Parola, non parole

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Parola, non parole

Oggi, III domenica del tempo ordinario, si festeggia la Parola di Dio. Cosa vuol dire festeggiare la Parola? È Dio stesso che parla al popolo e di rivela:

«Perciò il mio popolo conoscerà il mio nome, perciò comprenderà in quel giorno che sono io che ho parlato: “Eccomi!”» Is 52, 6

Dio chiede al suo popolo di mettersi in ascolto della sua Parola:

Ascolta! Le tue sentinelle alzano la voce e mandano insieme grida di gioia, perché vedono con i loro occhi l’Eterno che ritorna a Sion. Is 52, 8

Gli Ebrei si trovano in Egitto, dove sono schiavi. Soffrono molte privazioni e abusi. Finché Dio, attraverso La Parola, annuncia agli uomini la fine della loro oppressione. Dio promette al suo popolo libertà e salvezza. È attraverso la predicazione della Parola di Dio, che si trasmette la fede.

La Parola di Dio viene predicata dai profeti e codificata nelle Sacre Scritture, perché non venga persa. Poi, viene Gesù, che ne diventa il messaggero vivente più importante.

Gesù, più importante messaggero

Nel vangelo di Marco, apprendiamo che Gesù si rivolge ai discepoli e alla gente, comunicando con loro, con un linguaggio che possono capire:
Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa. (Mc 4, 33-34)  

Il suo annuncio è così potente, che gli uomini lasciano la loro vita e tutto ciò che hanno, per seguire il suo insegnamento:

Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù si recò nella Galilea predicando il vangelo di Dio e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo». Passando lungo il mare della Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Seguitemi, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito, lasciate le reti, lo seguirono.  Mc 1, 14-18

La Parola è lo strumento con cui Dio instaura una relazione con il suo popolo. Lo avvicina a sé, lo spinge alla conversione. La diffusione della Parola di Dio ci crea come comunità di fedeli. Essa unisce tutti i credenti nell’ascolto. Per questo la Parola di Dio ha un ruolo così centrale nella vita del fedele.

La legge dell’attrazione

In questa epoca, permeata di comunicazione, di informazioni, di notizie, in definitiva, sovrabbondante di parole, il rischio è dimenticare la Parola. Farsi stordire da messaggi mondani e dimenticare l’annuncio di salvezza. La Parola di Dio è un invito alla conversione.

Con le Sacre Scritture, Dio attira gli uomini a sé, li invia a dare testimonianza nel mondo. È una vera propria attrazione che Dio esercita verso di noi. E noi? Siamo pronti ad accoglierla? Siamo realmente disposti ad ascoltare la Parola? E a metterla in pratica? O ci limitiamo a sentirla per abitudine?

Ci entra da un orecchio e ci esce dall’altro, e poi torniamo alla vita di sempre, senza che plasmi le nostre azioni? Invece, questo annuncio dovrebbe stravolgere tutta la nostra esistenza. Dovrebbe portarci a lasciare le reti e seguirLo, come Simone e Andrea, nel Vangelo di Marco.

Celebrare la Parola di Dio

Che parte ha la Parola di Dio nella nostra vita quotidiana? Perché, se la nostra frequentazione della parola si limita a un ascolto frettoloso, distratto, di quello che viene letto nella messa della domenica, forse non ci stiamo lasciando attrarre. Ci facciamo distrarre dal rumore di fondo.

Non basta quindi celebrare la Parola oggi, che ne ricorre la festa. L’invito che fa il Papa in questa domenica è quello di stabilire con la Parola di Dio un rapporto continuo, regolare. Se non ci fermiamo mai a leggerla e meditarla, se non lasciamo che ci guidi, ci perdiamo l’annuncio di salvezza. Oggi che il Vangelo si può consultare in ogni momento e ovunque dal telefono, non ci sono davvero giustificazioni per non dedicargli anche solo qualche minuto nella giornata.

l’importanza di affidarsi a Dio: https://annaporchetti.it/2022/10/31/fidarsi-e-bene-affidarsi-e-meglio/

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