Oggi è il primo venerdì di quaresima. E’ tempo di astinenza e di digiuno, per ogni credente che abbia computo dai diciotto ai cinquantanove anni. Qual è il significato del digiuno nella fede e cultura cattolica? Il digiuno ha molte valenze importanti, che spesso nella società moderna sono poco comprese e conosciute.
Il digiuno come purificazione
Digiunare aiuta l’uomo a purificarsi da tutto ciò che è mondano e contingente. Tutte le distrazioni della vita quotidiana si possono mettere da parte. Questo serve a mantenere lo sguardo sull’aspetto spirituale della vita, evitando divagazioni inutili. Esiste un esempio molto concreto di questo uso del digiuno nell’Antico Testamento. Il Signore scende dalla nube e stringe un’alleanza con Mosè. Gli indica tutte le leggi che il popolo di Israele dovrà rispettare, per conservare grazia agli occhi di Dio. Mosè ha il compito di raccogliere queste leggi e per farlo, rimane nel deserto presso Dio e digiuna per quaranta giorni e quaranta notti.
Il Signore disse a Mosè: «Scrivi queste parole, perché sulla base di queste parole io ho stabilito un’alleanza con te e con Israele». Mosè rimase con il Signore quaranta giorni e quaranta notti senza mangiar pane e senza bere acqua. Il Signore scrisse sulle tavole le parole dell’alleanza, le dieci parole. Esodo 34, 27-28
Il Profeta Geremia incarica Baruc di scrivere, sotto dettatura, tutto ciò che gli ha detto il Signore. Una volta che queste indicazioni sono state trasferite su un rotolo, Geremia incarica Baruc di comunicare al popolo, nel tempio, tutte queste cose. Il digiuno prepara gli animi ad ascoltare il Signore a abbandonare una condotta perversa.
Andrai dunque tu a leggere, nel rotolo che hai scritto sotto la mia dettatura, le parole del Signore, facendole udire al popolo nel tempio del Signore in un giorno di digiuno; le leggerai anche ad alta voce a tutti quelli di Giuda che vengono dalle loro città. Forse si umilieranno con suppliche dinanzi al Signore e abbandoneranno ciascuno la sua condotta perversa, perché grande è l’ira e il furore che il Signore ha espresso verso questo popolo Geremia 36, 6-7
Il digiuno aiuta gli uomini a creare dentro di sé le condizioni più favorevoli all’incontro con Dio.
Anche Gesù si ritira nel deserto, e digiuna per quaranta giorni e quaranta notti. Questa pratica di purificazione lo protegge dall’insidia del diavolo. Il demonio vorrebbe fare leva sulla debolezza della natura umana. Sa che Gesù, dopo questo lungo digiuno, ha fame. Ma il Figlio di Dio è abbastanza forte da non farsi dominare dai suoi bisogni.
Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto per esser tentato dal diavolo. E dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, ebbe fame. Il tentatore allora gli si accostò e gli disse: «Se sei Figlio di Dio, di’ che questi sassi diventino pane». Ma egli rispose: «Sta scritto: Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio». Matteo 4, 1-3
Il digiuno di riconciliazione
Nel libro di Neemia, troviamo un digiuno che gli uomini usano per riconciliarsi con Dio.
Il ventiquattro dello stesso mese, gli Israeliti si radunarono per un digiuno, vestiti di sacco e coperti di polvere. Quelli che appartenevano alla stirpe d’Israele si separarono da tutti gli stranieri, si presentarono dinanzi a Dio e confessarono i loro peccati e le iniquità dei loro padri. Poi si alzarono in piedi nel posto dove si trovavano e fu fatta la lettura del libro della legge del Signore loro Dio, per un quarto della giornata; per un altro quarto essi fecero la confessione dei peccati e si prostrarono davanti al Signore loro Dio. Neemia 9,1-3
Il digiuno penitenziale
Il digiuno è anche una forma di penitenza e pentimento. Permette di ottenere la conversione del cuore. L’uomo mostra così a Dio il suo ravvedimento e ne chiede la misericordia. Questo avviene, ad esempio, nel libro di Giona. Il profeta Giona predice alla gloriosa e prospera città di Ninive, che sarà distrutta, per la malvagità dei suoi abitanti. I niniviti prendono sul serio il rischio. Per chiedere la misericordia divina, decidono di umiliarsi e fare penitenza. Digiunano, non bevono acqua, si coprono con un sacco e si mettono a sedere sulla cenere. Il loro cuore contrito persuade Dio a non colpirli.
Giona cominciò a inoltrarsi nella città per una giornata di cammino e proclamava: «Ancora quaranta giorni e Ninive sarà distrutta!» I Niniviti credettero a Dio, proclamarono un digiuno e si vestirono di sacchi, tutti, dal più grande al più piccolo. E poiché la notizia era giunta al re di Ninive, questi si alzò dal trono, si tolse il mantello di dosso, si coprì di sacco e si mise seduto sulla cenere.
Poi, per decreto del re e dei suoi grandi, fu reso noto in Ninive un ordine di questo tipo: «Uomini e animali, armenti e greggi, non assaggino nulla; non vadano al pascolo e non bevano acqua. Uomini e animali si coprano di sacco e gridino a Dio con forza; ognuno si converta dalla sua malvagità e dalla violenza compiuta dalle sue mani. Forse Dio si ricrederà, si pentirà e spegnerà la sua ira ardente, così che noi non periamo. Giona 3, 5-9
Il libro di Gioele racconta l’invasione delle cavallette. Questa piaga causa il ritorno del popolo a Dio. La causa di questa calamità è il peccato, ma l’uomo può riconciliarsi con Dio e ottenerne il perdono. A patto di fare penitenza, digiuno incluso.
Disperatevi, agricoltori, piangete, viticultori, a causa del grano e dell’orzo, perché il raccolto dei campi è perduto. La vite è secca, il fico è appassito; il melograno, la palma, il melo, tutti gli alberi della campagna sono secchi; la gioia è scomparsa tra i figli degli uomini. Vestitevi di sacco e piangete, o sacerdoti! Urlate, ministri dell’altare! Venite, passate la notte vestiti di sacco, ministri del mio Dio! perché l’offerta e la libazione sono scomparse dalla casa del vostro Dio. Proclamate un digiuno, convocate una solenne assemblea! Riunite gli anziani e tutti gli abitanti del paese, nella casa del SIGNORE, del vostro Dio, e gridate al SIGNORE! Gioele 1, 11-14
L’offerta a Dio
Nelle Sacre Scritture, spesso il digiuno viene offerto a Dio, per chiedere il suo intervento in situazioni complicate. Questo è il caso della coraggiosa Ester. Il popolo di Israele è in pericolo. Il re persiano Assuero si è lasciato ingannare da Aman, il suo perfido consigliere.
Aman adopera il sigillo imperiale che il sovrano gli ha affidato.
Con quello, firma un editto che ordina lo sterminio totale di tutti i Giudei del regno di Assuero. Ester, giovane giudea, moglie di Assuero, decide di rischiare tutto, per salvare il suo popolo. Ma prima, chiede ai giudei di digiunare per lei. Digiuna ella stessa. Otterrà l’appoggio di Dio, per salvare la sua gente e far morire il crudele Aman. Da allora, stabilirà la festività del Purim, per ricordare lo scampato pericolo.
«Va’, raduna tutti i Giudei che si trovano a Susa, e digiunate per me, state senza mangiare e senza bere per tre giorni, notte e giorno. Anch’io con le mie ancelle digiunerò allo stesso modo; e dopo entrerò dal re, sebbene ciò sia contro la legge; e se io debbo perire, che io perisca!» Ester 4, 16
In alcuni casi, il digiuno accompagna preghiere che chiedano al Signore una grazia. È il caso di Davide, che digiuna, per chiedere a Dio di guarire il figlio, ammalato:
Davide, quindi rivolse suppliche a Dio per il bambino e digiunò; poi venne e passò la notte disteso per terra. 2 Samuele 12, 16.
Il significato del digiuno
Dio però rende chiaro il significato del digiuno. Non si tratta di una pratica esteriore. Il digiuno non serve a nulla, se non viene fatto col cuore prima che con lo stomaco. Queste indicazioni si trovano sia nell’Antico che nel Nuovo testamento.
Nell’AT, il profeta Isaia riferisce del popolo di Israele, che si lamenta con Dio. Ritiene che il suo digiuno e i suoi atti di contrizione non siano stati tenuti in giusta considerazione dal Signore. Ma egli risponde loro a dovere.
“Perché”, dicono essi, “quando abbiamo digiunato, non ci hai visti? Quando ci siamo umiliati, non lo hai notato?” Ecco, nel giorno del vostro digiuno voi fate i vostri affari ed esigete che siano fatti tutti i vostri lavori. Ecco, voi digiunate per litigare, per fare discussioni, e colpite con pugno malvagio; oggi, voi non digiunate in modo da far ascoltare la vostra voce in alto. È forse questo il digiuno di cui mi compiaccio, il giorno in cui l’uomo si umilia? Curvare la testa come un giunco, sdraiarsi sul sacco e sulla cenere, è dunque questo ciò che chiami digiuno, giorno gradito al SIGNORE?
Il digiuno che io gradisco non è forse questo: che si spezzino le catene della malvagità, che si sciolgano i legami del giogo, che si lascino liberi gli oppressi e che si spezzi ogni tipo di giogo? Non è forse questo: che tu divida il tuo pane con chi ha fame, che tu conduca a casa tua gli infelici privi di riparo, che quando vedi uno nudo tu lo copra e che tu non ti nasconda a colui che è carne della tua carne? Isaia 58, 3-7
Dunque, il digiuno gradito a Dio è un percorso interiore di abbandono della malvagità e dall’oppressione dei deboli. Una disposizione d’animo che renda chi lo pratica caritatevole verso i fratelli più bisognosi.
Questo non è l’unico esempio di ammonimento sulla vera penitenza, contenuto nelle Scritture. Sarà Gesù stesso a istruire gli apostoli, in materia di contrizione sincera:
E quando digiunate, non assumete aria malinconica come gli ipocriti, che si sfigurano la faccia per far vedere agli uomini che digiunano. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Tu invece, quando digiuni, profumati la testa e lavati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo tuo Padre che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. Matteo 6, 16-17
Gesù ci tiene che i suoi discepoli non digiunino per ottenere l’ammirazione degli uomini, come fanno i farisei, ma per acquistare gloria solo agli occhi di Dio.
Il digiuno è gradito al Signore, quando è il segno di un percorso interiore di pentimento, di conversione, di impegno a camminare nella via della verità. Buona Quaresima!
Ne abbiamo parlato qui: https://annaporchetti.it/2023/02/24/quaresima-tempo-di-digiuno/
e qui: https://annaporchetti.it/2023/02/21/quaresima-istruzioni-per-luso/
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