Il destino del ripescaggio: san Mattia
Il 14 maggio si celebra san Mattia, discepolo. Non sforzatevi a ricordare chi fosse, tanto non ci riuscirete. Non era fra i dodici. É stato un discepolo convocato dalla panchina, quando un titolare -Giuda Iscariota, il traditore di Gesù- prende un enorme cartellino rosso ed esce definitivamente di scena, impiccandosi.
Si era dunque liberato un posto da discepolo. Un ruolo molto ambito. Al punto che c’erano ben due candidati a prenderlo. Come nelle presidenziali americane, si contendevano la carica ben due persone: Giuseppe, detto il Giusto, e questo Mattia.
Nessuno dei due candidati fece campagna elettorale. Si veniva eletti per sorteggio. O, siccome l’idea del sorteggio sarebbe stata superstiziosa, l’assemblea degli apostoli pregò il Signore, perché desse un segno sul candidato da scegliere.
Ne proposero due: Giuseppe, detto Barsabba, soprannominato Giusto, e Mattia. Poi pregarono dicendo: “Tu, Signore, che conosci il cuore di tutti, mostra quale di questi due tu hai scelto per prendere il posto in questo ministero e apostolato, che Giuda ha abbandonato per andarsene al posto che gli spettava”. Tirarono a sorte fra loro e la sorte cadde su Mattia, che fu associato agli undici apostoli. At 1.23-26
Mattia il prescelto
Di Mattia e dell’intera vicenda parlano, seppur brevemente, gli Atti degli apostoli. Mattia non aveva niente a che fare, se non una vaga omonimia, con colui che sarà l’autore di uno dei quattro vangeli.
Questo lo conferma san Giovanni Crisostomo nelle “Omelie sugli Atti degli Apostoli”, che ci tiene a farci sapere che non sono gli altri discepoli che si prendono la responsabilità di individuare i candidati: “Pregarono insieme dicendo: “Tu che conosci il cuore di tutti, mostraci…”. Quindi gli apostoli danno una delle prime prove documentate di delega verso l’altro. Dicono a Gesù: pensaci tu. Tu, che conosci i nostri cuori decidi per noi, e: “Mostraci quale di questi hai designato. Gettarono le sorti su di loro, (…) per questo desiderarono essere guidati da un segno”.
San Mattia il simpatizzante
Sia come sia, Mattia viene designato dodicesimo apostolo. Questo perché, ai tempi, i giudei con i numeri non scherzavano affatto. 12 erano le tribù di Israele, 12 i patriarchi, 12 profeti eccetera eccetera. Gli apostoli non potevano essere undici, e che diamine! Bisognava nominare un successore.
Dagli Atti apprendiamo che San Mattia era stato assieme ai 12 discepoli:
per tutto il tempo nel quale il Signore Gesù ha vissuto fra noi, cominciando dal battesimo di Giovanni fino al giorno in cui è stato di mezzo a noi assunto in cielo At 1, 21-22
si trattava quindi di un simpatizzante, un seguace della prima ora, anche se, chissà perché, non era mai stato incluso nella cerchia più intima dei dodici apostoli. Chissà, forse era timido. Ci avrebbe tenuto tanto, ma non aveva mai osato proporsi. Aveva paura che non lo volessero, di non essere adeguato, va’ a sapere cosa passa per la testa di una persona, quando in ballo c’è qualcosa a cui tiene.
Le fonti apocrife
Le fonti antiche sono piuttosto avare di notizie su San Mattia. Per trovare qualche scarna notizia in più, bisogna rastrellarla fra i vangeli apocrifi. I vangeli apocrifi stanno ai canonici come le riviste serie, tipo il New York Times o l’Herald Tribune stanno a Novella 2000 e a Donna moderna. Detta così suona poco elegante, ma è vicina alla verità.
I vangeli apocrifi nacquero per soddisfare la devozione e la curiosità popolare. Riportavano notizie inventate, veri e propri gossip, episodi fantasiosi, mitologia varia, in forma narrativa. Se vuoi qualche curiosità piccante sulla vita della Sacra famiglia, di Gesù o qualche indiscrezione sugli apostoli, la troverai solo lì.
Non si garantisce autenticità, solo intrattenimento. San Mattia è lì, ci dicono che nacque a Betlemme, da una famiglia della tribù di Giuda. Non sappiamo niente altro di lui. Né che aspetto o quanti anni avesse. Nemmeno cosa facesse di mestiere, prima di diventare apostolo a tempo pieno, né come si chiamassero i suoi genitori. Tutto quello che conta davvero della sua vita comincia solo dopo che il Mister lo convoca. Da lì entra nella storia. San Mattia nasce due volte: la prima, quando sua madre lo partorisce, l’altra, quando Dio gli dà un nuovo destino.
Gli è stato persino attribuito un Vangelo, che non è arrivato fino a noi e che comunque, nel VI secolo, Gelasio ha dichiarato apocrifo.
San Mattia, la rivincita del panchinaro
San Mattia esce dunque dalla panchina, si scalda a bordo campo e poi entra ufficialmente in squadra. Sarà un evangelizzatore dell’oriente. La tradizione lo vede fare apostolato in Etiopia e in terre lontane, dopo che i cristiani sono stati cacciati da Gerusalemme.
Muore martire, come quasi tutti i discepoli della prima generazione. E la sua storia si inscrive di diritto in quella della comunità dei cristiani, degli evangelizzatori, dei santi.
Ma non è questa la cosa più importante. Quello che ci interessa è che lui, San Mattia, non faceva parte della cerchia dei dodici apostoli. Se ne stava in panchina. Certo, era membro della squadra, ma non titolare. Niente faceva pensare che potesse finalizzare il gioco, diventare un campione. Forse nemmeno lui stesso lo credeva possibile. Ma il Signore, come dice San Giovanni Crisostomo, conosce i cuori degli uomini. Vede chi ha piedi buoni e cuore generoso.
Dio e la pietra scartata
Eppure, come molti allenatori, giocatori e tifosi sanno, spesso in panchina se ne stanno atleti di grandi potenzialità. Gente a cui bisogna che qualcuno passi la palla, che gli dia un’occasione. Troppo spesso liquidiamo le riserve con sufficienza. Invece Gesù lo aveva già detto (forse eravamo distratti):
Non avete mai letto nelle Scritture:
“La pietra che i costruttori hanno rifiutata
è diventata pietra angolare;
ciò è stato fatto dal Signore,
ed è cosa meravigliosa agli occhi nostri”? Mt 21, 42
(ne avevo già parlato qui: https://annaporchetti.it/2024/02/17/la-pietra-scartata-e-il-disegno-di-dio/)
La nostra è la cultura dello scarto, la cultura dei vincenti. Chi non sta in prima fila, chi non è un super eroe, noi lo stimiamo incapace e buono a nulla. Invece, San Mattia ribalta questo messaggio. Lui è la prova che Dio non scarta nessuno.
Lui era un panchinaro, ma si è preso una grande rivincita. Il Signore lo ha chiamato in pole position, per sostituire l’apostolo traditore. E Mattia si fa onore: riveste quel ruolo con molto più frutto e santità di chi lo ha preceduto. Se Giuda non avesse tradito, San Mattia sarebbe rimasto in ombra. Ma il signore fa tutto per una ragione e nulla per caso. Ciascuno può essere scelto da lui e chiamato alla santità.
e qui: https://annaporchetti.it/2023/04/28/a-proposito-di-carita-intervista/
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