Santa Rosalia, mollare tutto e cercare Dio

Vai al blog

I miei articoli:

La storia di Santa Rosalia

È un giorno imprecisato del 1130, quello in cui Rosalia viene al mondo. Assai ben precisati sono invece il luogo di nascita, Palermo, e la sua ascendenza. La neonata, di pochi istanti di vita, ha già una eredità mondana gloriosa.  Suo padre è un conte: Sinibaldo Sinibaldi, Signore di Monte delle Rose, catena montuosa fra Palermo e Agrigento.

Per parte di madre, Rosalia ha origini ancora più gloriose. Discende infatti direttamente da Carlo Magno, imperatore del Sacro Romano Impero e da Ruggero II di Sicilia, nato da quel Ruggero I, figlio di Federico II di Svevia, l’imperatore soprannominato: stupor mundi, stupore del mondo.

La famiglia di Rosalia conta anche Cardinali illustri, come Berardo dei Marsi e Giovanni di Tuscolo.

Una rosa pura

Alla bambina viene dato il nome di Rosalia. Secondo la tradizione popolare, il nome fonde il più bello dei fiori (la rosa) al giglio (lilium), simbolo di purezza. Rosalia cresce fra la casa paterna e la reggia di Ruggero. La tradizione la dipinge con l’aspetto di una giovane normanna, secondo i caratteri fisici dei suoi antenati: alta, bionda, con lineamenti delicati.

È bellissima, elegante, gentile. Le sue doti personali e il suo illustre casato le aprirebbero qualunque porta a corte, e soprattutto le permetterebbero un prestigiosissimo matrimonio.

Rosalia è animata da una profonda fede in Dio. Quando viene chiesta in sposa, da un nobile del luogo, comprende che il matrimonio non è la strada per lei.

Secondo la tradizione, il giorno prima delle nozze, Rosalia si sta specchiando, mentre pettina i lunghi capelli biondi. Lo specchio non le restituisce la sua immagine, ma il volto di Gesù. La ragazza capisce. Il giorno dopo, taglia le lunghe e bellissime trecce bionde. Fa sapere a corte che non accetterà di sposarsi.

Rosalia molla tutto

Santa Rosalia fa quello che noi moderni blateriamo sempre, ma non abbiamo mai il coraggio di mettere in pratica. Molla la vita frenetica e mondana in cui vive e che non la rende felice. Abbandona tutte le sue certezze, per inseguire un ideale di vita più a misura dei suoi reali desideri e dei suoi bisogni spirituali profondi.

Rosalia si lascia alle spalle la ricchezza della sua famiglia, gli agi e i divertimenti della sua condizione, i privilegi della vita di corte. Tutto quello che vuole è una vita contemplativa. Per questo, si rifugia presso un monastero, vicino alla chiesa del SS. Salvatore, chiesa normanna, di rito greco. In quello stesso monastero era già stata educanda e poi badessa la sua ava: quella Costanza di Altavilla, che è stata madre di Federico II. Rosalia deve aver pensato che quello sia il luogo ideale, per coltivare la sua vocazione. Purtroppo, si sbaglia.

La vita eremitica

Il monastero diventa ben presto meta dei via vai dei suoi genitori, dei parenti, del promesso sposo. Tutti vorrebbero convincerla a fare marcia indietro, ad accettare il matrimonio con l’illustre sposo e la vita sfavillante della corte di Sicilia.

Stanca di queste pressioni e più che mai decisa a intraprendere una vita contemplativa, Rosalia abbandona il monastero e sceglie un luogo ben più isolato. Si stabilisce presso una grotta situata nei possedimenti del padre. In quel luogo appartato rimane per 12 anni.

In seguito, la regina Sibilla le permette di tornare nella città di origine, a Palermo, in una nuova grotta, sul Monte Pellegrino. Lì Rosalia rimane in pace e in solitudine, per tutto il resto della sua vita. Il suo corpo viene ritrovato privo di vita, il 4 settembre 1170. Rosalia pare dormire beata. Ha solo 40 anni.

Il culto di Santa Rosalia

Sin da subito, la città in cui è vissuta, comincia a celebrare la sua memoria. Vengono erette due chiese in suo onore, una vicino al monte in cui ha vissuto da eremita, l’altra vicino alla casa paterna. La si invoca per grazie personali e comunitarie. In più di un’occasione, Santa Rosalia salva i suoi concittadini dalle terribili epidemie di peste.

Per Palermo è la santa patrona, ma Rosalia viene celebrata anche in molte altre città. A Palermo, ogni anno, i suoi concittadini le dedicano ben due feste. Una, il 14 e 15 luglio, quest’ultimo giorno, considerato sua memoria liturgica dalla Chiesa, e il 4 settembre, giorno della morte.

Santa Rosalia è una delle sante patrone siciliane, insieme a Sant’Agata, patrona di Catania e Santa Lucia, patrona di Siracusa, a dimostrazione dell’importante ruolo svolto dalle donne nel cristianesimo, sin dai tempi più antichi.

Seguimi sul Blog: www.annaporchetti.it

il mio libro si trova qui: https://amzn.to/3VqM5nu

per ricevere gli aggiornamenti su blog e podcast, iscriviti al canale Telegram: https://t.me/annaporchetti

ROSALIA