San Giorgio e il principe azzurro

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San Giorgio, il vero principe azzurro

Volevo scrivere un articolo bellissimo su San Giorgio, le coppie del nostro tempo, il principe azzurro. La Chiesa lo festeggia il 23 aprile ed è un santo straordinariamente contemporaneo. Secondo la leggenda, questo martire Cristiano del IV secolo, coraggioso soldato nell’Impero romano, salvò una fanciulla da un drago.

Il drago pretendeva sacrifici umani e gli uomini della regione (forse la Libia) acconsentivano, per tenerlo buono. Una volta, fu estratta a sorte la figlia del re, perché egli la sbranasse. A questo punto della storia, entra in gioco San Giorgio. Io ho parlato di lui anche nel mio libro, perché San Giorgio incarna il modello Perfetto del principe Azzurro.

Un cavaliere senza macchia e senza paura, pronto a battersi, per salvare una dama dal male. San Giorgio sconfigge il drago, salva la principessa e la rende libera dall’atroce destino di essere una vittima sacrificale. Se credete che questa storia non abbia a che fare con noi del ventunesimo secolo, vi sbagliate di grosso.

Il male ha molte facce

Lo so, non esistono I Draghi.  Sono creature mitologiche. Questo lo riconosco senza difficoltà. Il drago di San Giorgio non è un drago vero. È solo una spaventosa e quindi riuscitissima rappresentazione del male.

Il male ha molte facce e forme. Nel passato, all’epoca in cui la leggenda del drago è ambientata, si riteneva, in modo un po’ semplicistico, che il male, oltre a essere cattivo, fosse anche brutto. Il che sarebbe fantastico a pensarci bene. Pensate se tutti i cattivi si mettessero un cartello al collo, con su scritto: “cattivo”. O se segnali luminosi indicassero ciò che è male, come indicano le uscite di sicurezza sugli aerei.

La vita sarebbe più semplice. Chi di noi farebbe veramente, deliberatamente, intenzionalmente del male, potendolo riconoscere sin dall’inizio? La verità è che il male sa assumere anche forme gradevoli e seducenti. Il diavolo è ingannatore e trasformista. Non sempre veste i panni del drago. Più spesso è insospettabile.

Il principe azzurro si batte per noi

Il male esiste anche se non si vede, purtroppo. Anche se si mimetizza nella realtà quotidiana, ingannandoci e portandoci a pensare che non è male, ma normalità. Qual è il male che affligge le fanciulle di oggi? Che forma ha il loro drago? Io credo che il problema più grande, per le persone della mia generazione e per le più giovani, sia l’egocentrismo.

Il drago a cui veniamo sacrificate è questo bisogno patologico di autorealizzazione, di conferme esterne. L’egocentrismo divora, come i Draghi. Non a caso, per sconfiggere il drago, la principessa deve fidarsi di un’altra persona.

Così come il principe azzurro (nel nostro caso San Giorgio) deve essere disposto a battersi, per salvare un’altra persona. Non può assistere alla scena e andarsene via con le mani nelle tasche. La storia di San Giorgio, il drago, la principessa, ci riguarda oggi, non meno di quanto non riguardasse I contemporanei del santo.

Il cavaliere senza macchia e senza paura

Questo vale per ogni relazione umana, ma per iI rapporto di coppia è ancora più vero: per salvare sé stessi dall’egoismo, è necessario aprirsi all’altro. E l’immagine di un cavaliere senza macchia e senza paura che rischia la vita per proteggere una donna, è quanto di più romantico si possa immaginare, in un mondo in cui non esiste davvero più nulla di gratuito. E’ lui il principe azzurro, anche se non ha un cavallo, e nemmeno un’armatura. Magari indossa un cappotto e guida una city car.

Sì, è vero. Siamo donne moderne e indipendenti. Possiamo fare molte cose inimmaginabili per donne delle generazioni precedenti. Possiamo andare sulla luna, pilotare aerei, operare a cuore aperto.  Ma se pensiamo che questo renda inutile amare ed essere amate, stiamo prendendo un granchio colossale. L’amore rimane un nostro desiderio e bisogno, qualunque cosa abbiamo conquistato nella vita.

Amare non ha nulla a che fare con l’emancipazione o i traguardi conquistati. Non toglie nulla a nessuno. Al contrario, l’amore arricchisce. Vivere senza l’amore, non ci renderebbe più realizzate, ma solo più povere.

E l’amore è soprattutto prendersi cura dell’altro. Proteggerlo, aiutarlo, sostenerlo. Sentirsi amati vuol dire sapere che c’è chi è disposto a fare tutto questo per noi. Sapere che vuole farlo, che sarebbe disponibile a farlo, anche se per adesso ce la caviamo benone e non abbiamo bisogno di nulla.

In fondo l’amore è proprio questo: essere persone solide, autonome, in grado di affrontare la vita, ma che tendono la mano all’altro, stringono la sua, lo sostengono e lo accompagnano nel suo cammino e si fanno stringere e accompagnare.

Persone disposte a uccidere il drago che sbrana chi amano. E a restituirgli la libertà di amare e amarsi. In fondo, nessuno si salva da solo.  Se un principe azzurro non ti salva dal male, persino da quello che fai a te stessa, che principe azzurro è?

PRINCIPE AZZURRO

e qui: https://annaporchetti.it/2023/04/28/a-proposito-di-carita-intervista/

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