Il Dio delle piccole cose

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Il Dio delle piccole cose

È più facile immaginare Dio in contesti epici. Pensate a Mosè. Se ti si apre il mar Rosso davanti, è chiaro che ti trovi al cospetto di Dio. Oppure pensate ad Abramo. Ti nasce un figlio a 99 anni. Stai per sacrificarlo a Dio e ti appare un angelo. Immagina di essere una Vergine, e un angelo ti annuncia che avrai un figlio. Oppure un amico, un maestro muore, e tre giorni dopo resuscita dalla tomba. Come fai a non vedere Dio in tutto questo?

E noi? Nelle nostre esperienze di vita normali di rado succede qualcosa di così incredibile.

Una vita di piccole cose

Penso alla mia di vita. Con la sveglia all’alba.

La prima sensazione, uscendo dal letto, è un brivido di freddo. L’inverno è buio, grigio, umido. Le mattine d’inverno sono livide e inospitali. Forse succede anche a voi. Ti svegli e ti senti strappata all’abbraccio caldo del sonno e scaraventata nell’arena della vita.

Ti alzi a fatica, arranchi, e hai il cervello ancora spento. Il neurone in basso a destra tocca quello in alto a sinistra. E quello, si gira dall’altra parte.

Tuffi la faccia nel caffè, anzi, nei caffè. È il primo rituale della giornata: 3 caffè uno dietro l’altro. Con l’idea che il caffè svegli. Pura illusione: dovresti riempire una piscina di caffè e farci le vasche dentro.

Solo quando hai tracce di sangue nel caffè che ti scorre nelle vene, cominci piano piano a rassegnarti all’idea di essere sveglia. Piccole cose. Piccoli incidenti quotidiani del vivere.

Le liste

E subito ti balzano addosso tutti i pensieri. Cominci a popolare una interminabile lista di cose da fare. Per semplificarti la vita, fai la sotto lista delle cose urgenti. E, siccome sono troppe anche così, fai la sotto lista della sotto lista delle cose urgenti e di cruciale importanza.

Poi, per sfoltirla un po’ fai la sotto lista della sotto lista della sotto lista. Quella delle cose che sono questione di vita o di morte. Tipo catena di Sant’Antonio: se non finisci queste dieci vie nelle prossime dodici ore muori! A volte quasi quasi ti dici: voglio sparire. Essere inghiottita da un buco nero. Fate di me quel che volete, basta che non debba arrivare in fondo alla lista di cose da fare. E invece non muori. Rimani lì viva e vegeta. Tu e le cose che devi ancora finire, assieme alle altre mille mila che si sono aggiunte nel frattempo.

Di solito, la lista delle cose da fare comincia con la più insormontabile. Così, se superi quella, il più è fatto. Ma quando la superi? 

Gli alieni che vivono in casa a tua insaputa

Al mattino, ti aggiri per casa in preda al sonnambulismo. Ti guardi intorno e ti chiedi quando, fra la notte e l’alba, si sia trasformata in un campo di battaglia. Chi ha disseminato briciole di biscotti sotto al tavolo, chi ha tirato fuori sei felpe ben stirare dall’armadio, trasformandole in un groviglio di stracci appallottolati, abbandonati sul divano? Stai per raccoglierle e a momenti inciampi in una tazza appoggiata per terra. E ti chiedi: ma se abbiamo inventato tavoli e sedie, perché qui qualcuno mangia ancora per terra?

Qualcuno vive in questa casa, a tua insaputa, e dissemina disordine appena hai finito di riordinare? Chi sono, gli alieni?

Nessuna traccia dell’opera eroica di Dio

In giornate come questa, invece del fondotinta in stick, vorresti avere la gomma magica, per cancellarti le occhiaie. E capisci che va bene lo straordinario potere del trucco, ma il tuo aspetto, in questo momento, è davvero un caso disperato. Persino la signora Lancôme allargherebbe le braccia. Idem la fata di Cenerentola, che mediterebbe di cambiare mestiere.

Ti muovi perché sei già in ritardo, mentre nove o più ore di lavoro ti si fanno incontro a braccia aperte. Segni nella lista che devi fare il bucato e la spesa. Fare la spesa è uno degli eventi sociali più stimolanti della tua giornata. Una cosa da doppio woow. Se la gioca ad armi pari con la pausa caffè, alla macchinetta dell’ufficio.

E poi, devi preparare qualcosa per il pranzo del giorno successivo e magari fare pure un sorriso. Uno vero, che non sembri una emiparesi. Solo piccole cose. Nessuna traccia dell’opera eroica di Dio. Perché Dio mica si interessa del detersivo per i piatti, vero? E nemmeno del prelavaggio sullo sporco ostinato. E nemmeno di cosa arrangiamo stasera per cena, che richieda un tempo di preparazione di dodici minuti. Al massimo dodici minuti e mezzo.

Il Dio delle piccole cose

E allora dove lo puoi trovare Dio? Con tutta una vita spesa nelle piccole cose, non è che rischi di perderlo di vista? Eppure, se pensi che potresti perdere tutto questo, ti rendi conto dell’enorme dono che hai. Perché quello che fai, lo fai per amore. Perché tu ami e sei amata, e questa è l’unica cosa che conta davvero.

Non sempre è un amore epico, da romanzo. O patinato, da serie televisiva. Perché l’uomo-tutti gli uomini- restano comunque brutti, sporchi e cattivi. Però amare ci salva, tira fuori quello che c’è di buono in noi.

Amare ci rende generosi. E infatti, il più generoso di tutti è Dio, che ci ama senza misura. Anche con le occhiaie, la casa in disordine, il lavoro in arretrato. Se ami qualcuno vuoi che sia felice. In fondo è questo il senso dell’amore, volere la felicità dell’altro. Una felicità sana. La felice che viene dal bene. Amare è volere il bene dell’altro. Volerlo salvare. Dalla vita e da sé stesso.

Amare non è sempre fatto di gesti solenni. Non è sempre andare in battaglia e morire per l’altro. A volte- il più delle volte- è esserci. Prendersene cura, non solo nelle grandi questioni, ma anche nelle piccole cose.

Ecco, il nostro è anche un Dio delle piccole cose, che si interessa a noi moltitudini senza talenti e senza eccellenza. È lì, nell’amore che ogni giorno cerchiamo di dare. Nelle piccole cose che facciamo per chi ci sta vicino. Forse non sempre Lui lo vediamo, se ci aspettiamo il colpo di scena. Ma diciamocelo, il colpo di scena è una cosa cinematografica. Invece Dio è regista dell’esistenza, anche nelle scene marginali, quelle di contorno. Anche con noiatri controfigure, figuranti, addetti alla pulizia del set.

È attraverso le piccole cose, che spesso impariamo ad amare. E scopriamo di essere amati.

di affidarsi a Dio: https://annaporchetti.it/2022/10/31/fidarsi-e-bene-affidarsi-e-meglio/

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