L’eterna ricerca del senso della vita
Qual è il senso della vita? Questa è la domanda fondamentale dell’uomo, sin dall’antichità. Cosa ci stiamo a fare su questa terra? Perché ci capita tutto quello che ci capita, nel bene e nel male? La nostra esistenza serve davvero a qualcosa, o siamo stati generati dal caso, senza alcun ruolo nel mondo? Visto che calpestiamo la terra per un intervallo piccolissimo, trascurabile, rispetto alla storia, le nostre vite sono inutili, insignificanti?
Le uniche vite degne di nota sono quelle di chi si distingue in qualche campo? Chi nasce re, chi diventa miliardario, chi vince la medaglia d’oro alle Olimpiadi, mentre tutto gli altri sono polvere che tornerà alla polvere. Senza un senso della vita glorioso, è come non aver mai vissuto?
Il senso della vita si capisce vivendo
Ho compiuto i cinquanta. E un anno. E 8 mesi. E 15 giorni. Insomma, quasi cinquantadue. Non che la cosa mi impressioni un granché. Io sono straordinariamente coerente con me stessa. Continuo a fare molti degli errori che facevo a trenta, quaranta, quarantacinque anni. Per esempio, prendere aerei e treni al volo. Non sono diventata più saggia e organizzata. Il last minute è la mia cifra esistenziale.
E non ho smesso di amare le cose che ho sempre amato. Per esempio, cantare a squarciagola mentre guido. Occasionalmente con i finestrini abbassati.
Qualcosa è cambiato in questi anni, è vero. Per esempio il mio punto vita. Alcune porte si sono chiuse, probabilmente per sempre. Non credo mi trasferirò in una città di mare nei prossimi dieci anni. Forse nemmeno in una prossima vita.
Non diventerò presidente degli Stati Uniti, né prima ballerina della Scala. In compenso, il passare degli anni mi ha portato doni meravigliosi: un matrimonio felice, tre figlie amatissime, buone amicizie e soddisfazioni.
Se mi guardo indietro, della mia vita non cambierei nulla. Probabilmente nemmeno gli errori. È sufficiente dire che la mia vita ha avuto un senso? Qual è stato, quale potrebbe essere il senso della mia vita? Io credo di averlo capito. Ma solo vivendo.
Il bisogno di senso
Dare una risposta su quale sia il senso della vita è un bisogno umano. Persino per quelle vite che sembrano privilegiate. Le vite di coloro che hanno tutto: bellezza, salute, ricchezza. Nessuna di queste cose basta a soddisfare il nostro bisogno di sapere che c’è un fine, dietro alla nostra esistenza. Qualcosa che la renda pienamente meritevole di essere vissuta. Anche se non abbiamo concluso nulla di eroico.
Crescendo ho capito che il principale senso della vita, sia amare e sentirsi amati. Chi è amato, sa di valere. Chi ama, sperimenta una delle esperienze più coinvolgenti della vita. Chi ama dona, chi è amato, riceve. Entrambe le condizioni rendono le nostre vite profonde. L’amore è la forza che ci spinge ad alzarci al mattino. Ci fa affrontare le difficoltà. Per amore di chi ci è caro, facciamo cose altrimenti inimmaginabili.
L’amore ti salva la vita (e non solo)
Vi ricordate quel brano del Vangelo? Gesù si trova nella casa di un fariseo, che è convinto di essere un uomo giusto, religioso. Si fa strada una donna, nota nel paese per essere una peccatrice. La donna va da Gesù, piange per i suoi peccati. Si pente. Gli mostra un amore profondo. Gesù perdona tutti i suoi peccati, perché ha molto amato.
«Vedi questa donna? Io sono entrato in casa tua, e tu non mi hai dato dell’acqua per i piedi; ma lei mi ha rigato i piedi di lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio; ma lei, da quando sono entrato, non ha smesso di baciarmi i piedi. Tu non mi hai versato l’olio sul capo; ma lei mi ha cosparso di profumo i piedi. Perciò, io ti dico: i suoi molti peccati le sono perdonati, perché ha molto amato Luca 4, 44-47
Di lei non sappiamo nulla. Né quale fosse la sua storia, né i suoi peccati. Non conosciamo la sua età, il suo aspetto. Ignoriamo persino il suo nome. Tutto quello che ci dicono di lei, fra le pagine del Vangelo, è che ha molto amato. E questo basta a rendere la sua vita degna di salvezza. Tutto ciò che resta di lei è questo profondo amore.
La ricetta per una vita piena di senso
Un grande santo che ha parlato a lungo dell’amore e della sua straordinaria potenza è Sant’Agostino.
“Una volta per tutte dunque ti viene imposto un breve precetto: ama e fa’ ciò che vuoi; sia che tu taccia, taci per amore; sia che tu parli, parla per amore; sia che tu corregga, correggi per amore; sia che perdoni, perdona per amore; sia in te la radice dell’amore, poiché da questa radice non può procedere se non il bene”.
Scrive Sant’Agostino, nel commento alla lettera di Giovanni. Dalla radice dell’amore nasce il bene. Se vogliamo praticare del bene, il modo più naturale, più efficace, più semplice è lasciarsi permeare completamente dall’amore. Fare sí che sia questo sentimento a ispirare ogni nostra azione. E quale migliore senso della vita si può trovare se non far del bene?
l’importanza di affidarsi a Dio: https://annaporchetti.it/2022/10/31/fidarsi-e-bene-affidarsi-e-meglio/
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