La coppia moderna e l’interscambiabilità
Parliamo del mito dell’interscambiabilità. Ieri su Instagram è diventato popolarissimo un video. Un marito raccontava dell’interscambiabilità dei lavori domestici con la moglie. (Un giorno indagherò sul perché parliamo di internet, manco fosse vita vera, ma non oggi). Tutti commentavano entusiasti. Specie le donne. La cosa non mi convinceva del tutto.
Da qualche settimana, mi nutro prevalentemente di banane, mele, mandorle e pistacchi. Ho provato a cucinare cose migliori per i miei familiari. Però ho dovuto arrendermi all’evidenza che bruciavo quasi tutto. Troppi pensieri e troppa distrazione, in questo periodo gramo. Quindi ho iniziato a praticare un nuovissimo hobby: il grattuggiamento del bruciato dal fondo delle pentole in acciaio. Sono bravina. Se fanno un torneo, mi ci iscrivo subito.
Visto che bollire era troppo rischioso, ho cominciato a usare il forno. L’elettrodomestico è intelligente. Per lo meno, in questo momento lo è più di me. Infatti, contiene un timer e al termine si spegne da solo. Evitandomi disastri. Il sostentamento dei familiari è stato messo in sicurezza.
La donna di Neanderthal in me
Per me stessa, di solito scelgo mandorle frutta, come detto, per risparmiare il tempo di sedermi a tavola. Estimatori della convivialità, bannatemi pure!
Mi comporto come le donne di Neanderthal. Secondo gli archeologi, le nostre bis-bis nonne del paleolitico, erano raccoglitrici. Prendevano dagli alberi la frutta, le foglie, le radici, e i semi commestibili. Gli uomini, invece, erano cacciatori. Carne, frutta e verdure: un pasto completo. All’epoca non c’era just eat, anche se le mie figlie non ci credono. Uomo e donna collaboravano sin sa allora. Ma non erano interscambiabili.
Alle nostre bis-bisnonne non sarebbe mai venuto in mente di mandare i mariti a raccogliere frutta e semi, e andarsene loro a caccia di mammuth. Una cosa simile succedeva anche in Grecia: ce lo ricordiamo dall’Iliade. Ettore va a combattere (spoiler: alla fine lo uccidono in battaglia), mentre Andromaca resta nel castello a badare al figlio neonato e a tessere la lana. (ste donne elleniche non facevano che tessere. Manco dovessero preparare un’intera collezione autunno-inverno per un brand di fast fashion).
Allora ho capito cosa non mi convinceva. La nostra interscambiabilità moderna è a senso unico.
Il nuovo principe azzurro
Conosco donne che hanno mariti con ruoli interscambiabili o li vorrebbero. L’attitudine all’interscambiabilità è il nuovo mai più senza dei mariti. Non si tratta di ottenere un po’ di aiuto, com’è sempre stato. Qui si parla di avere un marito con perfette doti casalinghe.
Serve un uomo capace di cucinare un pasto come si deve. Ovvero, più bravo di me, che sono la massima produttrice mondiale di pasta in bianco e la regina delle uova.
Il marito deve saper stirare le camicie, proprie e della moglie (ammesso che esistano ancora donne non convertite ai sotto giacca elasticizzati che non si stirano). Deve essere disposto a passare l’aspirapolvere.
Sono queste -pare- le caratteristiche più apprezzate nel maschio moderno. Scordatevi: il coraggio, il carisma, il fascino, la leadership, l’istinto di protezione, la cavalleria. Invece, se non stende il bucato, vuol dire che non ti ama. Ogni epoca ha le prove d’amore che si merita.
I supereroi dell’interscambiabilità
Un supereroe moderno non sveglierebbe Biancaneve con un bacio. Invece, spolvererebbe la bara di cristallo con un panno in microfibra.
Né si avventurerebbe fin sulla torre di Rapunzel per liberarla, ma unicamente per pulire i vetri. E il principe di Cenerentola, durante il ballo, scambierebbe con lei opinioni sulle migliori marche di detersivi in circolazione.
Lo trovate attraente? Io no, sinceramente. Credo che le caratteristiche degli uomini che ammiriamo non sono quelle abbiamo già, ma quelle che le completano. Le differenze fra i due sessi hanno proprio lo scopo di completarci a vicenda.
Il marito colf, l’apprendista cuoco, lo stiratore, che esegue, magari sotto l’occhio critico della moglie perfezionista, non ha nulla di sexy. Specie se l’aiuto non è volontario, ma viene preteso.
L’interscambiabilità non è a senso unico
E poi c’è un altro aspetto. Se c’è interscambiabilità, allora deve esserci sempre. Il che vuol dire per noi: riparare il rubinetto che perde, stuccare la parete con la crepa, ricaricare la batteria dell’auto con i cavetti, eccetera.
E, soprattutto, avere a che fare con quell’oracolo di Delfi che sono gli idraulici, i meccanici, gli elettricisti. Annuire quando ti annunciano che lo strippello, lo spitifallo o il pignone si sono ingrippati e che bisogna fare urgentemente una corsicinzione.
Ostentare sicurezza, anche se non hai idea di cosa sia uno strippello, uno spitifallo o un pignone. Né di cosa sia una corsicinzione.
L’aiuto domestico non è per forza interscambiabile
Questa interscambiabilità non la voglio. So che c’è qualche donna, là fuori, che tutte queste cose le fa abitualmente. Io l’ammiro dal più profondo del cuore. Ma io non ho intenzione di barattare la mia zona di comfort di bucati, lavastoviglie, swiffer, per avventurarmi su terreni impervi e sconosciuti. A meno che non sia proprio costretta dalle circostanze.
Non vorrei che mio marito pretendesse che smontassi il sifone, riparassi l’impianto elettrico, installassi la lavatrice. E, come me, tante altre donne. Persino le sostenitrici della interscambiabilità.
E allora? Dobbiamo rassegnarci al marito latitante? No. Si tratta solo di capire che più che di interscambiabilità, abbiamo bisogno di aiuto domestico. E sotto l’ampia definizione di aiuto domestico, va conteggiato quello che i mariti fanno in altri ambiti.
Ci sono altre cose di cui si prendono carico e che ci risparmiano, ed è giusto riconoscerlo. Invece che pretendere l’interscambiabilità, come unico modello di collaborazione.
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