Il dono di Chiara
“Tutto ciò che hai non ti appartiene mai, perché è un dono che Dio ti fa perché tu possa farlo fruttare.” Queste parole le ha scritte Chiara Corbella, in una lettera al figlio Francesco, in occasione del suo compleanno. La lettera e’ datata 30 maggio, meno di due settimane prima della morte di Chiara. Sapeva, lei e i suoi cari, che presto li avrebbe lasciati. E’ difficile accettare di perdere quello che hai. Che sia la tua stessa vita o quella di chi ami.
A Chiara era gia’ successo. Dicono che perdere un figlio sia il dolore piu’ grande che si possa sperimentare. E Chiara ne aveva persi due, appena nati. Ci sarebbe stato di che disperarsi. Ma Chiara non vuole abbandonarsi alla disperazione. A proposito di questa perdita, scrive, sempre nella stessa lettera al figlio:
“Dio non ti toglie mai nulla, se toglie è solo perché vuole donarti tanto di più.
Grazie a Maria e Davide noi ci siamo innamorati di più della vita eterna ed abbiamo smesso di avere paura della morte, dunque Dio ci ha tolto, ma per donarci un cuore più grande ed aperto ad accogliere l’eternità già in questa vita.”
Accogliere tutto come un dono
Certo che se tutto e’ dono, opportunita’ e non proprieta’, la perdita o la separazione diventano piu’ lievi. Come si fa a pensarla in questo modo? Come si fa a non volersi attaccare con le unghie e i denti alle persone care e alla nostra vita, che spesso ci appaiono le cose piu’ importanti che abbiamo? Mi torna in mente Giobbe.
Dio e’ cosi’ certo della sua fede limpida e leale, che permette al diavolo di metterlo in disgrazia. Giobbe perde gli amatissimi figli. Cosa fa? Dice una frase eroica, monumentale. Una testimonianza della sua immensa fede in Dio:
«Nudo uscii dal seno di mia madre,
e nudo vi ritornerò.
Il Signore ha dato, il Signore ha tolto,
sia benedetto il nome del Signore!». Giobbe 1, 21
Anche Giobbe accoglie tutto come un dono. E’ consapevole di non aver nulla, di essere nato nudo e solo e di dover morire nudo e solo. Tutto quello che c’e’ stato nel mezzo, arriva da Dio. Non e’ una proprieta’ o, come si ama dire adesso, un diritto. Questo e’ un esempio bellissimo, non a caso, la Bibbia dedica a Giobbe un intero libro.
Il lieto fine
Come va a finire la sua storia? Dio riconosce a Giobbe la sua fedelta’. Gli restituisce i suoi beni, gli da’ altri figli. Come va a finire la storia di Chiara? Certo Chiara e’ morta. Suo figlio cresce senza di lei. Il marito e’ rimasto solo. Potrebbe sembrare una storia triste, senza il lieto fine. Ma in fondo, tutto dipende da quello che intendiamo con la parola “fine”.
A volte ci creiamo delle aspettative di quello che deve essere il lieto fine della nostra storia. E vorremmo che Dio ci desse quello che desideriamo. Ma il suo disegno non sempre combacia con il nostro. Bisogna fidarsi che il lieto fine arrivera’, seppure in una forma diversa da quella che desideravamo. O che avevamo chiesto.
Dobbiamo avere la forza di riconoscere che il Signore ha messo nelle nostre vite e sulla nostra strada delle persone che abbiamo amato. Che ci hanno resi migliori. Questo e’ stato un dono grande, che non viene cancellato dal distacco della morte. Ritroveremo chi amiamo, se ci siamo fidati di Dio. E’ proprio quello che dice Chiara: siamo nati e non moriremo mai piu’.
Il centuplo
Se davvero, come dice Chiara, il Signore non ti toglie nulla, se non per darti di piu’, occorre sapere che, a volte, quel di piu’ sara’ qualcosa che non ci aspettavamo. Occorre affidarsi a Dio, anche in quei momenti in cui tutto sembra andare storto.
Anzi, proprio in quei momenti. Bisogna affidargli tutto, offrirgli il dolore e la fatica. Dobbiamo leggere, dentro gli eventi, la guida di Dio. E non dico che sia facile. Per nulla. Io onestamente, ancora non ci sono arrivata. Io ancora mi attacco alle persone che amo. Il distacco mi fa paura e mi addolora. Ma so che e’ la strada giusta. La direzione e’ quella:
In verità vi dico che non vi è nessuno che abbia lasciato casa, o fratelli, o sorelle, o madre, o padre, o figli, o campi, per amor mio e per amor del vangelo, il quale ora, in questo tempo, non ne riceva cento volte tanto: case, fratelli, sorelle, madri, figli, campi, insieme a persecuzioni e, nel secolo a venire, la vita eterna Marco 10, 29-30
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