Pregare può cambiarti la vita

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Pregare: pochi secondi che ti cambiano la vita

Mi manca il tempo per pregare quanto vorrei”. “Comincio a pregare e poi mi chiamano i figli, il marito, mi squilla il telefono”. “Non ho la tranquillità necessaria al raccoglimento”. Quante volte abbiamo pronunciato queste frasi, per giustificarci, anche solo con noi stessi? Io l’ho fatto per molto tempo. Pur sentendomi molto in colpa, non mi sembrava proprio possibile fare diversamente. Poi ho capito delle cose che mi hanno aiutata a pregare di più e meglio. Vorrei proporvele, visto che pregare, insieme a fare penitenza e opere di carità, è uno dei tre pilastri della quaresima.

Pregare non è come sembra

Sapete quante parole ci sono nel Padre nostro? 57. Contatele, se non mi credete. Dall’invocazione all’amen finale, sono solo 57. E l’Ave Maria? Ancora meno. La preghiera rivolta alla Madre di nostro Signore, ne conta appena 41. Una persona che parli a velocità normale, pronuncia circa 150 parole al minuto. Questo vuol dire che un Padre nostro si recita in 23 secondi.

Per un’ave Maria ne bastano poco più che sedici. Pregare non è un’attività che consumi così tanto tempo. È importante, ma non difficile come sembra. A ben guardare, sprechiamo non solo minuti, ma spesso addirittura mezze ore o ore intere in cose molto meno utili per il nostro benessere.

Per pregare, basterebbe ritagliarsi qualche minuto ogni giorno. Per quanto riguarda il silenzio o la tranquillità d’animo, è davvero possibile che non ci sia nemmeno una pausa di silenzio e quiete di una manciata di minuti ogni giorno? Non riusciamo a fare silenzio dentro di noi per così poco tempo, e dedicarlo al Signore?

5 suggerimenti per pregare di più

Ecco alcuni suggerimenti per pregare di più, vincendo la sensazione di non trovare mai il momento adatto.

Internet, il nostro grande nemico

Quanto tempo passiamo attaccati al telefono? Ci svegliamo la mattina, e lo accendiamo subito. Controlliamo le previsioni del tempo, le condizioni del traffico, le notizie di cronaca. Poi accediamo ai nostri profili social, su cui investiamo un’altra quota significativa del nostro tempo. Questa è l’attività che consuma di gran lungo più tempo ogni giorno. Guardiamo reel on line, canzoni o film su youtube. Postiamo foto o informazioni sulle nostre vite. Oppure guardiamo quelle degli altri.

Secondo dati recenti, passiamo in media 6 ore al giorno sui social. https://www.corriere.it/tecnologia/24_febbraio_22/italiani-tutti-o-quasi-su-whatsapp-ma-e-tiktok-la-piattaforma-su-cui-passano-piu-tempo-385b1ebc-9b6c-4d5c-97aa-95bc7e723xlk.shtml

Sei ore non sono poche: sono un quarto della giornata. Nei tre quarti che restano, dobbiamo farci stare di tutto, spesso a fatica! Ovvero il sonno, il lavoro, i pasti, l’igiene personale, la vita affettiva e relazionale. I nostri telefoni occupano una parte non trascurabile del nostro tempo. E non ce ne lasciano per la preghiera. E se provassimo a ridurre questa presenza on line? Se le sottraessimo anche solo dieci minuti al giorno, quanto riusciremmo a pregare, in quei dieci minuti. E con che gran beneficio per noi e per chi ci circonda!

La televisione

E vogliamo parlare della televisione? Quanto tempo trascorriamo, davanti alla scatola magica? Per guardare programmi di intrattenimento non sempre di gran qualità. Film non sempre memorabili, partite di calcio spesso deludenti. Una partita di  calcio dura poco meno di due ore, una di basket o di pallavolo o di tennis può andare avanti ad oltranza per ore. Un film difficilmente dura meno di due ore e gli spettacoli diurni o serali tengono banco spesso per tutta la mattina o per buona parte della sera.

Buttiamo via il televisore? Non dico di arrivare a tanto, ma sicuramente se ne può fare un uso moderato. E adoperare il tempo risparmiato per la preghiera.

Il telefono sequestratore di persone

Quanto tempo passate al telefono, con amici, parenti, conoscenti? Confesso che rinunciare alle chiacchiere per me è difficile. Così come fare telefonate di meno di un’ora alle amiche.

Poi c’è WhatsApp. E la famosa leggenda metropolitana: mando un vocale, così faccio prima! Invece no: ci metto del tempo a registrarlo, poi l’altra persona ci mette del tempo ad ascoltarlo, a registrare il suo e io ad ascoltarlo. Tante volte, si farebbe prima e meglio a sentirsi al telefono.

E le chat si whatsapp? Siete anche voi nel vortice delle chat di classe, dello sport, dell’oratorio dei figli? E la chat dei colleghi, degli amici del mare e della montagna, del gruppo di aerobica? Ore e ore a leggere e rispondere a messaggi di cui forse non ci importa così tanto, per questioni di cui potremmo fare a meno. Del tipo: cosa prendiamo come regalo alla maestra, per fine anno scolastico? Per quanto, non è da meno anche: per l’uscita, ci siamo mercoledì e giovedì della settimana prossima, ma non venerdì. Invece che messicano, perché non andiamo a mangiarci una buona pizza?

Il nostro telefono, a volte, è responsabile di veri e propri sequestri di persona. Di noi stessi e di altri!

Pensieri, paranoie e mood negativo

E quanto tempo si perde a rimuginare, farsi problemi, immaginare in quanti modi tutto può andare storto? Io qui sono campionessa olimpica. Del: non mi metto questo vestito, perché il rosso mi sbatte, per quanto, con questa forma, mi nasconde i fianchi. Oppure: Se dico a mia cugina che ho il raffreddore, ci crederà, o indovinerà che sto benissimo, però non ho nessuna voglia di uscire?

E che succede se al lavoro tizio, che non è proprio in grado, viene nominato a gestire il progetto? Mi tingo i capelli di castano oppure oso col rosso? Si, no, quasi, ci devo pensare. Ieri ero quasi convinta di sì, oggi invece, non mi sembra il caso. A volte non ce ne rediamo conto, ma indecisione, dubbi, pensieri pessimistici, ci fanno arrovellare su questioni di poco conto. O situazioni che comunque non possiamo cambiare. Così perdiamo tempo, lucidità, serenità d’animo.

Le varie ed eventuali

E poi ci sono tante abitudini mangia tempo, a cui non riusciamo a rinunciare. Portare la macchina all’auto lavaggio ogni settimana. Stirare le divise sportive dei figli. Passare la cera sul marmo (che è già lucido di suo). Preparare la crostata a mano (che invece si può comprare con poca spesa e molta resa al supermercato). Lucidare l’ottone o l’argenteria. Eccetera eccetera eccetera.

Si tratta di attività che non ci piacciono, non ci interessano, non ci sono davvero utili. In compenso, ci sottraggono un sacco di tempo, che potremmo utilizzare per pregare. Tutti potremmo fare una lista di almeno tre cose che facciamo regolarmente, che potremmo smettere di fare, senza avvertirne la mancanza.

Pregare è una questione di prospettiva

Ci sono, nelle nostre vite, delle zavorre inutili. Le zavorre sono quei pesi che si usano per tenere le barche ferme. E a noi, impediscono di concentrarci verso il cielo. Al netto di tutte queste zavorre, si recupera il tempo e l’energia per pregare. In fondo, crearsi una routine di preghiera affidabile, regolare, sostenibile, è solo una questione di cambiare prospettiva sulla vita quotidiana.

e qui: https://annaporchetti.it/2023/04/28/a-proposito-di-carita-intervista/

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