Isidoro di Siviglia

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Chi era Isidoro di Siviglia

Volevo scrivere di Isidoro di Siviglia. Proprio oggi, 4 aprile, è la sua memoria liturgica. Poi ho avuto molto da fare. Un cliente che si è fermato in azienda e poi ha messo le radici, ha germogliato, fogliato, fiorito e fruttato. E non sembrava ansioso di andarsene.

Ho fatto la spesa, perché in casa nostra si nasconde un intero villaggio di gnomi, e devono essere gnomi bulimici. Io continuo a fare la spesa, e il frigo è sempre vuoto. Insomma, com’è e come non è, mi sono ritrovata a ora di cena.

Io gli articoli per il blog li scrivo alla sera. Anzi, di notte. Per cui, ora mi trovo ancora in quella terra di mezzo fra il santo di oggi e l’articolo di domani. Ho deciso che posso ancora parlare di San Isidoro di Siviglia, almeno fino alla mezzanotte. Prima che il mio blog si trasformi in zucca.

Un santo nei tempi difficili

Talvolta, noi moderni guardiamo al passato, come se fosse l’età dell’oro. Ci illudiamo che gli antichi vivessero nella bambagia. Come se gli unici tempi difficili della storia fossero i nostri. Invece, il passato ha avuto momenti terribilmente duri. I tempi duri creano uomini valorosi, dice il proverbio. Questo è certamente il caso di Isidoro di Siviglia.

Nato in Spagna nel VI secolo dopo Cristo, da una famiglia cristiana di origini romane, Isidoro non ha vissuto un’epoca tranquilla. L’impero romano si è sbriciolato. I barbari sono accorsi in Europa, occupandola, senza più incontrare ostacoli.

In Spagna ci sono i Visigoti, popolazione originaria dell’est, a nord del Danubio. I francesi li hanno cacciati dalla Gallia meridionale. Tuttavia, continuano a dominare incontrastati in Spagna. Vi rimarranno per altri due secoli, prima di venire rimpiazzati dagli arabi. Se il fronte politico non è calmo, non va meglio sul versante religioso.

E’ vero, il paganesimo greco romano è praticamente scomparso. Ma si fa presto a dire cristianesimo. I visigoti sono ariani, hanno abbracciato il cristianesimo attraverso l’eresia di Ario, il vescovo orientale che contestava la natura divina di Gesù.

Isidoro di Siviglia vescovo

In questo contesto, si distingue la famiglia di Isidoro di Siviglia, di limpida fede cattolica. Isidoro viene educato nell’ortodossia. Condividerà il destino di santità con due fratelli e una sorella. Tutti consacrati.

Particolarmente importante nella sua vita è il fratello Leandro, vescovo. E’ sotto la sua guida che il giovane Isidoro si formerà, dopo aver perduto prematuramente i genitori. Di Leandro prenderà il posto, come vescovo di Siviglia, alla morte di questi. Isidoro presiederà anche un concilio, a Toledo.

Dottore della Chiesa

Isidoro di Siviglia rientra nel novero dei 37 dottori della Chiesa. Ovvero quei personaggi che si sono distinti per i contributi forniti in termini di dottrina, di fede o di opere. Davvero Isidoro ha un talento eccezionale. Già i suoi contemporanei gli riconoscono una profondissima cultura.

Grazie alla sua erudizione, Isidoro da Siviglia si cimenterà nell’impresa di raccogliere delle opere. Come si diceva all’epoca, delle etimologie. Ovvero delle summae di tutto il sapere umano in varie branche: l’agricoltura, la medicina, geografia, architettura, fisica, religione e molto altro. Un’opera molto apprezzata, non solo dai suoi contemporanei.

Anche da molte generazioni successive, visto che le Etimologie resteranno un testo base per la formazione per tutto il medioevo.

Isidoro di Siviglia scrive moltissimo: pubblica trattati sulle Sacre Scritture, opere dogmatiche e storiche, biografie di uomini illustri della Chiesa, versi, lettere. Una vita intera, divisa fra la redazione delle opere e il ministero.

Cosa ha da dire Isidoro di Siviglia ai moderni

Un uomo di cultura eccellente, di fede solida, di condotta esemplare, da cui ci dividono quindici secoli. Il mondo è cambiato, la cultura pure, ha ancora qualcosa da dirci, Isidoro di Siviglia o è un personaggio da libro di storia?

In un’epoca in cui l’alfabetizzazione era rara, i libri un lusso per pochi, la sua attenzione alla conservazione e alla diffusione del sapere, ne fa un uomo molto lungimirante. Molti secoli prima di tanti altri, comprende quanto sia importante preservare le conoscenze umane in campo religioso e laico, raccogliendole in un’opera unica.

Più avanti, nel 1700, si faranno avanti gli illuministi, con la loro mania per la compilazione di enciclopedie. Anche loro, come noi, avranno la miopia di considerarsi dei pionieri del campo.

Oggi abbiamo pretese di onniscienza. Ci sentiamo potenti, poiché abbiamo una biblioteca immensa nel nostro telefono. Possiamo cercare qualunque informazione in tempo reale. Wikipedia è la nostra enciclopedia virtuale. Eppure, il concetto di raccogliere il sapere in un unico luogo, in un’unica forma, lo dobbiamo a lui, a Isidoro. Dal 2002, su iniziativa di San Giovanni Paolo II, è patrono di internet e di chi ci lavora. Un santo antico per una cosa moderna. O forse un santo moderno, per un bisogno antico dell’uomo: imparare sempre di più.

Sullo sfondo delle nostre illusioni, sorride mitemente Isidoro, che ci è arrivato prima di tutti.

ISIDORO DI SIVIGLIA
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