I nemici
Se questo fosse un giallo, con tanto di delitto, ci sarebbe un commissario che, immancabilmente, interroga gli amici e parenti della vittima e chiede: “aveva dei nemici”?
I nemici sono le persone che non ci vogliono bene. Anzi, che possono arrivare a volerci molto male. Qualunque indagine su un torto, un delitto, un’aggressione, parte sempre dai nemici. Non sempre i nemici sono così pericolosi per la nostra incolumità. Ci sono inimicizie che si trascinano anni, decenni, una vita intera, senza che nessuno faccia materialmente del male o lo subisca dai suoi nemici. Se l’inimicizia rimane dentro di noi, senza propositi di vendetta o di rappresaglia, è comunque un male?
Il comandamento dell’amore
Si potrebbe pensare che, se uno mi sta antipatico, se non lo sopporto, se lo evito come la peste, ma io non glielo do a vedere, in fondo non ci sia nulla di grave. Invece così non è. Perché Gesù su questo punto è chiaro. Sono peccaminose le azioni, ma anche i pensieri. E qui, di che peccato stiamo parlando esattamente?
A un certo punto, Gesù dice agli apostoli che vuole lasciare loro un comandamento nuovo. Deve essere una cosa particolarmente importante, perché di comandamenti fino ad allora ce n’erano già dieci. E dettati direttamente da Dio a Mosè, quindi sicuramente essenziali. Però Gesù a un certo punto aggiunge questo comandamento. Lo aggiunge davvero? Sì, ma solo in apparenza. Quando lui dice:
«Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri.» Giovanni 13, 34-35
Sta dando loro un comandamento che in sostanza riassume molti degli altri. Tutti quelli diretti agli uomini. È chiaro che se ci amiamo gli uni con gli altri, non ruberemo ai fratelli, non li uccideremo, non mentiremo, non desidereremo i loro beni, né i loro coniugi, non commetteremo con loro atti impuri. Amare l’altro è dunque un comandamento, non un optional!
E se il mio prossimo è un nemico?
Certo che l’idea di amare il prossimo è bella, in teoria. Ma poi, rispetto ai nemici, come si fa? Come si fa ad amare il parente scroccone? E la conoscente pettegola, che ci ha messo spesso in difficoltà? E il capo, con il suo caratteraccio, che fra l’altro non sopporta nessuno? Proprio io le devo amare, tutte queste persone? È già tanto che le sopporti, che non le mandi al diavolo! Sono già bravo a tenere a freno la lingua e non dirgli quello che penso di loro!
Va bene amare il prossimo, ma insomma, a patto che non mi rompa troppo le scatole, non mi danneggi, non mi odi a sua volta. Il cristianesimo è una religione meravigliosa proprio per questo. È per questo che il nostro Grande Capo -quello vero- è il migliore in circolazione.
Il pericolo spirituale dell’inimicizia
Odiare i nemici ci allontana da Dio. Dio fa sorgere il sole e piovere su tutti gli uomini: sui buoni e sui cattivi. L’amore di Dio per l’uomo è incondizionato. Non bisogna meritarselo. Non bisogna comportarsi bene e poi vediamo, forse lui ci premia. Per essere degni della salvezza, però, dobbiamo rispettare la legge di Dio. I suoi comandamenti.
Quindi bisogna amare anche i nemici, perché questo ci rende figli di Dio. Questo ci fa avvicinare al suo amore incondizionato e generoso. Per amare i nemici, pregare per loro, benedirli, bisogna essere ispirati dall’amore di Dio e uscire dalla logica umana.
Infatti, secondo la logica umana, col piffero che amo chi mi odia. Eppure, nel comportarci da uomini, non guadagniamo alcun merito. Se lo facciamo, invece che imitare l’esempio di Gesù, ci comportiamo come gli uomini che non lo conoscono: come i pagani di duemila anni fa o i neo pagani di oggi.
Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti. Infatti se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste. Matteo 5, 43-48
Gesù ci mette in guardia dal rischio spirituale dell’inimicizia. Un veleno che rischia di corroderci l’anima e lasciarci nel peccato.
Come si fa ad amare i nemici?
Tutto bello, certo. Ma se mi trovo di fronte quella persona che mi fa venire i nervi? Se appena vedo quell’altro, mi tornano in mente tutte le cattiverie che mi ha fatto, e avrei voglia di mandarlo a stendere? Come lo metto in pratica, il comandamento nuovo, con questa gente qui?
Cerchiamo di perdonare ai nemici i loro torti
Tizio e Caio hanno sbagliato. Quella volta lì l’hanno fatta proprio grossa. E quell’altra pure. E poi era fatto apposta. Io non avrei avuto niente contro di loro. Hanno fatto tutto da soli. Sono stati loro a cominciare.
Lo so che c’è la tentazione di sentirsi in diritto di disprezzare oppure detestare qualcuno. Invece, cerchiamo di superare i torti che ci ha fatto. Perdoniamolo. Perdonarlo farà bene prima di tutto a noi. Ci farà superare più facilmente il dolore e la rabbia. E poi è un gesto generosissimo, molto caro a Gesù:
Allora Pietro gli si avvicinò e gli disse: «Signore, quante volte dovrò perdonare al mio fratello, se pecca contro di me? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette. Matteo 18, 21-22
Mettiamoci nei panni dell’altro
A volte le persone si comportano male, perché stanno vivendo un momento difficile. Talvolta, dietro modi bruschi, risposte scostanti, aggressività, si nasconde della sofferenza profonda. Se offriamo all’altro sostegno e incoraggiamento, aiuteremo le sue ferite emotive a rimarginare. Non reagiamo mai alle provocazioni:
ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l’altra; e a chi ti vuol chiamare in giudizio per toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà a fare un miglio, tu fanne con lui due. Matteo 5, 39-41
Pregare per loro
Gesù raccomanda di pregare per i propri nemici. Nel farlo, ricordiamo che tutti siamo stati creati da Dio. Vedere nei nemici dei fratelli nonostante tutto, malgrado i cattivi rapporti, ci aiuta a essere più generosi e bendisposti. Cristo non è venuto a cambiare il mondo, ma a cambiare l’uomo. Per questo, siamo chiamati a cambiare il nostro cuore e ad aderire al comandamento dell’amore, anche se ci costa fatica.
Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che mi hai dato, perché sono tuoi. Giovanni 17, 9
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