supera l’immaginazione. E ce ne sarebbe voluta tanta, di immaginazione, per pensare a due aerei civili, dirottati per una missione suicida, contro due simboli dell’America.
Le conseguenze dell’11 settembre
Non ne e’ derivato nulla di buono, come sappiamo. Ci sono stati in seguito altri morti, rappresaglie, azioni punitive. Ciascuna delle parti si e’ sentita perfettamente in diritto di rispondere con tutta l’aggressivita’ che poteva mettere in campo.
Ciascuno ha avuto come principale obiettivo far fuori il nemico, l’antagonista, l’oppositore. Vendicarsi dei torti subiti e attaccare, prima che l’altro potesse reagire.
In seguito all’11 settembre, si sono sprecate le analisi politiche, sociologiche, filosofiche. Si e’ parlato di scontro fra civilta’, di incompatibilita’ culturale, di escalation politica. Si e’ detto di tutto questo, come se l’11 settembre segnasse qualcosa di nuovo. E invece, e’ andata in onda la questione piu’ antica del mondo: la cattiveria umana.
Il problema della cattiveria umana
Nei secoli, la cattiveria di cui l’uomo e’ capace, ha cambiato forma, modalita’, caratteristiche. E tuttavia sarebbe un errore pensare che il male sia nato con l’11 settembre o che con questa data abbia raggiunto una vetta piu’ alta che in passato.
Tutta la storia umana e’, purtroppo, una sequela di cattiverie di uomini, ai danni di altri uomini. E’ cosi’ da principio. Vi ricordate Caino e Abele? Sono fratelli di sangue, figli dello stesso padre e della stessa madre. Eppure, uno uccide l’altro. l’uomo non e’ mai cambiato.
Come possiamo meravigliarci che tutto questo succeda ancora, che non abbia mai smesso di succedere? la cattiveria umana e’ tale che:
Il Signore vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che ogni disegno concepito dal loro cuore non era altro che male. Gen 6, 5
La cattiveria umana come comune denominatore
Sono passati 23 anni da quell’11 settembre. I nemici o coloro da cui ci sentiamo minacciati sono cambiati. I conflitti armati di oggi riguardano paesi e popoli diversi. Eppure, rimane questo comune denominatore, questo difetto umano di non riuscire a tenersi al riparo dalla violenza, dalla cattiveria, spesso gratuita.
Le torri gemelle erano un simbolo, ma oltre al simbolo c’erano tremila persone, che non hanno piu’ potuto abbracciare i loro cari. Volti e nomi di sconosciuti, che non avevano fatto del male a nessuno e stavano affrontando una giornata lavorativa come tante.
Nessuno di loro sapeva di andare incontro alla morte. Questo male umano, cosi’ insensato e gratuito, e’ il risultato del cattivo uso che l’uomo puo’ fare della sua liberta’.
Come scongiurare un secondo 11 settembre?
Bisogna restare in guardia. Non e’ una questione di progresso, di benessere, di tecnologia. E’ sbagliato pensare che la barbarie appartenga al passato. A una qualche infanzia primordiale dell’umanita’, che abbiamo archiviato per sempre. La natura umana e’ proprio questa: feroce, aggressiva, portata a perseguire i propri interessi e a farsi accecare dall’orgoglio.
Come si puo’ scongiurare un secondo 11 settembre? La soluzione non e’ politica. Lo sappiamo bene: chiuso un fronte di battaglia, se ne apre un altro. Neutralizzato un nemico, se ne fa avanti un altro.
Finche’ trattiamo tutto questo come un fattore esterno all’uomo e non connesso con la sua natura, cambieremo solo nome e oggetto della contrapposizione. Ciascuno si sente dalla parte giusta della storia. Crede che la sua vittoria finale sia un atto meritorio.
La soluzione spirituale
La soluzione e’ spirituale. Non c’e’ altro modo di vincere la crudelta’, se non farsi conquistare dall’amore. Una operazione particolarmente pericolosa. Vi ricordate di Gesu’? Tutta una vita ad amare il prossimo, a tentare di evangelizzarlo e salvargli l’anima, e com’e’ andata a finire?
A guardarla con il solito metro umano, non tanto bene. Parrebbe quasi che i nemici avessero vinto. Perche’ lo hanno ucciso. Tolto di mezzo. Annientato. Non avrebbe fatto meglio a difendersi, a lottare, a tentare di farli neri?
Se lo avesse fatto, sarebbe stato solo l’ennesimo scontro fra uomini. Magari per ottime ragioni, per carita’. Ma sarebbe rimasta una questione solo umana, l’ennesima battaglia fratricida. Invece, la grammatica di Dio e’ diversa.
La grammatica di Dio
Dio parla una lingua che capiamo a fatica. Alla violenza oppone l’amore, il perdono, la misericordia. Tutte cose difficilissime. Meglio sarebbe prendere a pedate il nemico. Farebbe da deterrente e darebbe pure piu’ soddisfazione.
Perche’ la storia del porgere l’altra guancia, non e’ umana per nulla. E’ proprio divina. Eppure e’ cosi’ che Gesu’ ha vinto. facendo la cosa piu’ contro intuitiva possibile. Rinunciando alla lotta, alla rappresaglia, alla risposta.
Morendo per amore e con amore. Come per amore e con amore aveva vissuto. Se seguissimo quell’esempio, non ci sarebbero piu’ 11 settembre, ma nemmeno quindici gennaio o ventisette maggio. Se imparassimo a vivere la fratellanza vera, anche nelle differenze di cultura, di interessi, di appartenenza, la violenza sarebbe inutile.
Il problema e’ che non sembriamo imparare mai. Ripetiamo sempre gli stessi errori. Forse per via di quell’antico difetto di fabbricazione. Quel peccato originale che ci rende imperfetti. Se solo potessimo compensare con l’amore, come diventerebbe migliore la terra!
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