Accendere la luce del mondo

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Nei momenti bui, bisogna accendere la luce del mondo

L’antidoto ai momenti bui della vita, è la luce del mondo. Si tratta di una metafora bellissima, che ricorre nel Nuovo Testamento a più riprese. Una per tutte: Questo è il messaggio che abbiamo udito da lui e che vi annunciamo: Dio è luce e in lui non c’è tenebra alcuna. 1Giov 1, 5

Dio è la luce che illumina le tenebre. Dunque un libro che parla di Dio, della Chiesa, della fede, non poteva avere titolo migliore. Luce del mondo è un libro del 2010. Benedetto XVI, allora pontefice, si intrattiene a conversare con Peter Seewald, scrittore e giornalista tedesco. Rileggere queste pagine, quasi quindici anni dopo la loro pubblicazione, è stupefacente.

La luce del mondo è sempre più importante

Colpisce la straordinaria attualità dei temi. E, su tutto, la lucidità delle analisi di Papa Benedetto XVI. Il libro è diviso in 3 parti. Per il mondo, ciò che la Chiesa annuncia e difende, è oggi inaccettabile. O spesso indigesto. Colpisce l’attualità di questa riflessione, oggi che sempre di più i laici e gli atei si aspettano che anche il Magistero si ammorbidisca, recepisca la sensibilità contemporanea. Invece la luce del mondo illumina anche dalle tenebre della faciloneria, della falsa inclusione, della intolleranza travestita da tolleranza.

I segni dei tempi

Il primo capitolo analizza i segni dei tempi che viviamo. Il Papa non si sottrae ad alcun aspetto della realtà contemporanea. Affronta il tema degli abusi nella Chiesa, la catastrofe globale. Parla di un tema che gli è sempre stato caro: la dittatura del relativismo. Racconta anche qualcosa di sé. Del fatto di non aver mai pensato di diventare papa, ma nemmeno vescovo. Il suo carisma era l’insegnamento della Teologia, però, con la sua missione di sacerdote, ha accettato di mettersi nelle mani del Signore.

Dove stiamo andando?

Una parte importante del libro è dedicata alla nostra attualità. Anche qui, sbalordisce la finezza e la ricchezza dell’analisi del mondo attuale. Un mondo che riduce il cristianesimo a filosofia. Oppure lo include addirittura nelle pratiche di benessere interiore, di wellness, della crescita personale. Invece il richiamo del papa è molto forte, nel ricordare che esiste un giudizio divino, che terrà conto del nostro operato e della nostra fede, e che non si può eludere. Questo è molto importante, e il Papa ricorda la promessa di Gesù nel Vangelo di Giovanni. L’annuncio che Lui è venuto come luce del mondo, per salvare gli uomini dalla tenebre.

Tuttavia il bilancio non è negativo come si potrebbe pensare. Papa Benedetto riprende la frase di Sant’Agostino. Ovvero che, rispetto alla Chiesa, molti di quelli che sono dentro, sono in realtà fuori. E molti di quelli che si sentono fuori, in realtà sono dentro. In realtà il cristianesimo, al di là del numero impressionante di fedeli (un miliardo e duecentomila persone) è più che mai in crescita. Una Chiesa che vuole recuperare il suo spirito originario, quello dei primi secoli: la vita come gioia e fede.

Misura e misericordia

Colpisce, in ogni intervento, la misura, la riflessione, la misericordia con cui il papa guarda al mondo e agli uomini. La sua volontà di comprendere l’umano, anche nelle sue debolezze e nei suoi difetti, rende davvero ragione della metafora della luce del mondo, accesa da Dio. Un libro profondo e attualissimo, da leggere assolutamente.

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