Non di solo panico vive la donna
Avete mai sperimentato il panico?
Non parlo di un timore contenuto, di una inevitabile inquietudine, di un vago senso di smarrimento. No, io intendo il panico vero. La sensazione di essere completamente impotente. Il panico è a sensazione che nasce all’idea di non riuscire a sopravvivere.
Siccome è legata a una cosa essenziale come la sopravvivenza, è potente, coinvolgente, ineludibile. Spiegato così, il panico è un po’ più chiaro, ma non necessariamente più semplice. La prima vera domanda è: sopravvivere a che cosa?
Sono certa che sia un’ottima domanda. Purtroppo, non credo di aver trovato un’ottima risposta. E dire che l’ho cercata praticamente ovunque. Al punto che, cercandola, sono saltati fuori: calzini spaiati, una custodia del cellulare per i-phone 5. Persino un mollettone, di quando ancora avevo i capelli lunghi. Nel mesozoico.
La soggettività del panico
Il panico è una sensazione uguale nella forma e nella sua manifestazione. Tuttavia, ciascuno di noi ha una sua personale idea di minaccia a cui teme di non sopravvivere. C’è chi è convinto che non sopravviverebbe alla vergogna, alla povertà, alla perdita dell’amore.
Il panico ci prende quando abbiamo la sensazione che questa cosa brutta che ci ucciderebbe (anche in senso metaforico) stia per accadere. Il problema del panico è che è disfunzionale. Più tu hai paura di qualcosa, e meno riesci a reagire efficacemente al rischio che quella cosa avvenga.
Fai errori, ti paralizzi, ti senti completamente disorientata. Proprio perché il panico è una sensazione, è difficilissimo sbarazzarsene. Se il panico fosse un problema, a un certo punto dovremmo risolverlo, in un modo o nell’altro. Ma quando abbiamo a che fare con l’emotività, non c’è nulla di concreto a cui trovare una soluzione. Se non impari a controllare il panico, lui finisce col controllare te.
Uomo o donna?
Non è vero che il panico sia donna. Molti uomini sperimentano il panico con la stessa intensità. Le donne, però, sono spesso più inclini. Il nostro bisogno istintivo di tenere tutto sotto controllo, la nostra tendenza al perfezionismo, quella forma di allucinazione femminile collettiva che è il multitasking, fanno sì che le donne si sentano sopraffatte.
Sperimentiamo più spesso la paura di non sopravvivere, perché più spesso ci spingiamo vicine al limite. La vita ci ha insegnato che laddove si fa una cosa, se ne può fare anche una seconda. E magari pure una terza, se la si pigia a fondo fino a incastrarla fra le altre due.
Dopo questo gioco di equilibrismo, tenteremo probabilmente di infilare anche la quarta. Cercheremo di essere in due posti diversi quasi contemporaneamente. Magari di recuperare qualche ora del giorno rubandola alla notte.
Anche se moltiplichiamo i nostri sforzi, non riusciremo a evitare il panico. Proprio perché il panico è uno stato d’animo, l’attivismo non lo compensa.
Il vero antidoto al panico
E allora che si fa? Come si reagisce al panico? Come lo si previene? L’unico rimedio per tenerlo lontano, è un cuore in cui alberghi la pace. Se mi sbarazzo della paura di non sopravvivere a questa o quella situazione, il risultato è garantito. Ci viene in aiuto San Paolo:
Non angustiatevi per nulla, ma in ogni necessità esponete a Dio le vostre richieste, con preghiere, suppliche e ringraziamenti, e la pace di Dio, che sorpassa ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù. Filippesi 4:6-7
Cosa significa? Che trovare la pace non ha a che fare con l’intelligenza o, più in generale, con le capacità umane. Questo butta nella spazzatura tonnellate di manuali di auto aiuto e di corsi di gestione dell’ansia, ginnastica posturale, respiratoria, rilassante. Butta al macero tutta la retorica motivazionale del: puoi farcela se credi in te stesso!
Oppure: la serenità dipende solo da te! Ricorda invece che l’unico vero modo per sconfiggere le paure, è affidare la propria vita a chi possa custodirla davvero. Per richiedere questo aiuto non servono iscrizioni, bonifici, contratti. Dice San Paolo che basta chiedere a Dio, con preghiere, suppliche e ringraziamenti.
Chiedere la serenità
Perché funziona? perché, se all’origine del panico c’è il timore di non sopravvivere, allora basta ricordare che in Dio si può raggiungere l’unica forma di sopravvivenza definitiva: la salvezza. Di fronte a questo, non c’è più timore che tenga. Il principio non se lo è inventato San Paolo. In verità, Gesù lo aveva detto chiaramente:
Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto; perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. Matteo 7, 7-8
E ancora:
qualsiasi cosa domanderete al Padre nel mio nome, egli ve la darà. Giovanni 16, 23
E perché mai Dio dovrebbe elargire doni spirituali preziosi come la serenità a chiunque? Ovviamente per amore:
Chi tra di voi al figlio che gli chiede un pane darà una pietra? O se gli chiede un pesce, darà una serpe? Se voi, dunque, che siete cattivi sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele domandano! Matteo 7, 9-11
L’unica condizione per ricevere questa pace del cuore, è chiederla con fede:
Tutte le cose che domanderete in preghiera, se avete fede, le otterrete Matteo 21, 22
Non di solo panico vive la donna (ma anche l’uomo), ma della pace del cuore che dona Dio.
e qui: https://annaporchetti.it/2023/04/28/a-proposito-di-carita-intervista/
seguimi sul blog: www.AnnaPorchetti.it.
il mio libro si trova qui: https://amzn.to/3VqM5nu