Geremia e il vasaio

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Siamo nel bel mezzo del cammino Quaresimale mentre vi sto scrivendo sto aspettando che inizi in TV Doc nelle tue mani. Mentre aspetto mi sono ricordata che avevo in bozza l’articolo da inviare ad Anna, ed eccomi qui a scrivere di Geremia e la bottega del vasaio.

Geremia

Come mai Geremia? Semplicemente perché qualche sera fa mi sono imbattuta nel suo capitolo. Non che io soffra di insonnia ma in questa Quaresima ho scelto di dedicarmi alla lettura, mi godo la compagnia di Ignazio e i suoi esercizi, così come la compagnia dei profeti. Geremia ed in particolare il capitolo 18,1-12.

Questa parola fu rivolta a Geremia da parte del Signore: «Prendi e scendi nella bottega del vasaio; là ti farò udire la mia parola». Io sono sceso nella bottega del vasaio ed ecco, egli stava lavorando al tornio. Ora, se si guastava il vaso che egli stava modellando, come capita con la creta in mano al vasaio, egli rifaceva con essa un altro vaso, come ai suoi occhi pareva giusto.

La conversione

Ecco il testo di Geremia:

Allora mi fu rivolta la parola del Signore: «Forse non potrei agire con voi, casa di Israele, come questo vasaio? Oracolo del Signore. Ecco, come l’argilla è nelle mani del vasaio, così voi siete nelle mie mani, casa di Israele. 

Talvolta nei riguardi di un popolo o di un regno io decido di sradicare, di abbattere e di distruggere; ma se questo popolo, contro il quale avevo parlato, si converte dalla sua malvagità, io mi pento del male che avevo pensato di fargli. Altra volta nei riguardi di un popolo o di un regno io decido di edificare e di piantare; 10 ma se esso compie ciò che è male ai miei occhi non ascoltando la mia voce, io mi pentirò del bene che avevo promesso di fargli.

1Ora annunzia, dunque, agli uomini di Giuda e agli abitanti di Gerusalemme: Dice il Signore: Ecco preparo contro di voi una calamità e medito contro di voi un progetto. Su, abbandonate la vostra condotta perversa, migliorate le vostre abitudini e le vostre azioni». 12 Ma essi diranno: «E’ inutile, noi vogliamo seguire i nostri progetti; ognuno di noi agirà secondo la caparbietà del suo cuore malvagio».

Cosa mi insegna Geremia

Come l’ ho letto non ho potuto fare a meno di rivedere un po’ la mia vita. Come quei libri turistici ” come era come è”. Indubbiamente anche io ero schierata nel club del lamento quotidiano. Avevo la tessera da membership Gold. La ribelle perfetta. Colei che non accettava di essere modellata dall’ amore del vasaio. Io non ero argilla pretendevo di essere anche il vasaio. Basti pensare all’ adolescenza o magari negli anni di accettazione del mio limite fisico nel non poter generare un figlio biologico.

Quanta pace nel cuore aver capito poi che  esisteva veramente un vasaio che mi amava e che era morto per me in Croce. Un vasaio che avrebbe vissuto insieme a me ogni Croce che mi si sarebbe presentata nella vita delle 12 alle 15.

Dio sa come plasmarti

Argilla e vasaio. Un duo perfetto. Perché il vasaio sa come interagire con tutte le tue ferite e crepe perché ti conosce dal profondo sa già come maneggiarti. Non ha bisogno dell’ adesivo che ricorda che il contenuto è fragile. Il vasaio sa già che siamo meravigliosi con tutte le nostre imperfezioni e anzi se capiterà di romperci o di cadere il vasaio saprà ripartire da zero e ricostruire un bellissimo vaso.

La nostra anima, il nostro cuore. La nostra vita. Approfittiamo di questa Quaresima per scoprire la parte più bella di noi stessi  e di rivestire di luce la parte più nascosta di noi che magari abbiamo paura e timore di illuminare. Buon cammino.

e qui: https://annaporchetti.it/2023/04/28/a-proposito-di-carita-intervista/

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