San Paolo di Tebe e il mondo moderno

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San Paolo, eremita per caso

Paolo è conosciuto come il primo eremita cristiano. Visse la sua ascesi in Egitto, nella regione della Tebaide. San Paolo fu eremita per caso. All’età di circa sedici anni, alla morte dei genitori, ricevette una vasta eredità. Era molto istruito nelle lettere greche. Malgrado la sua posizione di privilegio, la sua vita era in grave pericolo.

In quel periodo (siamo a metà del III sec. dC), a Tebe e in tutto l’Egitto, imperversavano le persecuzioni contro i cristiani, sotto gli imperatori romani Decio e di Valeriano. Il giovane Paolo scappò dalla città e cercò rifugio nel deserto.

San Paolo di Tebe e la scoperta dell’ascesi

Dopo qualche tempo, il giovane cominciò ad apprezzare la vita da eremita. Essa gli permetteva di dedicarsi a Dio, in completa solitudine e raccoglimento. Quella che era stata una necessità, dettata dal pericolo, diventò scelta di vita.

Una grotta gli faceva da abitazione e da riparo per la notte. Una piccola sorgente lo dissetava. Una palma frondosa gli offriva nutrimento e vestizione. Come tutti gli eremiti, la sua vita era parca e gli bastava l’indispensabile. In questo modo, Paolo di Tebe trascorse, nel deserto, una lunghissima vita contemplativa. La tradizione riferisce che morì a 113 anni, nel 341.

La sua storia

San Paolo di Tebe non predicò. Non fece opera di evangelizzazione. Non scrisse una singola riga. La sua memoria si sarebbe potuta perdere nel deserto sterminato in cui abitava, se non fosse stato per San Girolamo. San Girolamo è stato una sorta di press agent -addetto stampa- del cristianesimo.

E’ ricordato per la Vulgata, la traduzione della Bibbia in lingua latina, che rese il testo sacro accessibile ai cittadini dell’impero romano che non conoscevano il greco (né l’ebraico).

Oltre a questa monumentale opera, San Girolamo si dedicò alla redazione delle biografie di alcuni santi. Fra questi, le Vite degli eremiti San Paolo di Tebe Sant’Ilarione e San Malco. Girolamo raccolse ogni indizio disponibile sulla vita di San Paolo di Tebe. Ci ha lasciato così una biografia, che rappresenta la fonte principale di notizie su questo santo eremita.

I successori di San Paolo di Tebe

Anche se San Paolo di Tebe non fece alcun proselitismo, il suo esempio portò molti a cercare la vita eremitica. Uno dei primi a seguire questa strada, fu Sant’Antonio Abate. Egli però, all’eremitaggio in solitudine, preferì la creazione di ordini monastici nel deserto. Anche Sant’Antonio viene ricordato in gennaio, il 17. Questi santi asceti sono ricordati come i Padri del Deserto.

Il culto

La chiesa Cattolica fa memoria liturgica di San Paolo di Tebe il 15 di gennaio. A lui si può recitare una novena, che parte il 6 gennaio e si conclude entro la festa del Santo. La novena consiste nel ripetere ogni giorno la stessa formula in tre parti, per nove giorni consecutivi.

Che senso ha questa novena? Lo spirito è quello di imitare l’esempio di San Paolo di Tebe, distaccandosi dalle preoccupazioni mondane e dal troppo attaccamento ai beni materiali. Non vuol dire che diventeremo asceti, né eremiti (anche se, qualche volta, l’idea di starsene un po’ in tranquillità non è così male).

Significa solo che ci prendiamo uno spazio per coltivare la spiritualità. Considerato che oggi le feste di Natale spesso si traducono in grandi abbuffate consumistiche, questa novena non può che farci bene!

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