Una santa moderna: Angela da Foligno
Oggi la Chiesa fa memoria liturgica di Angela da Foligno. Una santa mistica, vissuta fra il XIII e il XIV secolo. Saremmo tentati di pensare che sia lontanissima da noi. E invece, la sua vita pone tutte le questioni esistenziali che affrontiamo oggi. In più, Angela non è una consacrata, ma una laica, come noi.
Angela da Foligno è una figura estremamente interessante per noi. I suoi dissidi e le sue pene sono straordinariamente simili ai nostri. Sebbene sia vissuta oltre sette secoli fa.
Nasce in una famiglia benestante. È bella, intelligente, passionale. Sposa un notabile folignate e la coppia ha diversi figli. Angela vive agiatamente e spende la sua giovinezza in maniera: “selvaggia, adultera e sacrilega”, come rivelerà lei stessa nel suo memoriale.
Il suo stile di vita somiglia straordinariamente ai modelli culturali che vengono proposti oggi: lontano dalla fede, dedito al piacere e alle comodità che il benessere può offrire. Ad Angela questo non basterà, per essere davvero felice. Così come non basta a noi moderni, ma lei ancora non lo sa.
La risposta dell’uomo alla sua finitezza
Alcuni eventi drammatici scuotono la sua vita tranquilla. Prima catastrofi naturali: il terremoto del 1279, e del 1282. Poi una disastrosa alluvione. All’epoca non si parla di cambiamento climatico. Eppure anche allora i disastri naturali colpiscono l’ambiente, sollevando riflessioni negli uomini.
Poi scoppia la guerra con Perugia. Terribile come tutte le guerre, anche quelle che accadono oggi. Di fronte a queste situazioni, noi moderni ce la prendiamo con l’uomo. Lo riteniamo non solo l’unico responsabile, ma anche l’unico attore. L’uomo inquina, l’uomo cattivo attacca, invade, conquista.
Angela reagisce in modo diverso. Non si limita a prendersela con gli uomini. Invece, riflette più profondamente sulla precarietà della condizione umana e sul senso della vita. Una riflessione che gioverebbe anche a noi del XXI secolo.
La vita e il futuro per lei non si limitano all’esistenza terrena. Angela è angosciata dall’idea dell’inferno. Teme la punizione divina alle colpe umane. Prime fra tutte le proprie, che non si perdona.
La conversione di Angela da Foligno
L’angoscia la smuove alla conversione. La sua soluzione alla precarietà della condizione umana consiste nell’andare verso Dio. Angela avverte il peso della sua vita dissoluta. Fa penitenza e cerca il sacramento della riconciliazione. La giovane trova così la sua strada. Si converte e inizia un percorso di fede.
In breve tempo muoiono i suoi affetti più cari: la madre, il marito, i figli. Nella nostra società, una donna ricca, ancora giovane, rimasta sola, si dedicherebbe a sé stessa. Oppure affonderebbe nella disperazione.
Angela non fa né l’uno né l’altro. Ha perso tutto quello che aveva sulla terra, ma ha ancora l’amore di Dio. Nel 1291 entra nell’ordine terziario di San Francesco. Invece di continuare a godere del suo patrimonio, si vota alla povertà francescana. Dona tutti i suoi beni. Di lì in avanti, conduce una vita santa, dedicata alla preghiera, all’ascesi e all’aiuto ai bisognosi.
I suoi pensieri e la sua esperienza di mistica ci sono giunti attraverso i suoi stessi scritti. Soprattutto il Memoriale, una sorta di diario spirituale, in cui Angela da Foligno racconta le tre fasi di trasformazione, in un percorso di conversione in ventisei passi.
Tutte le sue estasi sono trascritte in latino dal confessore e parente, Arnaldo da Foligno. Egli, temendo all’inizio che la donna sia sotto suggestione del maligno, le impone di dettargli le sue esperienze interiori, per verificarne la natura. Ben presto egli si convince del loro valore spirituale.
La risposta mistica
Fino alla morte, il 4 gennaio del 1309, Angela da Foligno si dedica alla ricerca di Dio. La sua ricerca di senso la porterà verso Dio, mentre la condotta attuale, spesso ce ne allontana. La santa compie un percorso inverso a quello della nostra cultura, che nelle difficoltà e nelle perdite si attacca sempre di più alla terra, alle cose materiali, ai frutti del benessere economico.
Oppure cerca la soluzione nelle terapie psicologiche, nelle tecniche di rilassamento, nei tranquillanti e nei manuali di auto-aiuto. Tutti rimedi che danno un sollievo momentaneo, ma, essendo opera umana, non aiutano una persona sofferente a scoprire uno scopo profondo per vivere.
Angela non lo trova negli uomini, ma nella fede in Dio. Ovvero, nelle costanti esperienze mistiche e nella carità. Ella ha la consapevolezza di non potersi salvare per i propri meriti, ma, solo per mezzo dell’infinito amore misericordioso di Dio, a cui si affida totalmente.
Angela da Foligno, maestra dei teologi
La santa raccoglie intorno a sé un gruppo di figli spirituali, di cui diventa Magistra Theologorum, maestra dei teologi. Avviene così che, per il suo straordinario percorso di fede, Angela da Foligno, che è una laica e non ha avuto una formazione teologica di tipo sistematico, diventi non solo santa, ma sia annoverata anche fra i dottori della chiesa. Ovvero quelle figure così prominenti, da aver lasciato come dottrina o esempio di virtù, una testimonianza particolarmente preziosa per la Chiesa.
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