Bartolomeo: destinato a cose maggiori
Oggi si ricorda San Bartolomeo, martire, uno dei dodici apostoli. Nel Vangelo di Giovanni, che parla di lui e di come sia entrato nella cerchia dei fedelissimi di Gesù, viene chiamato Natanaele. Il Vangelo di Giovanni racconta come nacque il gruppo degli Apostoli. Gesù incontra suo cugino, Giovanni Battista.
E Giovanni non indica in Gesù il Messia, perché sono parenti e vuol fare bella figura. Giovanni non è di quelli che, anche oggi, dicano: adesso chiamo mio cugino, è bravo! No, lui lo Spirito Santo poggiarsi su Gesù come una colomba, allora capisce che questo avvera la profezia che gli è stata rivelata, quello è l’agnello di Dio.
L’incontro avviene in Betania, al di là del Giordano. È nelle acque del Giordano che Giovanni Battista battezza in acqua, in attesa di colui che battezzerà in Spirito Santo. Con Giovanni ci sono due uomini, a cui lo indica come il Messia. Uno di quegli uomini è Andrea. Lo seguirà portandosi dietro Simone, che Gesù ribattezzerà subito Pietro.
Dopo questo incontro, Gesù vuol tornare a casa, in Galilea. Lungo la strada incontra un uomo di nome Filippo. Anche Filippo decide di seguirlo. Ma non prima di aver convinto un amico: Bartolomeo o Natanaele.
Bartolomeo il razzista?
Bartolomeo però, sembra incredulo.
Filippo trovò Natanaele e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè nella legge e i profeti: Gesù da Nazaret, [il] figlio di Giuseppe». Natanaele gli disse: «Può forse venire qualcosa di buono da Nazaret?» Filippo gli rispose: «Vieni a vedere». Gv 4, 45-46
Come mai questi dubbi? Forse che Bartolomeo era razzista? Esisteva, al tempo di Israele, un po’ di pregiudizio, fra gli abitanti della Giudea e quelli di Galilea. Un po’ come succede ancora oggi, in certi casi, in Italia, fra nord e sud. La Galilea non ha una buona reputazione, fra gli ebrei che si sentono giusti.
Matteo spiega il perché: le popolazioni della Galilea erano state in contatto coi i pagani, che ne avevano alterato la purezza della religione (Matteo 4, 14). I galilei avevano anche una pronuncia diversa, una specie di dialetto, molto riconoscibile. È proprio l’inflessione galilea che tradirà Pietro, la notte in cui rinnegherà Gesù (Matteo 26, 73).
Per questo motivo, agli abitanti della Galilea non era permesso leggere le preghiere in pubblico, in Giudea. Dunque, Bartolomeo parte con un pregiudizio, che ammette apertamente. Lui non crede che una figura grande come quella del Messia possa venire dalla Galilea, per di più da un paesino piccolo come Nazaret, su cui non esiste alcuna profezia.
Bartolomeo il sincero
Filippo però, è sicuro. E, invece di sprecare parole, per convincere l’amico, gli dice: vieni e vedrai tu stesso. Barolomeo si fida di Filippo o forse è semplicemente curioso e va a incontrare questo galileo.
Gesù vide Natanaele che gli veniva incontro e disse di lui: «Ecco un vero Israelita in cui non c’è falsità». Natanaele gli chiese: «Da che cosa mi conosci?» Gesù gli rispose: «Prima che Filippo ti chiamasse, quando eri sotto il fico, io ti ho visto». Natanaele gli rispose:«Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele». Gesù rispose e gli disse: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto il fico, tu credi? Tu vedrai cose maggiori di queste». Gv 4, 47-50
Gesù legge nel suo cuore. E gli dice che è un uomo sincero. Non abbiamo motivo di dubitarne. In realtà, sin dal suo ingresso sulla scena, Bartolomeo è stato sincero.
Persino nell’ammettere il suo scetticismo e il suo pregiudizio verso i galilei. Gesù fa capire a Bartolomeo che lo conosceva già da prima di incontrarlo. Che sa tutto di lui. Bartolomeo si meraviglia. Questo gli sembra la prova determinante sull’identità di Gesù. Ma ecco il colpo di scena.
Gesù gli dice qualcosa come: “eh! E non hai ancora visto niente! Il meglio deve ancora venire!”. Ovviamente Bartolomeo non capisce. Come potrebbe? Ma vedrà lui stesso, perché gli rimarrà accanto fino alla fine.
Predicazione e martirio
Dopo la morte di Gesù, Bartolomeo rimane fedele al suo insegnamento e, come gli altri apostoli, parte per luoghi lontani, per annunciare la sua parola. Bartolomeo compare di nuovo, fugacemente, negli atti degli apostoli Gesù è morto, ma riappare agli apostoli su una spiaggia, vicino al mare di Galilea.
Dice loro di non allontanarsi da Gerusalemme. Preannuncia loro che evangelizzeranno, fino all’estremità della terra (At 1,8). Gli apostoli, rinfrancati, se ne tornano a casa:
Allora essi tornarono a Gerusalemme dal monte chiamato dell’Uliveto, che è vicino a Gerusalemme, non distandone che un cammin di sabato. Quando furono entrati, salirono nella sala di sopra dove di consueto si trattenevano Pietro e Giovanni, Giacomo e Andrea, Filippo e Tommaso, Bartolomeo e Matteo, Giacomo d’Alfeo e Simone lo Zelota, e Giuda di Giacomo. Tutti questi perseveravano concordi nella preghiera, con le donne e con Maria, madre di Gesù, e con i fratelli di lui. At 1, 12-14
Di qui in avanti, i testi sinottici non rivelano più nulla di quest’uomo. Sappiamo, attraverso altre fonti, che effettivamente Bartolomeo intraprende la sua opera di evangelizzazione e va dapprima in india e poi in Armenia. Qui converte il re, e questo gli causa l’ostilità del clero pagano, che riesce a farlo condannare e martirizzare.
Fonda così una tra le chiese più antiche del cristianesimo e una delle prime comunità cristiane nel mondo. Infatti, l’Armenia è stata il primo paese al mondo ad adottare il cristianesimo come religione ufficiale nel 301 d.C. quando, nell’impero romano, era ancora illegale e teoricamente perseguibile.
Vincere i pregiudizi
Bartolomeo appare uno di noi: uno che magari ha i suoi pregiudizi e le sue idee, ma che è disposto a ricredersi, di fronte all’evidenza. Questo ne fa un uomo sincero, ma anche profondamente intelligente e in buona fede, capace di mettersi in gioco, invece di aggrapparsi testardamente alle sue idee e a difenderle anche se sbagliate. L’incontro con Cristo gli cambierà la vita. Chissà cosa avrà detto e pensato, un uomo sincero come lui, di fronte alle cose maggiori che Gesù gli ha mostrato.
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