And the winner is… Amica Chips

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And the winner is… Amica Chips

Amica Chips avrebbe vinto a mani basse. Se fosse esistito un premio Oscar per lo spot pubblicitario più di cattivo gusto dell’anno, lo avrebbe vinto di sicuro. Era il 2019, l’azienda alimentare di Castiglione delle Stiviere fece parlare di sé, per una campagna pubblicitaria.

Il protagonista era l’ex porno divo Rocco Siffredi. Il messaggio puntava sul doppio senso sull’organo genitale femminile. Una oggettivazione becera delle donne, ridotte a prodotti di consumo.

Era difficile fare peggio. Eppure, Amica Chips c’è riuscita. Ha lanciato uno spot in cui equipara l’ostia consacrata alle sue patatine. Strani i tempi in cui viviamo. Si chiude una scuola, per celebrare la festività religiosa di una minoranza di studenti. Allo stesso tempo, si gira uno spot potenzialmente offensivo per il 75% della popolazione italiana. Tale è infatti, la percentuale degli italiani che si definiscono cattolici.

il dato si trova qui: Le pratiche religiose in Italia – Italia in dati

Amica Chips è la marca più divisiva d’Italia

Amica Chips ha vinto ancora. È ufficialmente la marca più divisiva d’Italia. Anche se oggi pare che l’imperativo sia: purché se ne parli, è arduo andarne fieri. Una scelta, che dovrebbe indignare tutti. In questa epoca si professa la nuova religione dell’inclusione. Ovvero, far sentire tutti a loro agio, accolti, inclusi. Indipendentemente da razza, età, orientamento sessuale, idee politiche e religiose. Eppure, non ci si preoccupa affatto di escludere i cristiani o metterli a disagio.

Difficile sentirsi a proprio agio con questo spot, se si è credenti. Anche se non lo si è. Si avverte con chiarezza l’esagerazione, il gesto fuori luogo, la scelta volutamente provocatoria.

Lo spot dello scandalo

Amica Chips, fondata nel 1990, è una realtà importante in Italia. E’ al secondo posto, dopo la storica San Carlo.

Per promuovere le proprie patatine, Amica Chips non ha esitato a girare uno spot blasfemo. Nel video, le patatine si sostituiscono al santissimo sacramento in una pisside. L’atto di consumarle mima la celebrazione eucaristica. Un paragone estremo.

Attenzione: l’ostia non rappresenta il corpo di Cristo. Non è un campione puramente indicativo che potrebbe non rispecchiare le caratteristiche del prodotto, come si legge sulle confezioni di alimenti (anche delle patatine).

Il santissimo sacramento è il corpo di Cristo. Vero, reale, sostanziale. Corpo, sangue, anima e divinità di Cristo. Non chiamatelo solo “pane”. Come dice il Codice di diritto canonico: “Augustissimo sacramento è la Santissima Eucarestia, nella quale il Signore stesso è presente (…) è culmine e fonte di tutto il culto e della vita Cristiana” Libro IV titolo III cann 897. L’ostia consacrata non è semplice cibo. Non saperlo è ignoranza grave. Saperlo e andare avanti comunque è cattiva fede.

Si può non credere non essere cristiani. Si può professare un’altra fede, o non avere alcun credo. Questo non rende lecito offendere religioni in cui non ci si riconosce. Nel 2021 un detenuto è stato condannato, per aver calpestato l’Ostia. Questo gesto è considerato vilipendio alla religione, nel nostro ordinamento. S

Si può calpestare il corpo di Cristo in molti modi. Non solo con i piedi, ma anche con una comunicazione oltraggiosa.

Gli oltraggi al santissimo sacramento sono una cosa seria. Così seria, che i credenti hanno specifiche preghiere di riparazione.

Non capisco perché l’azienda usi la blasfemia per una finalità commerciale. Chi credevano di conquistare, i responsabili marketing di Amica Chips? Qual è il loro consumatore target, come dicono i guru, la loro buyer persona?

Per la campagna con Siffredi, i destinatari del discutibile messaggio erano moltissimi. Ovvero tutti i buzzurri che ritenevano fighissimo identificarsi con un porno attore e trovavano divertente un doppio senso degno dei peggiori bar dello sport.

Quest’ultimo spot, invece, a chi è rivolto? A coloro che godono nell’irridere il cristianesimo? Allora si tratta di una nicchia molto piccola. Una pubblicità così offensiva difficilmente ottiene vasti consensi. Forse Amica Chips punta a diventare il leader di mercato degli anticlericali sfegatati.

Una strategia promozionale suicida. O per lo meno un grosso azzardo. L’unica cosa evidente è che Amica Chips non stima molto i suoi clienti. Li ritiene un mucchio di buzzurri erotomani e anticlericali ottusi. Complimenti, un successone così non si vedeva da tempo. Non siamo ansiosi di vedere il sequel.

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e qui: https://annaporchetti.it/2023/04/28/a-proposito-di-carita-intervista/

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