San Valentino delle ceneri
Oggi, si festeggia il San Valentino delle ceneri. Ovvero, per uno strano gioco del destino, del calendario lunare, delle mezze stagioni, il mercoledì delle ceneri coincide esattamente con San Valentino. Una delle più significative tappe del camino quaresimale, cade nello stesso giorno di una festa laica, profana e persino un po’ consumistica: San Valentino.
Che fare? Lo spirito del mondo richiederebbe la solita festa in cui va in scena l’amore, gli innamorati, i regali e le celebrazioni. Allo stesso tempo, la giornata di oggi invita alla penitenza e alla conversione. Gioco del destino, dicevo all’inizio. Ma forse anche no.
Nulla avviene per caso
La vita mi ha insegnato che non esistono coincidenze. Invece esistono delle Dioincidenze, come le chiamano alcune amiche. Ovvero delle cose che – seppur strane – non accadono per caso. Sono invece segni che dobbiamo accogliere. Se possibile, cercare di comprenderli, nel loro vero significato. Nel significato che Dio ha voluto celare lì per noi. Nascosto fra le righe di qualcosa che altrimenti è inspiegabile. Mercoledì delle ceneri: un invito alla conversione e la festa degli innamorati, nello stesso giorno. Qual è il significato possibile di questo San Valentino delle ceneri?
La liturgia delle ceneri ha un carattere fortemente penitenziale. Il messaggio è: pentitevi dei vostri peccati e convertitevi al Vangelo. È un richiamo a seguire Dio. Cosa c’entra con cuoricini, tubi di cioccolatini, cenette a lume di candela? In apparenza nulla. E invece no. Quello che celebriamo a San Valentino, è l’amore, destinato a diventare un matrimonio. Oppure l’amore già inserito in un percorso matrimoniale. E’ vero, San Valentino può irritare con le sue sdolcinatezze. La deriva consumistica che ha preso può urtarci. Tuttavia, è bene ricordare che l’amore, quello vero, non ha nulla di sdolcinato e commerciale.
L’amore è prendere la croce e seguire il Signore
Ce lo mostra il Vangelo di Matteo:
Allora Gesù disse ai suoi discepoli: Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà. Qual vantaggio infatti avrà l’uomo se guadagnerà il mondo intero, e poi perderà la propria anima? O che cosa l’uomo potrà dare in cambio della propria anima? Matteo 16, 24-26
L’amore vero non è melenso. Talvolta amare è proprio prendere la croce e seguire il Signore. E non è interamente colpa del marito o della moglie. La croce non è la persona. La croce è tener fede all’impegno di amarsi sempre. Amarsi anche quando è difficile. Farlo anche quando sarebbe più conveniente pensare a se stessi. Continuare ad amare anche quando l’altro sbaglia. O ferisce.
Cercare di amarlo come lui ha bisogno di essere amato. Non come vorremmo amarlo noi. Accettare di essere amati come l’altro può. Non come vorremmo essere amati noi. Forse chi è innamorato non lo ha ancora imparato. Ma chi ama davvero, sa che amare è un po’ anche portare la croce.
Il San Valentino delle ceneri indica la direzione del matrimonio
Il matrimonio è via di santità. Dunque Gesú ci invita: prendi la croce e seguimi. Ma seguirlo dove? Dove sta andando? La destinazione la conosciamo bene, non ci vuole troppa fantasia. L’approdo è la salvezza, il paradiso. Quello che ci è meno noto è la strada. Che non è sempre larga, dritta e senza buche. Invece, a volte si tratta di portare la croce in salita. Su sentieri impervi. Talvolta si cade e bisogna spingere via la polvere dai vestiti e rialzarsi. Eppure, questa strada, da percorrere insieme nel matrimonio, ci può portare alla santità.
Proprio così. Se avevate sempre immaginato i santi come dei martiri che muoiono fra atroci sofferenze fisiche, vi sbagliavate. C’è una via alla santità diversa. Una via che percorre anche le vite ordinarie. Che fa santi senza bisogno di trovare carnefici. Si può amare fino a dare la vita per l’altro, pur senza persecuzioni e torture fisiche. E in questo caso, non si perde la propria vita, ma la si ritrova. Proprio come dice Gesù nel Vangelo. Questo insolito San Valentino delle ceneri è lì proprio per questo: per indicarci la direzione del matrimonio.
Il matrimonio è un invito alla conversione
Se il mercoledì delle ceneri è un invito alla conversione, questo invito sicuramente include il matrimonio. Vuol dire accettare di accogliere l’altro. Senza egoismo, senza condizioni. Amarlo generosamente. Pentirsi di ogni parola, gesto, pensiero che offende il consorte e il sacramento di Dio. Perché Dio secondo me lo dice. Dice che dobbiamo metterci del nostro, perché il matrimonio funzioni. Io me lo immagino come un uomo saggio, Dio. Con la barba e l’accento romano.
Ci guarda, scuote le spalle e dice: “e vo’ dato er sacramento, e vi ci ho messo lo Spirito Santo e v’ho fatto diventa’ na carne sola. E metteteci un po’ de bona volontà, benedetti figli miei!’” (non so se sia giusto che Dio parli romanesco, lui che è universale e -presumo- assolutamente globale. Ma, siccome la cattedra di Pietro sta a Roma, secondo me, Dio è di casa e padroneggia perfettamente l’idioma locale).
Buon San Valentino delle ceneri!
Onorare le nostre promesse matrimoniali, richiede una vera conversione del cuore. Significa mettere da parte qualunque forma di meschinità. Implica di rinunciare all’orgoglio, alla vanità, al possesso. Amarsi vuol dire avvicinarsi all’altro con l’umiltà del penitente e con la consapevolezza del peccatore pentito.
Per questo, pare che San Valentino e le Ceneri non c’entrino nulla, che coincidano per ironia del destino, invece no. Invece questa concomitanza di date è lì a ricordarci che l’amore non è solo gadget leziosi e frasi zuccherose. Invece, richiede cuori intrepidi a anime in cammino verso la salvezza. Per amarsi si deve essere coraggiosi e liberi, è già stato detto?
Buon San Valentino delle ceneri!
Ne abbiamo parlato qui: https://annaporchetti.it/2023/02/24/quaresima-tempo-di-digiuno/
e qui: https://annaporchetti.it/2023/02/21/quaresima-istruzioni-per-luso/
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